martedì 19 dicembre 2017

Alzheimer


Alzheimer: 
una sfida possibile
A fianco dei malati e dei familiari 
per sfidare l’epidemia del secolo 
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giovedì 14 dicembre 2017

MIX Newsletter / Dicembre 2017 / Editoriale


ASCOLTARE

I pastori ascoltarono l'annuncio, i Re Magi ascoltarono il messaggio di una stella.
L'ascolto produce una decisione e conduce alla meta. In politica dovrebbe essere una funzione essenziale, una precondizione addirittura per fare politica. Se non si ascolta la popolazione, a cosa o a chi prestare attenzione per decidere? Mi capita di udire più che ascoltare, i commenti in metropolitana, nei negozi e sento (non se ne può fare a meno) anche le arringhe dei taxisti. Penso non capiti solo a me e mi chiedo se non ci si preoccupi - fino a provate profondo disagio - nel registrare sconforto, pessimismo, perfino rassegnazione dei nostri concittadini. Confesso che mi vergogno, anche, in nome e per conto di chi sta facendo politica, pensando ...ad altro.
Le elezioni siciliane e di un municipio della Capitale hanno certificato l'assenteismo elettorale come rinuncia a scegliere, perché il giudizio negativo non risparmia nessuna forza politica e la contestazione - quando è espressa - si è visto in quale direzione si manifesta. Ormai una legge elettorale c'è - anche se sembra ancora una volta 'provvisoria'- e bisogna attrezzarsi per attuarla al meglio.
In Sicilia la legge ha consentito una modalità di voto che non è prevista nella legge nazionale, il voto disgiunto. E un segnale è arrivato: gli elettori hanno cercato i loro "preferiti" in liste diverse.
Democrazia è ascolto. Le destre attualmente male interpretano questa funzione perché, al contrario, urlano dilatando rabbia e risentimento di tutti i cittadini che si sentono trascurati.
La critica, le critiche, la polemica hanno senso se assumono il limite dell'interesse della comunità. Se si narra il falso non si promuove capacità critica. Se c’è confusione e chiacchiericcio fazioso, legati al passato, non si riesce ad ascoltare il bisogno di sicurezza e di futuro. Questo è sempre invocato con particolare riguardo ai giovani. Di loro e su di loro si parla, ma dovrebbero invece essere ascoltati. Papa Francesco ha convocato un Sinodo per dare loro la parola, per ascoltare desideri e delusioni, per aiutarli a scoprire le loro vocazioni. Esattamente di questo si tratta. Ai giovani occorre l’aiuto a conoscere per quale futuro prepararsi. Le scienze sociali sanno decifrare dati e comportamenti, ma è la politica che plasma la società. Bisogna intendersi: una comunità o una società di individui? Un corpo sociale, che si attiva nelle più diverse vocazioni e organizzazioni, oppure la gente indistinta che pensa a garantirsi il presente ignara o ostile verso ogni mutamento che metta in discussione le conquiste passate? A questo livello si inserisce la tiepidezza nell’ascoltare un bisogno di Europa che non vogliamo ammettere essere essenziale per un futuro, che garantisca crescita e sviluppo al nostro Paese. Macron insegna: con idee grandi si va oltre il populismo.
L’ascolto riguarda le persone, ma anche l’ambiente. È tempo di essere un po’ più “verdi“ per la nostra salute e per quella del pianeta. La politica deve annunciare le scelte che farà.
Le scelte! Sono la materia doverosa di una campagna elettorale e per di più per una tornata elettorale che si annuncia predisponente a coalizioni.
Ora più che mai sarà necessario soppesare persone e argomenti per attrarre gli elettori. Senza dare informazioni tendenziose. Per esempio non rassicurare che si voti anche il Presidente del Consiglio.
Primo, i cittadini non ne possono più delle sfide intestine ai partiti; secondo non vogliono essere merce di scambio per interessi di partito invece che per il Paese; terzo, aspirano ad immaginare un futuro di progresso e non di mantenimento delle conquiste passate. Politici senza sogni ed utopie non attraggono più nessuno. Una stagione di “rottamazione” (che orrore per la dignità delle persone) e di primarie è sfiorita perché l’elettorato non ha avuto il coraggio di votare riforme indispensabili. Proprio per questo se non si pone l’asticella più in alto, la palude renderà pesanti i passi. Le istituzioni senza popolo sono senza anima e queste devono essere riabilitate non piegandole ad interessi di parte. La voce delle istituzioni è l’imparzialità’. Le cariche più alte dello Stato devono dimostrare, oltre che essere, super partes: senza tessere dei partiti precedentemente frequentati e senza riunioni di parte nelle sedi della più alta rappresentanza democratica. Ci sono sensibilità che nemmeno i movimenti più contestatori sanno ascoltare.
Poniamo delle priorità. Innanzitutto i servizi essenziali verso i cittadini per farli sentire padroni dello Stato e non servi: buona amministrazione e agile burocrazia amica dei cittadini. Scuola: diritto allo studio garantito; la società migliora solo con la più alta alfabetizzazione (oltre il 70% degli Italiani non hanno competenza a capire i titoli dei giornali). Sanità per tutti: a ciascuno secondo il bisogno, col contributo secondo le capacità. Fisco: riequilibrio con lotta alla evasione e “al nero”, vera piaga per i più deboli, che subiscono l’ingiuria della iniquità, avendo gli evasori gli stessi ticket o la stessa esenzione dei bisognosi. Pensioni: ascoltare i dati della scienza e i bisogni sociali: età che si allunga e lavori usuranti.
Ascoltare le grida di dolore dei popoli con politiche di cooperazione e quando necessita - come in queste emergenze - con strategie di accoglienza equilibrate che rispettino esigenze e paure dei cittadini residenti. Le priorità qualificano una politica.
Se Minniti ha esortato a regolare i flussi migratori perché è questione democratica, dobbiamo tutti ricordare che la democrazia è un bene delicato, fragile, e non è una conquista definitiva. Rischia non solo di indebolirsi ma di morire se si salda la crisi sociale con i populismi più biechi. Le violenze di Ostia sono un campanello d'allarme. Ascoltiamolo! Servono confronto e dialogo. Ascoltiamo anche l’ultimo appello del Ministro dell’Interno ai partiti perché rendano pulite le liste, senza “impresentabili”: riconquisteranno reputazione. Infatti ciò che in certi comportamenti si rivela assurdo è perché si è sordi. Sordo è colui che non ascolta.
Il Presidente Mattarella dimostra ancora una volta di andare a cercare i “volti della Repubblica” per ascoltare le istanze che interpretano. Infatti ha attribuito - motu proprio - 30 onorificenze ai “nuovi eroi” dalle vite semplici e straordinarie richiamano tutti ad ascoltare i nostri concittadini nei loro bisogni semplici ma sempre importanti per le loro vite. Questo ascolto migliora la convivenza e sconfigge situazioni spesso “assurde” (non ascoltate!). (m.g.)

MIX Newsletter / Dicembre 2017


Pensieri in viaggio / Dicembre 2017


Valore donna
Il 2 novembre dell’anno scorso ci lasciava Tina Anselmi. Una donna, il cui ingresso al Ministero del Lavoro e Previdenza sociale nel 1976, ha rappresentato per il nostro Paese il raggiungimento di un traguardo storico. È stata il ministro della Riforma sanitaria del 1978. Sono passati più di 40 anni, ma ancora in Italia non riusciamo a superare una cultura di diffidenza che si avverte quando a scendere in campo è una donna. Una diffidenza che però non possiamo tollerare.

