lunedì 16 maggio 2016

MIX Newsletter / Maggio 2016

Votare è un diritto e un dovere.
E' rispetto di sé e della propria comunità.



CARI SINDACI

Spesso mi sento chiedere quale sia stata l’esperienza più bella: ministro, Croce Rossa o vice sindaco di Roma? Mi sono appassionata ad ogni incarico, ma la città è come un corpo vivo: propone problemi che sono propri di ciascun suo cittadino. L’amministratore non può ignorarli, perché gli si propongono quotidianamente fino a quando non sono risolti. Credo che l’esperienza di amministratore comunale debba essere una specie di noviziato per poter assumere qualsiasi altro incarico politico. E per rimanere nell’attualità di alcuni slogan contesto che si possa ben programmare l’impegno a favore di una città “liberi dai partiti”. E questo perché serve impostare una guida da seguire con tempi, modi e strumenti da assumere con responsabilità e da prospettare con chiarezza e sincerità ai cittadini, perché possano scegliere fra diversi programmi. Serve una visione e l’incarico deve essere una missione, non di una singola faccia ma di una proposta culturale collettiva, approfondita e proposta. E’ il motivo per cui non credo che siano le primarie a dare valore ai candidati. Piuttosto è la compattezza del gruppo dirigente di un partito che individua la persona più adatta, nel momento dato e secondo gli obiettivi  da conseguire. Del resto a Roma Giachetti è stato confermato in quanto era già ‘in pectore’ il candidato PD. Ed è stato così anche a Milano con Sala. Non si dica che proprio le primarie sono servite allo scopo! Quando i candidati sono “inadatti” anche le primarie deragliano e gli esempi sono già stati registrati. 

