mercoledì 25 dicembre 2013

Profitto e umanitario non possono coesistere


Quando si fa solidarietà per soldi accade l'ignobile realtà che le immagini del Tg2 ci hanno mostrato. 

E' inutile discutere, non se ne può fare a meno. E anche se tutti si scandalizzano, o almeno è quello che vogliono far credere, tutti, politici in testa, sanno che nei centri che ospitano migranti, clandestini o meno, si perpetrano trattamenti quantomeno degradanti.
Eliminare i campi, di qualunque natura siano (CIE, CARA, CPSA) non sarà un'ipotesi fattibile, ma farli gestire da persone che sappiano cosa sia l'umanità, che credano realmente in quello che fanno lo è e lo deve essere.
Affidare con gare d'appalto la gestione dei centri è quanto di più imprudente ci possa essere: le cooperative non possono che abbassare il livello di attenzione verso l'umanitario, perchè tutto ha un costo, compresi la formazione e la selezione del personale. E poi, come si fa a valutare il grado di umanità del personale?
Non è possibile che la gestione di centri che in cui sono ospitate persone - vite umane, gente provata da guerre, persecuzioni, fame, persone che hanno dovuto abbandonare la propria famiglia e la propria terra nella speranza di una vita migliore che garantisca loro la dignità che spetta ad ogni persona. La Dichiarazione universale dei diritti umani all'art.5 dice che "nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani  o degradanti".
Se non è degradante e inumano allineare le persone nude nel cortile e lavarle con la pompa, se non è degradante e inumano far dormire le persone sui materassi o sui cartoni sotto la pioggia mi chiedo cosa lo sia. 
E' chiedere troppo sperare che invece di ammassare i migranti nei resti del centro bruciato mesi or sono, a Lampedusa vengano montate alcune decine di prefabbricati delle migliaia che sono a disposizione della Protezione civile e delle associazioni di volontariato?
E' chiedere troppo aspettarsi che invece di fare gare di appalto per scegliere, al ribasso dell'offerta, persone a cui affidare la vita e soprattutto la dignità della gente che arriva in Italia sperando in un futuro migliore, si affidi alla Croce Rossa Italiana la gestione dell'emergenza umanitaria dei migranti?
L'umanitario non si fa per soldi, l'umanità si ha dentro. E chi può farlo meglio di coloro che lo hanno scelto come scopo di vita, dipendenti e volontari della CRI?
Il precedente governo ha scelto, credo erroneamente e forse con troppa leggerezza, di privatizzare la CRI; il governo in carica dovrebbe invece ripensarci: dovrebbe dare alla Croce Rossa Italiana la delega per tutti i Centri che gestiscono la vita dei migranti e con essa la loro dignità e le loro speranze, ritirando il piano di privatizzazione.
Quando si deve far soldi per vivere è difficile mettere l'umanità al primo posto. (m.g.)

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