Coraggio donna
Denunciare subito le molestie (non dopo aver fatto carriera) e dire di no (prima di far carriera). Ma un educato corteggiamento non identifichi un molestatore o una gentile tenerezza per i minori non identifichi un pedofilo. Modus in rebus per non imbarbarire le relazioni tra persone. E tanta attenzione educativa.

Ridicolizzati
C’è voluto Papa Francesco per censurare il bulimico uso dei cellulari, perfino in Chiesa.

EMA
Decidere e non sorteggiare. La mala sorte che ha sottratto l’EMA a Milano andava sconfitta molto prima. Dopo la Brexit subito una offensiva diplomatica, professionale, imprenditoriale e politica. Soprattutto era necessario non pensare furbescamente che non si sarebbe arrivati al sorteggio. Serviva modificare le regole per contare solo sui voti. La politica decide, non gioca.

mercoledì 22 novembre 2017

MIX Newsletter / Novembre 2017 / Editoriale

GUARDARE

Guardare in alto e lontano è politica. 
Guardare la punta del naso e delle scarpe è populismo.


La politica che non guarda: non vede, non osserva, non analizza, si trova sopravanzata dagli eventi che spesso non sono più reversibili. Alcuni, in questi ultimi tempi, mi rimproverano un certo ottimismo, perché – annotano - non c'è niente che spinga fuori da una certa apatia il Paese che sta accettando tutto, salvo non andare più a votare o partecipare a referendum che suonino come protesta.
Effettivamente i due referendum consultivi di ottobre, voluti dai Presidenti (non Governatori!) delle Regioni Lombardia e Veneto sono state una campagna elettorale a carico dei cittadini, anche se, sia in Lombardia (Gori) che in Veneto (Rubinato) si sono aggiunti voti del Pd. Ancora una volta non si è voluto offrire una doverosa e approfondita informazione che divenga anche pedagogia civile. "Manteneteli ignoranti, saranno ubbidienti" è una angosciante massima.

Infatti basta illustrare l'art.116 della Costituzione che al comma 3 prevede "Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia (...)".  Inoltre altre materie indicate nell'art. 117 "possono essere attribuite con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali (..)". Può darsi che il sostegno ampio consultivo dia forza alla trattativa con lo Stato? Ma la propaganda era 'indipendentista' in giornate in cui una Regione della Spagna rendeva evidente quale disincanto si celi dietro il populismo. Di più: la propaganda insisteva soprattutto su "i nostri soldi devono rimanere a noi". Argomento squallido se questo è il collante di una politica: senza visione, senza ideali di solidarietà e tutta centrata sull'egoismo individualista. Senza politica non c'è società. Per altro le banche venete sono state salvate con i soldi dello Stato (4,7 miliardi), 6 miliardi per il Mose di Venezia, 2,5 miliardi per l'Alta Velocità. La solidarietà nazionale supera le emergenze, consolida lo sviluppo. 
Il referendum dello scorso  4 dicembre,  che attuava immediatamente le riforme chieste da decenni, fu sconfitto e si è enfatizzato invece il risultato di referendum consultivi. Guai se i recenti elettori del sì si sentiranno delusi, perché in gioco è la credibilità delle istituzioni, delle persone e del valore del voto. Assenteismo e populismi avranno trovato terreno fertile per crescere.
Gli elettori! Il prezioso seme della democrazia. Renzi, da Chicago con Obama, esorta: "la politica conquisti i giovani". E' oggettivamente una missione per l'attuale generazione di dirigenti. E del resto si stanno sviluppando iniziative diverse di 'scuole' di politica: di partiti, di movimenti, di diocesi.
Non basta partecipare ai corsi anche con docenti gratificanti, perché serve esperienza sul campo. Non illudere i giovani volonterosi che dopo un po' di formazione troveranno posti nelle liste, pronti e capaci di affrontare incarichi di governo o assembleari. È già accaduto che siano state nominate alle cariche più elevate personalità che avevano per profilo di non aver fatto mai politica.
I giovani sono adatti a pensare il presente e il futuro, ma spesso non conoscono il passato. È povera la politica senza storia. Purtroppo anche i programmi scolastici sono modesti, ma non è possibile una credibile competenza senza aver studiato e continuare a studiare la storia. È davvero maestra!
I partiti si preoccupino di questi 'dettagli' e guardino anche la composizione anagrafica dell'elettorato. Nei referendum, da quello della Brexit fino ai nostri, è emerso un dato da osservare attentamente: i giovani hanno guardato 'fuori' e lontano; gli ultra sessantenni si sono mostrati preoccupati di conservare il loro 'presente'. 
Allora conquistare i giovani significa proporre una politica aperta, che faccia intravedere orizzonti affascinanti, visioni utopiche, sogni di lasciare il mondo migliore di come l'hanno trovato. Immagino che a loro non serve chiudersi in Regioni indipendenti; non serva rinunciare alla moneta unica; tornare a frontiere, passaporti, dazi. Si meritano un grande Paese, gli Stati Uniti di Europa, che non riduce l'identità dei loro territori di nascita, ma li rende significativi e forti, non marginali come se fossero piccoli e chiusi.

È tempo di guardare avanti. 
Ormai non occorre essere futurologi per indovinare che tutti i programmi 2020 sono già superati e bisogna studiare per il 2050.

Le culle vuote e gli anziani in continuo aumento devono far cambiare mentalità nel delineare strategie. Invece ci si attorciglia attorno alle spending review in sanità, previdenza, organizzazione del lavoro guardando indietro, coi criteri di ieri. La informatizzazione inarrestabile - da utilizzare governandola - la robotica, complementare o sostitutiva di attività umane, rendono urgente guardare attentamente i confini, i limiti, le opportunità del nostro vivere di domani e dopodomani.

Le sfide sono globali e non si possono affrontare solo con strumenti locali. La incompetenza comporta conseguenze importanti.

Guardare per vedere bene e chiaro. 
Osservare e analizzare. Uno sguardo ottimista nonostante tutto: una ricetta efficace purché si studi, si rimanga ancorati alla realtà, che rende umili.  La politica può far perdere le coordinate personali, perché si incontrano personaggi di fama mondiale, si ottengono riconoscimenti e onori, si è destinatari di premi, si ottengono importanti risultati con le proprie scelte. Ma la politica non è la vita, è parte della vita e non la esaurisce. 

Guardare in faccia le persone. 
Non basta un clic per costruire la democrazia diretta. Trascurando gli eventuali inconvenienti tecnologici di cui si è testimoni tutti i giorni, anche a livello planetario, la rappresentanza delle persone in carne e ossa, affrontando i loro problemi, conoscendoli direttamente per risolverli davvero, efficacemente e tempestivamente: ecco il senso e il significato di portare esperienza e competenze nella attività politica. "I volti della Repubblica" è la bella, efficace immagine, utilizzata dal Presidente Mattarella nel suo discorso di insediamento. I volti della Repubblica sono quelli di chi lavora, soffre, studia; dei giovani disoccupati, dei vecchi soli e malati...