Cari Sindaci, le vostre città vanno conosciute nel profondo e molto amate per poter dare loro decoro e sicurezza. Dovrà essere proposta come casa comune da amare, rispettare renderla sempre più bella e attraente. Ci sono regole nazionali, regionali e locali da rispettare e far rispettare; l’esempio viene dall’alto. Innanzitutto semplificare, semplificare e ancora semplificare il rapporto fra i cittadini e i servizi. Ogni sportello deve essere un luogo accogliente. Abbiamo dovuto perfino approvare una norma che recita: ”Il dipendente in rapporto con il pubblico (…) opera con spirito di servizio, correttezza, cortesia e disponibilità e, nel rispondere alla corrispondenza, a chiamate telefoniche e ai messaggi di posta elettronica, opera nella maniera più completa e accurata possibile. Qualora non sia competente (…) indirizza l’interessato a chi è competente della medesima amministrazione”. (DPR 16 aprile 2013, n.62) Esemplare deve essere anche l’applicazione delle leggi vigenti. Non credo ci sia vigile urbano che sanzioni i mozziconi di sigaretta buttati in strada o i proprietari di cani che non puliscono gli escrementi. Cleaning day, un giorno dimostrativo per pulire le città, oppure la orgogliosa e generosa reazione dei milanesi dopo le distruzioni vandaliche dei black bloc, sono esempi di civismo che dovrebbero essere la normalità di comportamento. Serve una reciproca fiducia, perché il cittadino si sente gratificato se viene incentivato e vedrà la vigilanza municipale e le altre forze dell'ordine che valorizzano il suo impegno, facendo rispettare le regole. C'è un accattonaggio molesto che irrita e che suscita sentimenti ostili. Più che una folla di agenti, ci vorrebbe un esercito di assistenti sociali e di maestri di strada per ricoverare chi di dovere negli appositi servizi e nel segnalare per l'espulsione o il rimpatrio i non aventi diritto a rimanere nel territorio. Un assessore di Milano aveva scelto un gesto dimostrativo forte per sollevare il problema delle auto in sosta vietata. Chi non rispetta i divieti di sosta, chi sporca per strada, chi imbratta i muri danneggia i beni di tutti (non di nessuno!) e spreca denaro pubblico per riparare i danni e pagare gli stipendi di coloro che hanno il dovere di vigilare, sorvegliare, controllare e sanzionare. Quest'ultima attività non deve essere la preminente, per far cassa: dovrebbe essere l'atto finale di molta attività persuasiva, di informazione e di formazione, tanto degli addetti che dei cittadini. Consentire che le leggi rimangano 'grida manzoniane' è esattamente l'opposto. È evidente che occorre mettere in atto scelte organizzative, predisporre contenitori dei rifiuti. Se il problema è la sicurezza, si possono utilizzare quelli trasparenti; si possono responsabilizzare gli esercizi pubblici fuori dai quali è facile trovare una vera discarica di mozziconi, tovaglioli, bottiglie e altro. Soprattutto nelle vicinanze di luoghi simbolo e frequentati da molta folla e di turisti ci sono anche posti di vigili, poliziotti, carabinieri, ecc. Il carico e lo scarico, il ritiro dei rifiuti, nonché la pulizia delle strade, non devono intralciare la città nel momento in cui  si attivano le sue molteplici funzioni (scuole, uffici: quanto tempo perso? quanto denaro sprecato? e che rabbia dei cittadini!). A Roma, a mezzogiorno, il centro è intasato, oltre che da inaccettabili soste nei luoghi più improbabili, dalla presenza di furgoni e camioncini. Se penso a vicolo Valdina o al vicolo della Guardiola di Roma, mi figuro esattamente quello che non deve essere: i proprietari di casa o degli uffici non hanno una dignità da difendere anche il decoro fuori le loro mura?  Forse sogno comunità cittadine inesistenti, eppure 40 anni fa, i cittadini di 45 comuni friulani sognarono di ricostruire tale e quale il loro ambiente di vita e di lavoro ("prima le fabbriche, poi le case e dopo le chiese") che una tremenda scossa di terremoto in maggio, e una replica a settembre, aveva reso un ammasso di ruderi con 989 vittime. E  sono riusciti. Il Capo dello Stato, visitando quei luoghi, ha voluto onorare il senso della appartenenza alla comunità di quei cittadini, esortando tutti noi ad imitare 'il metodo' che ha consentito la ricostruzione pezzo su pezzo, sasso su sasso: l'unità di intenti con gli amministratori locali, i volontari e gli abitanti residenti. Uniti si vince; si può affrontare qualsiasi situazione e avere successo.  Cari sindaci, la norma che vi fa eleggere vi consegna un primato di cittadinanza: essere primi cittadini in tutto, doveri e diritti, senza ipocrisia e melliflui populismi. Da voi i cittadini si aspettano risposte ai problemi della vita quotidiana; non si aspettano il ruolo da ministro o  uno scimmiottamento della attività parlamentare. Non sono interessati al fatto che usiate la bicicletta o il motorino invece dell'auto di servizio: vogliono che abbiate gli strumenti che vi consentono di risparmiate tempo per essere presenti dove servite. Si aspettano che aiutate i cittadini ad autoorganizzarsi per essere titolari di funzioni, che è inutile e dispendioso vengano riservate all'ente pubblico. I cittadini sentono propria la città se partecipano alla gestione. Dovete conoscere la città nei suoi profili sociali ma anche nella sua dimensione territoriale, nelle zone più dimenticate. Sono sufficienti i lampioni, ci sono i marciapiedi? C'è un semaforo  che impedisce il traffico scorrevole, oppure manca dove servirebbe? Ad esempio, a Verona sud, c'è un semaforo in uscita che crea code: da anni è così. Rimbalzeranno responsabilità in merito a chi tocca. Ai cittadini non interessa: importa che si trovi una soluzione... il potere lo si acquista dal basso. Populismo e sfiducia non basta censurarli, se trovano fondamento nella realtà. Si battono  ripartendo da dove deriva la legittimazione democratica: dal basso! E’ ipocrita la costituzione di parte civile da parte delle amministrazioni, solo dopo che sono intervenuti i controlli e le iniziative penali, ad esempio per le fraudolente assenze dei lavoratori, che penalizzano i colleghi e danneggiano i cittadini. Perché non controllare prima? Lo so che ogni tornata elettorale, anche se è amministrativa, in Italia diventa voto politico a favore o contro il governo, tuttavia insito nell'invitare a votare per la propria città, le persone più adatte, che abbiano esperienza e competenza, anche politica. Nelle liste constato che si ripete il vezzo di cercare cognomi famosi; piuttosto vanno ricercate persone che hanno relazioni vere con la quotidianità amministrativa. Si è  già constatato che chi ha voluto 'liberarsi dalla politica' ha dovuto ricredersi, perché senza politica non c'è visione. Ovviamente, la buona politica. Per farla bisogna prepararsi. Per  ottenerla, i cittadini devono partecipare. (m.g.)