In questi volti deve specchiarsi chi vuole rappresentarli. Si deve guardare negli occhi "mettendoci la faccia". Sarebbe anche il volto della " buona politica".

martedì 21 novembre 2017

Pensieri in viaggio / Novembre 2017

Evviva Alex Zanardi. 
Si è proposto come testimonial per responsabilizzare sull'uso del cellulare quando si guida. Credo che nessuno possa dubitare della sua competenza a consigliare.

Perfino lo Sport si sporca di antistorici rigurgiti 
di antisemitismo, di razzismo, di neonazismo. 
Urge correre ai ripari con severità e certezza delle pene. Anche con la chiusura degli stadi. Non si può rinunciare ad educare i giovani ai veri valori sportivi, riconosciuti come massimamente educativi. 

Ero forestiero: grandissima, importante, 
necessaria mobilitazione. 
Chi ha mente e cuore aperti, una intelligenza contemporanea dei fenomeni mondiali, ha dato vita e sostenuto la raccolta di firme per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare. Anima dell'iniziativa Emma Bonino, don Colmegna della Casa della Carità e molti altri che non temono, ma vogliono costruire il futuro: di integrazione e quindi di serenità. 

100 anni da Caporetto. 
Dal risveglio della Nazione, 70 anni di pace in Italia e in Europa.


Settimana sociale dei Cattolici. 
Svoltasi a Cagliari, ha volto lo sguardo acuto, solidale, compassionevole e speranzoso alla condizione attuale della nostra società. 
Dibattiti, approfondimenti e conclusioni propositive, attendono di essere guardati con attenzione. Sette proposte sono applicabili e la legge di bilancio in discussione in Parlamento potrebbe assumerle e guadagnarci in credibilità.  

lunedì 20 novembre 2017

Pensieri in viaggio / Ottobre 2017

Buone notizie  
Ottima l’iniziativa del Corriere della Sera di pubblicare un inserto che racconta l’Italia che funziona. E’ certamente importante la narrazione del Terzo Settore e delle iniziative comunque riferibili al volontarismo dei cittadini. Mi auguro buone notizie anche in ordine alle attività imprenditoriali, all’esercizio della buona politica, all’eccellenza amministrativa, ecc. Serve come conforto e sollecitazione per tutti: il buon esempio toglie alibi agli ignavi, ai disonesti, agli incompetenti e ai corrotti.  

Cattive notizie 
Non c’è programma mattutino, pomeridiano e serale – nonché tutti i telegiornali! - che non indugino per giorni e giorni sui fatti di cronaca nera. Si illustrano perfino i risultati delle autopsie e le lacrime ai funerali.  Ottima la denuncia delle violenze e del male, ma pessimo il guardonismo (quando non si rischi l’emulazione).  

Festival 
Sul lago di Varese a Gavirate si è svolto il primo Alzheimer Fest. Iniziativa coraggiosa e piuttosto ardita, ma alla fine di successo sia per le finalità che per la comprensione dei contenuti. Malati, familiari, operatori hanno portato all’interno della vita quotidiana mostre d’arte, spettacoli teatrali, incontri scientifici, appuntamenti clinici. Perché la malattia non deve né può escludere dalla vita, perché è parte della vita. Auguri per un prossimo Alzheimer Fest.   

Donne 1 
Importante e da valorizzare molto il Festival delle Donne. Approfondimenti, dibattiti e dialoghi meritevoli di essere conosciuti e apprezzati nel merito.   

Donne 2
Stupri. Si invocano nuove leggi, ma basterebbe applicare con puntualità e severità le norme vigenti. Soprattutto educare i maschi alla parità con le donne quanto a dignità, autonomia, capacità intellettuali. Si incomincia in casa, si continua a scuola e si persevera nelle relazioni sociali.  

Puliamo il mondo
La Lega Ambiente compie 25 anni. Sollecita l’iniziativa di ciascuno al rispetto dell’ambiente. Le campagne “puliamo il mondo“ mostrano il danno irreparabile che tutti gli egoisti maleducati provocano buttando rifiuti ai bordi delle strade, nei fiumi e nei mari. Rispettare l’ambiente significa avere rispetto di sé e delle prossime generazioni. 


Maledetti i telefonini che fanno guidare e camminare con gli occhi bendati. 

mercoledì 15 novembre 2017

MIX Newsletter / Novembre 2017


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venerdì 20 ottobre 2017

MIX Newsletter / Asia Bibi


MIX Newsletter / Ottobre 2017


MIX Newsletter / Ottobre 2017 / Editoriale

SCEGLIERE 

Scegliere, in latino si dice eligere, cioè eleggere. Le elezioni dovrebbero essere una missa solemnis della democrazia ma ad oggi sono un tormentone sia nel dibattito politico che nella loro ormai consolidata disaffezione nel sentire dell'elettorato. Non potrebbe essere altrimenti per i molti motivi che le forze politiche non stanno ancora - spero non perché non lo sappiano - rimuovere con un gioco al massacro sostenuto dal retropensiero di distruggere l'avversario prima, e poi ricostruire: non funziona così in una società in cui i media illustrano e dilatano anche i metamessaggi, veri o 'fake', per cui diventa affannosa e improduttiva la rincorsa. 
L'abitudine a tenere d'occhio i sondaggi - anche se hanno mostrato la corda - mobilitano i leader sul contingente, sulle risposte 'occhio per occhio' alle polemiche, anziché ai dialoghi. Chi non è interessato alla politica cosa può capire? E perché deve interessarsi? La causa primordiale dell'assenteismo e del populismo (non sovrapponibili) è il grande risentimento sociale che si è insediato nelle fasce di popolazione che il neoliberismo ha immolato sull'altare del mercato. 
I ceti più sfortunati e le “periferie” non sono stati protetti né prima della crisi né tanto meno dopo. Non sarà il destino baro ad aver guidato nella Brexit, nella elezione di Trump, i voti lontani dalle sinistre espressi nelle periferie delle nostre città. 
Non pare ancora chiara una inversione di tendenza, perché anche nel profilo della nuova legge elettorale non appare la volontà di un collegamento diretto del cittadino con il suo rappresentante. Solo questa è la strada per il recupero della credibilità. La legittimazione dei partiti - ancora in assenza di una legge che li regolamenti - passa dalla loro capacità, indispensabile e non rinviabile, di selezionare i candidati. Devono essere riconoscibili per impegno, competenza, dedizione. È inutile e dannoso il giovanilistico frenetico turnover degli eletti. Al Paese serve che siano capaci. Fassino ha suggerito saggiamente di integrare giovani e veterani nelle liste per preparare successioni utili e funzionali agli incarichi impegnativi da assumere in Parlamento e nelle diverse Istituzioni. Per il resto, gli eletti, potrebbero stare in Parlamento o in Consiglio comunale fino a quando gli elettori non li votano più. In questi anni si sono modificate le Assemblee con criteri anagrafici anziché democratici. Sono finzioni le elezioni in cui le scelte sono aprioristicamente determinate da partiti che, ultimamente, non riscuotono la reputazione della gran parte dell'opinione pubblica. Le leggi elettorali sono, per eccellenza, espressione del potere parlamentare e, per fortuna, la legislatura, sia pure in limine, approva una nuova legge elettorale, ma è un fatto che si è arrivati a ridosso della campagna elettorale. 
Si è disturbato il latinum grossum per indicare le regole cambiate, praticamente, ad ogni legislatura. Non si scelgono così i rappresentanti del popolo, addirittura irridendo le proprie leggi, spesso sospettate di incostituzionalità. Chissà se in una qualche prossima legislatura sarà varata una legge che, come in USA o Francia o Germania, duri nel tempo, garantisca che i cittadini individuino con nome e cognome la personalità che viene espressa da un proprio ben circoscritto territorio, con una diretta responsabilità dei partiti a preparare le loro classi dirigenti. Se ci sono riusciti gli altri, non mancheranno gli esperti e capaci in Italia per disegnare definitivamente un complesso di regole che riscuotano l'attenzione dei cittadini almeno, anche se non scaldano il cuore. 
Mi chiedo se i nostri politici hanno mai ammirato le fotografie delle code ai seggi nel dopo guerra oppure le immagini degli elettori dei Paesi in cui si rischia di essere uccisi mentre si sta in coda davanti ai seggi... In Italia, invece, il Governo deve ricorrere alla fiducia per salvarle l'onore del Parlamento dai rischi delle imboscate col voto segreto. Ricordiamo il giudizio di Aldo Moro all'Assemblea Costituente sul voto segreto che "tende a sottrarre i deputati alla necessaria assunzione di responsabilità di fronte al corpo elettorale per quanto hanno sostenuto e deciso nell'esercizio del loro mandato" (14 ottobre 1947). 
Ho ascoltato critiche e anche amarezze per come si è arrivati alla legge. Ci sono stati quattro anni di tempo e si è giunti in questa maniera alla meta? Mi pare non ci fosse altra via. La maggioranza che l'ha votata era ampia e oltre il recinto governativo. In qualche modo coi collegi piccoli si collega il parlamentare al territorio (non ci si azzardi a catapultare i soliti noti extraterritorio!) e i listini corti consentono di penalizzare il partito se i candidati elencati non corrispondono alle aspettative. Quanto alla aderenza ad un territorio, trovo particolarmente incoerente i collegi esteri, che coincidono con i Continenti. Come si rappresentano gli Italiani residenti in Australia o in Sud America? Per non parlare di altre difficoltà collegate. 
Il Parlamento ha bisogno di rilanciare il proprio ruolo centrale e insostituibile in democrazia con qualche ulteriore 'colpo di reni', approvando la legge sul fine vita e quella sullo Jus soli, nonché quella sulla istituzione degli Albi delle professioni sanitarie, col riconoscimento di nuovi profili professionali, per assicurare i cittadini (soprattutto i malati) che incontrano operatori qualificati  (eliminando gli abusivismi). 
Sono norme che dividono e insieme recuperano trasversalmente la condivisione, ma dimostrano la capacità dei partiti di stare dalla parte dei bisogni, invece che delle convenienze. Gli elettori, fatta salva la legge elettorale, si aspettano la risposta alla domanda più radicale, che può indirizzare davvero i voti: qual è il progetto Paese? Quali candidati saranno capaci di attuarlo? La forza della politica e la riconquista dell'opinione pubblica non avvengono sulle disfide interne dei partiti (non se ne può più!), ma sulla chiarezza dei programmi e dei propositi, con un magistero orale che spiega, illustra, ascolta. Chi pensa di sconfiggere i populismi in modo diverso è in mala fede. 
La controprova sono tutti i referendum archiviati, in atto e prossimi.  C'è una grande voglia di far sentire la propria voce ed anche ben individuabile attraverso una forte accentuazione di identità e perciò con finalità divisive, di contestazione. I ricorsi ai referendum sono falsa valorizzazione del popolo decidente: la democrazia non si celebra con un sì o un no, con maggioranze emotive, che deresponsabilizzano le assemblee elettive. E ogni volta che è prevalso il sentimento di appartenenza territoriale, anziché di comunità politica coesa perché le istituzioni la interpretano e la servono, sono avvenute divisioni drammatiche. 
Brexit e Catalogna (speriamo), certo non come la penisola balcanica, e tuttavia col virus della supremazia etnica ed economica: si evocano ritualmente le tasse da non dare allo Stato centrale. 
Un’altra formidabile giustificazione che spinge a destra è la paura della immigrazione. Kurz insegna. La grande colpa è di non aver gestito il fenomeno dal suo manifestarsi. Ora è difficile vincere le fake news, ma bisogna farlo!  

Meritano molta attenzione e analisi questi fenomeni, altrimenti, invece che una indispensabile e condivisa marcia verso gli Stati Uniti d’Europa, la carta geografica dell'Europa assomiglierà a quella del 1500, coi confini di piccoli Stati, che per le prossime generazioni significheranno irrilevanza politica, economica e culturale. Un bel progresso. (m.g.)

lunedì 9 ottobre 2017

Vent'anni fa ad Assisi

In un sopralluogo nelle zone del terremoto di vent'anni fa, ad Assisi, da Presidente della Croce Rossa, ho avuto accesso alla zona interdetta del cantiere della Basilica. 
Era stato salvato un frammento in cui si riconosceva San Rufino, ma dal soffitto continuavano a cadere frammenti che, dopo un lungo volo, si “spiccicavano” al suolo come polvere: i restauratori mi dicevano “come borotalco”. Avvenire nel bel articolo di oggi ricorda che erano oltre 300.000 frammenti. Uno “stringi cuore” per chi vi stava lavorando.
Ho incontrato la sovrintendente (credo di ricordare che fosse Paola Passalacqua) che coordinava il gruppo interno alla Basilica e piangeva. A una mia domanda si è spesa in accurate e appassionate spiegazioni e mi mostrava gli strumenti con cui delicatamente componevano un infinito, defatigante puzzle. 
Aspettava l'autorizzazione del Commissario, Antonio Paolucci, per fare l'acquisto di gomma piuma per coprire il pavimento e così attutire la caduta degli affreschi. Il Commissario era alle prese con un problema ben più grave: un timpano da salvare, sul lato destro della Basilica, e aveva altro cui pensare... Ho scambiato qualche occhiata con la sfiduciata sovrintendente e Le ho fatto una proposta: sarebbero andati bene anche dei materassi? Infatti, a Jesolo, al centro accoglienza dei rifugiati, erano accatastati molti materassi dismessi, perché la CRI li cambiava ogni volta per rispetto delle persone. Così decisi di inviare un Tir di materassi per coprire l'intero pavimento della Basilica. Ritengo sia evocativo e commovente il collegamento, avvenuto nei fatti, fra il diritto umanitario di tutela dei vulnerabili e la conservazione dell'arte.
Ogni dopo terremoto è un tempo assai complicato da gestire; si sommano problemi umani e problemi materiali, come recuperare i tesori di una tradizione culturale che costituiscono l'identità di un territorio e di una popolazione. Segnatamente, in quel caso, un vero patrimonio dell'umanità e della spiritualità universale.
Mariapia Garavaglia 