Dichiarazione dei redditi / I miei per 1000



Promemoria / Maggio 2016


8 Maggio
Giornata Internazionale della Croce Rossa
La più importante organizzazione umanitaria è nata in Italia sul campo di battaglia di Solferino. Quasi tutti Paesi del pianeta hanno ratificato la Convenzione di Ginevra ed hanno quindi una Società Nazionale di Croce Rossa o Mezzaluna Rossa (gli Stati musulmani). Ha una storia gloriosa per la sua attività nelle emergenze nazionali e internazionali, per guerre o catastrofi naturali. L'Italia è tra i cinque fondatori, ma  non è ben conosciuta la sua storia (anche in Parlamento), quindi non se ne prova il giusto orgoglio. Per altro da qualche anno la Croce Rossa Italiana è abbandonata dalle istituzioni. Con la legge che la privatizza, lo Stato l'ha abbandonata!  

8 Maggio
Festa della mamma
È vero che l'abbiamo importata dagli Stati Uniti. Nel 1914 il Presidente Woodrow Wilson volle ufficializzarla e il Congresso deliberò di festeggiarla la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di gratitudine per le madri. Forse oggi più che allora vale la pena di ricordare il valore sociale della maternità, che ha bisogno ancora di essere valorizzata, liberando le donne dalle limitazioni causate dalla inaccettabile costrizione nella alternativa maternità o lavoro. E ciò vale in modo ancora più pesante per le donne più svantaggiate. 


9 Maggio
Giornata dell'Europa
Ricorda la data della caduta del nazismo e della dichiarazione di Schuman per l'integrazione europea. Meriterebbe ben altra enfasi la celebrazione di questa data, proprio in un momento di crisi, ormai così avvertita, che tutti i vertici europei  si sono affidati alle parole alte e importanti di Papa Francesco per risvegliare le radici di un sogno: il sogno di un'Europa Una, maestra e guida di civiltà; forte culturalmente ed economicamente e perciò capace di essere inclusiva ed accogliente.   

9 Maggio
Non dimenticare Aldo Moro
Un padre della Patria, esempio di dedizione alla politica fino al sacrificio. Un esempio. 

Pensieri in viaggio / Maggio 2016

Maledetti telefonini 
A piedi, in bici e in auto, sono troppi gli incidenti causati dalla distrazione da telefono. Multe, multe, multe e salate! Le case automobilistiche inventino qualche marchingegno che obblighi a fermarsi per telefonare.  

Onore a Giuseppe Zamberletti
Il ricordo del terremoto del Friuli ha consentito di rendere onore all' inventore della Protezione Civile. Non inventò una sovrastruttura ma il coordinamento fra tutti gli attori: istituzioni nazionali ed enti locali, volontariato e organizzazioni dedicate come la Croce Rossa, ANA, ecc. 

A proposito di flessibilità, trasparenza, efficienza. Imparare! 

Avvenire / Lettere / 14 maggio 2016

Caro direttore, 


il voto sulla legge per le unioni civili ci ha lasciati perplessi per molti motivi. Per ora mi soffermo solo sulla modalità e cioè sul voto “disgiunto”: fiducia e scrutinio palese. In realtà palesi entrambi, ma con diverso peso e finalità. Già le interviste raccolte da “Avvenire” a parlamentari cattolici di partiti della maggioranza ne hanno spiegato la portata. Non votare la fiducia sarebbe equivalso a togliere il consenso al governo con quello che ne segue in termini di stabilità e di continuità nel processo delle riforme. Il secondo voto, invece, è sostegno a una legge che è difficile da accettare nella formulazione finale. Le leggi sono meglio rispettate quando non sono ambigue. Ormai la frittata è fatta. Vorrei solo umilmente ricordare che il referendum sull’aborto vide una percentuale di voti popolari a favore ben superiore (più del 67%) dei voti contrari in Parlamento. Il messaggio è lo stesso: i cattolici sono “irrilevanti” in Parlamento perché nella società non sono vivi e condivisi i valori, di cui sono portatori, fondati su quell’umanesimo di cui c’è tanto bisogno per una convivenza davvero degna. Perciò, direttore, è importante e faticosa la sfida che ci attende. Non ci sarà una nuova generazione di politici cattolici formati, se prima non sarà recuperata la loro formazione sociale. Non si ricattano Governo e Parlamento «ci ricorderemo a ottobre», piuttosto si prepara una generazione che si “sporchi le mani” con la politica. Si incomincia dal basso, anche nelle amministrazioni municipali. Con stima e affetto per tutti i politici che accettano la fatica di questa forma di carità, oggi spesso incompresa. (m.g.)