venerdì 22 settembre 2017

MIX Newsletter / Settembre 2017

CERCARE

Chi cerca, trova! Banale, ma non so quanta curiosità (fatti salvi gli scienziati e i ricercatori di professione) sia diffusa tra noi tutti, afflitti dalla velocità dei social. Per trovare ci vuole pazienza, umiltà e capacità, altrimenti non si sa cosa cercare. 
Cercare la verità. È la più indaginosa e difficile ricerca:  la verità per Regeni, per la trattativa Stato-mafia, per le attività di soccorso delle ong, per gli abusi edilizi... 
Tutte verità con la V minuscola, perché la domanda delle domande: "cos'è la verità?" è stata posta in maniera definitiva secoli fa.  
Le nostre piccole verità dovrebbero essere utili a sbugiardare le famose “fake news".  Ma, forse, la colta definizione le ha fatte diventare trendy, cosicché per il cittadino medio è difficile discernere. Papa Francesco in un incontro con giornalisti ha sostenuto che anche una metà notizia è una falsità. 
In una democrazia i cittadini hanno il diritto di essere informati in modo corretto, perché siano liberi nelle scelte. La responsabilità enorme riguarda quindi i media (e la potentissima Rete) e la politica. 
Le soluzioni ai problemi, è di tutta evidenza, che sono improntate -anzi definite- secondo una visione ideale o ideologica. Ai cittadini, pertanto, devono essere offerte delle possibilità di scelta dei loro rappresentanti in base ai programmi che propongono. In questa ‘Seconda Repubblica’, e segnatamente negli ultimi tempi, la politica sollecita colpevolmente le emozioni che volgarmente vengono definite "di pancia" quando, invece, sarebbero necessarie proposte ragionevoli e razionali per elaborare proposte per il futuro. Si lamenta da più parti che stiamo rubando il futuro ai giovani: chi lo ruba?  
E il destino dei giovani deve essere alla base del cercare le soluzioni per disegnare un futuro certo, anche se non immediato. Il più grave problema indotto oggi dalla politica è l'assenza di una prospettiva certa che conduca, nel tempo -non sono richieste bacchette magiche, ma nemmeno continui giochi di prestigio cambiando le regole durante le partite- ad un profilo di comunità, che salvaguarda il welfare: pensioni non continuamente 'riformate'; sistema sanitario equo ed efficace; scuola meritocratica che prepari col medesimo criterio al lavoro; diritti dei lavoratori, anche flessibili, ma sicuri; solidarietà organizzata per i cittadini più deboli; determinata e partecipe attività internazionale per costruire l'Europa Unita (dovere verso le nuove generazioni) e rafforzare gli organismi internazionali che favoriscano la pace. 
Per ora - e da mesi - si polemizza (non si discute) su ipotesi di legge elettorale e sulle alleanze (chissà quali e come, senza la legge elettorale) e sulla scelta dei candidati. 
Cercare candidati. Questa ricerca sì è compito dei partiti e, invece, si invocano le parademocratiche primarie per rinunciare alla primaria responsabilità di optare con decisione, in base ai risultati attesi. 
Cercare soluzione per i migranti. Si è cercato e le soluzioni stanno arrivando e potranno anche essere ulteriormente affinate e implementate. 
Cercare la casa. I cittadini che ne hanno diritto, i deprivati economicamente, gli immigrati, i rom... Sembra che, finalmente, si cercano alternative agli sgomberi forzati e per la assegnazione di alloggi decenti. E si opera una doverosa bonifica di situazioni ai margini della legalità o completamente criminali. Cercare, per governare i fenomeni, ministri competenti! 
Ci sono milioni di abitazioni sfitte: qualche incentivo che 'obblighi' i proprietari ad affittare, con le garanzie necessarie (la proprietà privata "non è un furto"). Edifici sequestrati o requisiti, patrimoni demaniali (caserme, case cantoniere, ecc.). Non sono tutte occasioni "chiavi in mano" perché sono necessari adattamenti, recuperi, restauri, ma nel breve e medio tempo si valorizza un enorme patrimonio immobiliare e di grande valore civico ed etico. 
Senza bisogno di particolari algoritmi, penso che le diverse amministrazioni, ai vari livelli, siano in grado di verificare il bilancio positivo fra i costi per emergenze (che non  vengono completamente eradicate) e il vantaggio di ammortamenti definitivi dei costi, altrimenti ... infiniti e improduttivi. 
Essenziali gli amministratori locali nel cercare il bilanciamento dei costi e dei benefici politici, nel senso di ricadute sui territori e nel sentire dell'opinione pubblica. 
Non in tutta Italia ci sono le medesime condizioni, ma quando un processo politico viene positivamente percepito, trascina l'impegno a proseguire. Ormai si segnalano molte e diversificate esperienze a livello locale per ripopolare borghi 'fantasma', per integrare in lavori utili i migranti temporanei, per valorizzare iniziative di volontariato che riabilitino ecologicamente i territori, ecc. 
Chi pensa, trova! Ed è tempo di scovare evasori ed elusori. Ci sono modi e strumenti offerti da tecnologie, dati statistici, consumi, ecc. che consentono di cercare e trovare i meccanismi per una più equa giustizia sociale. Ricordiamo che chi non paga le tasse, non paga i ticket, ha esenzioni scolastiche, altera la concorrenza, ecc.ecc.ecc! 
Cercare la giustizia sociale. È cercare davvero il bene comune, che è il fine della politica, per costruire la comunità. 
Cercare di dare notizie corrette. Per esempio oggi, non offrire un racconto addomesticato sullo ius soli. Questa legge non serve -come la raccontano- per trasformare in Italiani tutti coloro che sbarcano sulle nostre coste. Riguarda solo chi è nato in Italia da genitori con regolare residenza da almeno 5 anni o chi è arrivato entro i 12 anni ed abbia completato un intero ciclo di studi. Non ci sarà nessuna corsa a partorire in Italia. 

(m-g.)

Pensieri in viaggio / settembre 2017

Sor'acqua
“Laudato si' mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è multo utile e humile et pretiosa e casta.” Quest'anno abbiamo sperimentato quanto sia preziosa l'acqua. Ci ha insegnato che deve essere risparmiata e rispettata. È necessario rispettare l'ambiente ed evitare inquinamenti. La custodia del Creato compete a tutti, perché  è la nostra casa. E la casa senz'acqua ...  

Orsa
Grandi polemiche per l'abbattimento di un'orsa. Apprezzo l'impegno degli animalisti, anche Giovanni Paolo II ebbe ad affermare che in tutte le creature c'è l'orma del Creatore. Importante e decisivo è che si amino le persone -soprattutto le più indifese- almeno con la stessa convinzione (se non si riesce di più) con cui si è protestato per l'abbattimento dell'orsa.   

Vertigine
I guadagni dei calciatori. Giro d'affari per uomini merce superiore a quello di molte piccole e medie imprese. Sono tifosa ma mi scandalizzo lo stesso!  

Autonomia
Non dalla scienza. Le vaccinazioni riguardano il bene della comunità nazionale e l'uguaglianza dei cittadini secondo l'art.3 della Costituzione, non la Regione di residenza.  

Gentilezza

“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre.” 

Il cardinale Tettamanzi

Ad  Deum

Bastava il suo sorriso per entrare subito in dialogo col card. Tettamanzi. Ci ha lasciati il 5 agosto. 
Di Lui molto è stato detto. Fine teologo e grande pastore, con una iniziativa illuminata, a Milano, ha dimostrato che il Vangelo vuole le opere a testimonianza di ciò che insegna. 
Ha inventato il “Fondo famiglia-lavoro” per sostenere chi è nell’indigenza a seguito delle perdita dell’occupazione. La dotazione iniziale (che si è incrementata mano a mano notevolmente) è stata di 1 milione di euro. Una somma che il Cardinale Tettamanzi ha stanziato attingendo dall’otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte che gli sono pervenute “per la carità dell’Arcivescovo”, da scelte di sobrietà della diocesi e sue personali. Lasciamolo con un ad-dio, per Lui davvero nel significato originale, ereditando una Sua speciale esortazione: "Rendete facile farvi voler bene". 
A Lui  è stato facile voler bene. (m.g.)

martedì 1 agosto 2017

MIX newsletter / Agosto 2017

POLITO / PULIZIA / POLIZIA

"Fa' polito": comportati bene! È una espressione dialettale (derivata forse da polie, politesse, francese). L’espressione suggerisce una modalità di essere gentili, cortesi, quasi  significasse anche essere puliti. 
È un bel consiglio per tutti e anche per chi fa politica. Linguaggio pulito, vita pulita: facilità di comprensione dei comportamenti. 
Sembra che in Italia abbiamo bisogno di un Cantone per garantire di fare bene,  correttamente, pulitamente gli appalti come altre procedure pubbliche. Certo che, se addirittura le pubbliche amministrazioni rinunciano alle grandi opere (Raggi le Olimpiadi), cosa si può pensare delle qualità gestionali, culturali, morali delle persone che guidano le istituzioni! Tocca, invece, a chi sceglie i candidati alle diverse funzioni garantire la qualità delle persone rispetto al ruolo, essendo comunque l’onesta una precondizione. 
Si deve vincere la diffidenza dell'opinione pubblica con i fatti. La corruzione è antica, ma è ingeneroso, e perfino pericoloso, per la democrazia considerare la politica una cosa sporca e ritenere tutti i parlamentari "delinquenti e ladri" perché, oltre ad essere un immeritato giudizio qualunquistico, Calamandrei direbbe: "i cittadini devono arrivare a sentire che chi accusa tutti i deputati di essere tali, in realtà rivolge questa accusa non agli eletti, ma agli elettori. In regime democratico i deputati  rappresentano il popolo, e chi scaglia fango su loro, colpisce tutto il popolo che li ha scelti".  

Pulito: il mondo pulito. La casa pulita. La città pulita. È tutta responsabilità individuale prima, e comunitaria poi, considerare sia il pianeta che la città "la nostra casa comune". La politica deve impossessarsi di questo slogan, perché è un programma di lunga prospettiva: l'ecologia non è solo un argomento, è organizzazione della comunità: dei cicli produttivi industriali, della disciplina urbanistica, della sicurezza alimentare e sanitaria, della ricerca scientifica. 
Non da ultimo è una questione di educazione ecologica, che richiede una "conversione ecologia". Lettura consigliata: la Laudato Si' di Papa Francesco. 
Pulizia istituzionale. 
Si era fatto credere che venissero annullate le Province ed invece esistono ancora, mutilate di funzioni e di organi eletti. Per mantenere le promesse agli elettori basterebbe una brevissima norma costituzionale, che le abroghi dall’art. 114  della Costituzione. Altro che riduzione della burocrazia e spending review. 
Pulizia delle leggi. 
Troppe norme. Troppo mal scritte e di difficile comprensione. Non ha mai avuto seguito l'idea di munire il Parlamento di una commissione di linguisti (la Crusca?) per scrivere le norme in italiano corrente? Se si capiscono, forse creano anche cultura...   
Pulizia della burocrazia. 
E' tempo! L’inimicizia verso il sistema statale da parte dei cittadini è causata dal tempo che perdono e dalle difficoltà interpretative che incontrano nei vari adempimenti.  E non esageriamo con la informatizzazione! Alla burocrazia risulta quanti sono ancora i cittadini che non hanno competenza in questo ambito?   Pulizia delle  strade dalle cicche di sigaretta. 
Anche a New York i fumatori - col caldo o col freddo- fumano in strada, ma non ci sono mozziconi fuori dai bar o dagli uffici. Impossibile per gli Italiani comportarsi alla stessa maniera?  


Polizia: di Stato, Locale, Provinciale (?). Tanti soggetti con compiti che qualche volta si sovrappongono. Il Ministro dell'Interno, Minniti, sta ottenendo risultati con una più capillare e, insieme, intensa distribuzione di uomini e mezzi.
Più che la loro funzione sanzionatoria (le multe qualche volta sembrano sevizie: non è possibile predisporre i moduli dei verbali che siano leggibili?!) è importante la presenza. Il senso di sicurezza semplifica la vita dei cittadini. Sono diversi i Corpi e potrebbero integrarsi anziché duplicarsi: spesso c'è la pattuglia dei vigili, dei carabinieri e dei poliziotti nello stesso spazio cittadino. Gli ambulanti abusivi sono moltissimi, i mendicanti molesti ugualmente; in alcune strade prostitute e spacciatori ‘lavorano’ indisturbati; in alcune zone delle città e, soprattutto nelle stazioni, la notte sembra il tempo per gli impuniti, gli intoccabili. Meno pattuglie in luoghi 'facili', ma più presenza a piedi, in bicicletta, a cavallo a seconda del territorio da presidiare. 
Forse servirebbe anche recuperare la miriade di scorte la cui vista suscita nei cittadini, che le osservano, sentimenti non amicali. Chi vuole riconquistare un po' di reputazione alla politica e al proprio ruolo (inutili, invece, i pauperismi di rinunciare all'auto che serve per lavorare!) rinunci piuttosto  ad  uno status simbol che costa molto ai cittadini e distrae troppe forze dell'ordine dal loro prioritario ruolo.  (m.g.)

ALZHEIMER FEST / 1-3 settembre 2017 / Gavirate


Alzheimer: una sfida possibile,  a fianco dei malati e dei familiari per sfidare l’epidemia del secolo. 
Dona il tuo 5 per mille a:  Alzheimer Ricerche Brescia onlus C.F.: 98058810171 

www.alzheimerfest.it

Pensieri in viaggio / luglio - agosto 2017

Non è certo l'acqua 
dei "nasoni" 
responsabile della crisi
idrica di Roma…
E' utilissima, invece, per turisti e passanti! 
Le fontane di Piazza San Pietro evitano colpi di calore per i pellegrini che sostano in piazza in attesa dell’Angelus. 
E’ un danno spegnerle.  





Piccolo Charlie 
ci hai regalato un sussulto di solidarietà, generosità vera. Ci hai anche mostrato quanta cinica strumentalizzazione si può fare della dignità della persona. Ci hai insegnato che serve consapevolezza dei valori in gioco e grande serena riservatezza in una autentica alleanza  fra medici e familiari.    

ADDIO GIOVANNI

Giovanni Bianchi, Presidente delle Acli, Parlamentare e Presidente PPI se ne è andato dopo una breve grave malattia. 
Esemplare cattolico impegnato nel servizio, prima sociale e poi politico, alla comunità. Cattolico intransigente nella difesa della laicità della politica ha mostrato fermezza e insieme mitezza anche nel respingere l’ingerenza ecclesiastica in scelte squisitamente politiche, responsabilità dei laici. 
Un esempio. 
Il fossato fra politica e cittadini si riempie solo così, senza demagogia, terreno di coltura del populismo. (m.g.)

domenica 9 luglio 2017

Mix Newsletter / Luglio 2017 / Editoriale


EMERGENZE

Emergenze: troppe!
La prima che viene in mente ai più è quella rappresentata dal fenomeno migratorio. È raccontata - male - dalle immagini che vediamo, non solo degli sbarchi ma dei molti uomini giovani, che, - distribuiti male a causa delle resistenze, nelle diverse località - suscitano reazioni che alimentano una cultura del rifiuto anche in chi non nutre alcuna inclinazione razzista. 
Urge - e siamo in ritardo- una strategia complessiva, perché ci troviamo di fronte ad una emergenza "strutturale". Fino a quando Europa e Usa non rimuovono le cause di conflitto; fino a quando deprediamo l'Africa delle materie prime che servono alle industrie tecnologiche del nord del mondo (Obama almeno aveva decretato la tracciabilità dei metalli "sporchi di sangue" e Trump, naturalmente, l'ha abrogato, come la sottoscrizione degli accordi di Parigi sul clima), non si fermeranno nemmeno le migrazioni economiche, quelle che Macron non vuole accettare. 
In realtà non solo in Europa bisogna pretendere misure di pianificazione, ma anche dall'ONU! 
Il ministro Minniti ha già dimostrato di avere una visione più precisa e determinata che in passato sul da farsi. Urge una programmazione dell'inserimento dei migranti aventi diritto, offrendo occasioni di apprendimento linguistico e lavorativo; controllare le Organizzazioni; distruggere gli scafi (c'è lavoro di rottamazione che produce reddito); respingere davvero fino all'accompagnamento a casa... 
La diaria data ai Comuni potrebbe servire per la retribuzione di 'lavori socialmente utili' (manca personale dappertutto!); requisire transitoriamente caserme ed edifici dismessi che siano degnamente abitabili e farli manutenere dagli ospiti, che imparino lavori di manovalanza…; "utilizzare" la Croce Rossa Internazionale in convenzione per campi nei luoghi di partenza. La Bossi-Fini rende illegali gli immigrati e le norme di Dublino ci costringono ad accoglierli sul nostro territorio (entrambe le normative appartengono alla stagione in cui al governo c’erano le attuali opposizioni). Forse si potrebbe legalizzare gli arrivi con permessi di soggiorno temporanei, utili agli immigrati per ottenere i passaporti da parte delle Ambasciate dei paesi di provenienza e lasciarli quindi liberi di spostarsi nel continente. 
Non sarebbe pensabile, che venga sospeso il trattato di Schengen! 
Più facile dire che fare, ma in ogni modo urge mobilitare la cooperazione internazionale. Il fenomeno è planetario! E a casa nostra, chiediamo a molti imprenditori come potrebbero continuare le produzioni negli alti forni, nelle concerie, senza gli immigrati. Come molti allevatori condurrebbero le loro stalle senza indiani e pachistani. Perché vediamo in pizzerie, ristoranti, bar, in gran parte camerieri immigrati: rubano il lavoro a chi? Per non parlare delle culle italiane vuote che economisti e demografi segnalano come una nuova emergenza, che l’immigrazione parzialmente riduce. 

Emergenza astensionismo elettorale
Se quasi la metà dell’elettorato rinuncia ad esercitare il diritto più prezioso di cittadinanza, ci troviamo di fronte ad una emergenza 'democratica'. L'elettore, secondo me, fa male a non esprimersi: rinuncia non solo a un diritto sostanziale ma a riconoscere la sua dignità come cittadino, come valore: riconoscersi valore personale. Invece è grave responsabilità della politica non essere attraente, non suscitare interesse e partecipazione. È grave responsabilità dei partiti non porsi la domanda radicale del perché tanta disillusione e indifferenza. L'astensione è il partito del maggior consenso: non sceglie nemmeno un voto di protesta. Bisogna analizzare i numeri, i dati anagrafici, la distribuzione territoriale. Sia i voti espressi che quelli assenti il 4 dicembre scorso insieme a quelli delle recenti amministrative sono molto eloquenti. 
Ai cittadini, per quanto importanti la legge elettorale e le riforme istituzionali, assai di più interessa essere ascoltati nei loro bisogni quotidiani: pensioni, tasse, lavoro, ecc. Se questi sono i sentimenti più popolani (anche popolari!) i politici hanno l'obbligo di ascoltare, di capire. Sta divenendo ancor più emergenziale - nel senso di urgente - smettere di parlare di formule di accorpamento, di alleanze, di grandi intese (e in ciò ha ragione Renzi) per far capire meglio - se c'è - la visione di società e quali provvedimenti programmare. I voti arriveranno sulle soluzioni ai problemi e solo dopo, in base alle compatibilità, se nessun partito ottiene la maggioranza, si formeranno le intese più o meno larghe e toccherà al Capo dello Stato incaricare il capo del governo che verrà. I tempi, i modi, la mentalità e i partiti sono cambiati, ma (en passant) ricordo che con leggi elettorali diverse la DC ebbe De Mita contemporaneamente presidente del consiglio e segretario nazionale del partito. Perse sui due fronti.  

Emergenza fiscale
È emergenza che dovrà finire! Troppa evasione ed elusione. Il fisco è un tema di giustizia sociale e perciò una priorità, perché lo Stato si manifesta ai cittadini coi servizi pagati con le tasse. Il massimo della iniquità consiste nell'accesso ai servizi in gratuità da parte degli evasori e nella limitazione per chi ne ha bisogno davvero! Emergenza Europa. È urgente predicare in lungo e in largo gli Stati Uniti d'Europa! Di volta in volta si auspica un ministro delle Finanze europeo, un Alto rappresentante per la politica estera c'è, una certa intesa per una difesa comune sembra prendere piede; ebbene, se ci fosse l'Europa unita e unica, non avremmo l'attuale situazione dei migranti e sarebbe forse diversa la situazione del Regno Unito rispetto al continente. 
Sembra che solo emergenze esterne, come il terrorismo, facciano stringere i ranghi; quanto meglio sarebbe un grande paese di oltre 550 milioni di abitanti: Il Pil superiore a quello americano, un welfare eccezionale, una identità culturale plurale che farebbe scuola al pianeta. 

Due giganti europei ci hanno lasciato: Simone Veil, dai campi di concentramento al Parlamento europeo come primo Presidente; e Helmut Kohl, dalla patria divisa dalla guerra alla unificazione della pace. Bisogna conoscerli e imparare dalla storia che entrambi hanno tracciato per noi. A Trento in occasione del Premio De Gasperi, certamente meritato da Kohl, il Cancelliere invitò a coltivare l'utopia: senza utopia  non si realizzano ne' i sogni ne' i programmi. Questa è la politica. Peccato che ai suoi funerali c'erano solo Prodi e Berlusconi. Era una guida per i giovani ed è un monumento da collocare nel Pantheon dei democratici europeisti. Macron c'era; ed aveva fatto una campagna elettorale vincente europeista, senza cedere minimamente al populismo e all'euroscetticismo. 
Questa è la politica bellezza! E' la bella politica. (m.g.)


IL MIO 5 PER MILLE:  
Alzheimer Ricerche Brescia Onlus 
C.F.: 98058810171

IL MIO  8  PER MILLE:
Chiesa Cattolica

IL MIO 2 PER MILLE: 

Partito Democratico Codice M20 

MIX Newsletter / Luglio 2017


domenica 2 luglio 2017

APPUNTAMENTI / Luglio 2017


ADDIO LAURA

L’aggettivo, spesso abusato, per Lei è perfetto: straordinaria! Laura Biagiotti donna, mamma, professionista, artista, mecenate: straordinaria! L’amicizia con Laura e Lavigna è cominciata dopo una cena con il Presidente Scalfaro. Da allora la frequentazione è stata connotata – da quando ero vice sindaco di Roma – anche dalla condivisione delle sue sfilate e dalla passione civile che l’ha fortemente connotata. Il prossimo agosto sarà il primo compleanno che non festeggeremo insieme.  Il suo cachemire – dolcetto: che tenero! – mi sarà ricordato per un capo originale e affettuoso  che  mi donò: una magnifica sciarpa tricolore. Ogni volta che la indosserò sarà un ricordo di Laura.  

Pensieri in viaggio / Giugno 2017

Meritocrazia
Un TAR annulla la nomina di direttori stranieri di museo...proprio come i Paesi Smart. Un professore che con le procedure italiane non sarebbe nemmeno nominato primario, è stato chiamato in Australia come Capo Dipartimento di Psicologia in una prestigiosissima università,  a dirigere 60 professori. 

Identità 
Il Real Madrid ha eliminato la croce sovrastante la corona che ha nel suo stemma per poter giocare in Paesi del Golfo e potersi collegare a sponsor musulmani... povera Europa che ha rinunciati a definirsi giudaicocristana... Quanta ragione aveva Giovanni Paolo II! 

Cellulari 
Una classe di liceali per una settimana ha rinunciato ai cellulari.  Commenti di soddisfazione per aver recuperato relazioni alternative. Sarebbe comunque interessante e doveroso che allievi - e insegnanti! - non portassero il cellulare in classe ! Durante le lezioni che necessità c'è di telefonare? Per le emergenze ci sono le segreterie. 

MIX Newsletter / Giugno 2017 / Editoriale

GIALLO ARANCIONE

Quercia, margherita, Ulivo... nomi simbolici e significativi nella evoluzione di partiti storici: da orti botanici sono diventati orticelli e spariti. 
Negli ultimi tempi sono apparsi colori per indicare qualche ulteriore innovazione nel messaggio rivolto agli elettori: t-shirt gialle del Pd per pulire la città, o per la marcia di Grillo ad Assisi; arancione il colore delle elezioni di Pisapia, della bandana di De Magistris, e di vari  gruppi tesi a proposte innovative.
Sono colori solari, di forza e vigore: quello che serve a risvegliare passione civile contro apatia e delusioni. Se alla politica chiediamo efficienza e trasparenza - solare - urge partecipare. 
La partecipazione ha avuto una stagione trionfante, perché chiedeva alla politica  cambi di prospettiva, riforme per affermare nuovi diritti; è subentrata diffidenza, delegittimazione, col corollario di astensionismo e populismo. 
I Partiti che sono lo strumento - costituzionalmente previsto e protetto -  per la partecipazione dei cittadini “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” (art.49) sono sostituiti da movimenti incapaci di condensare gli obiettivi.  A chi giova temere lontani i cittadini dalla politica?
Ebbene anche l'occasione principe di partecipazione, fondamento della democrazia - le elezioni - in questo momento rappresentano un tormentone che non suscita  entusiasmo fra i protagonisti, figurarsi tra gli elettori. Ci stiamo appassionando alle elezioni negli altri Paesi europei, soddisfatti dei risultati antipopulisti prima in Olanda e poi in Francia. Abbiamo espresso giudizi esaltanti quasi fossero nostre conquiste: un pò provinciali. Il dato è che negli altri Paesi europei le leggi elettorali non cambiano ad ogni tornata elettorale e  davvero, ad urne chiuse, conoscono chi è destinato a governare e a presentare il governo in pochi giorni! 
Macron ha presentato ai francesi un movimento nuovo, ma che si è strutturato immediatamente e organizzato come un nuovo partito. 
Anche in Italia nel 2008 si è offerto agli Italiani un partito "nuovo e diverso" - il Partito Democratico - che chiudeva la cosiddetta Prima Repubblica, caratterizzata prima dalla clausola ad escludendum e poi da maggioranze tanto variabili da covare al loro interno  il virus della instabilità, fino ad avere alleati che procuravano crisi di governo per l'interesse contingente di parte anziché del Paese. 
Di riforma in riforma siamo al modello tedesco. Se si deve copiare, tanto vale prendere il modello interamente originale. È pur vero che ormai in Italia è sfuggito il traguardo del bipolarismo (del bipartitismo nemmeno l'ombra!), ma proprio per questo sarebbe necessario un meccanismo che attragga l'interesse dell'elettore  per scegliere e specchiarsi nel suo rappresentante. 
La rinuncia del Pd alla vocazione maggioritaria ha danneggiato l'intero sistema dei partiti; avrebbe potuto indurre una evoluzione generale positiva. A danno fatto, almeno non perseverare. Non ha senso la candidatura multipla: ogni candidato prima, ed ogni eletto dopo (sia pure senza vincolo di mandato), deve essere riconoscibile, controllato, seguito dai propri elettori. 
Ha senso, invece, la scelta da parte dei partiti: si prendano la loro principale responsabilità di presentare e sostenere la classe dirigente che propongono al Paese. Questo metodo contrasta con la logica delle primarie o le parlamentarie, perché qualche migliaio di click o anche qualche migliaia di cittadini ai gazebo non possono significativamente rappresentare la generalità dell’elettorato. Del resto si incaricano i sondaggi di disilluderci rispetto alle attese. 
In questi giorni non sono mancati segnali da parte dei cittadini elettori contro la superbia e la prepotenza dei leader, sia in Gran Bretagna che in Italia. Come è interessante analizzare ceto sociale ed età degli elettori,  sia in relazione alla preferenza di voto che di consenso al singolo leader: se ne ricaverebbero indizi preziosi. 
Senza bipartitismo - o bipolarismo - non ha senso nemmeno l'identificazione fra segretario del partito, che ottiene il maggior consenso, e primo ministro. Anzi: in una alleanza di governo è più indispensabile guidare un partito coeso, che mantiene la dialettica del confronto col governo, nella attuazione del programma concordato, e con l'opinione pubblica da accattivare sulle proprie posizioni. 
E serve parlare, spiegare, ascoltare e incontrare: i social dilatano, ma non sostituiscono la platea di persone fisiche, da guardare negli occhi, perché sentano e vivano la politica. Non c'è dubbio che la situazione attuale è figlia del risultato del referendum dello scorso 4 dicembre. Chissà fino a quando non sarà più ripreso il cammino delle riforme, visto che coloro che fingono di salvarsi l'anima spostando l'attenzione sui vitalizi stanno cercando una legge che salva i loro seggi, non più denunciati come troppi (col referendum il prossimo parlamento sarebbe stato ben dimagrito!). (m.g.)