mercoledì 5 marzo 2014

La giornata della donna è mondiale


8 donne ministro su 16: bene!
Troppo poche tra i sottosegretari?
Non c’è pace quando si parla di donne: 
vittime di violenza, di discriminazione 
nel lavoro, di mancata parificazione lessicale, 
sociale, politica…
La giornata della donna è mondiale, 
perché sul pianeta la condizione femminile 
è molto differenziata ed esige attenzione.
Ci sono donne Capi di Stato 
e donne che vivono nascoste sotto un chador 
o inesistenti per ruolo sociale.
Non trattiamo con sufficienza questa data. 
Ci spinge a costruire un mondo in cui 
la dignità di ogni persona -donna o uomo- deve valere davvero uguale!
Auguri ad Asia Bibi, a Malala 
e a tutte le donne fortunate e sfortunate.
Un pensiero grato perché hanno contribuito 
alle nostre libertà di oggi a due donne, 
a nome di tutte: Tina Anselmi e la novantenne
Paola Del Din, unica donna insignita 
di medaglia d’oro al valor militare.

Newsletter / MIX Marzo 2014

Fiducia. Corraggio. Futuro.

 Un Governo c’è. Forse anche chi lo guida avrebbe preferito entrare a Palazzo Chigi con il viatico del voto politico degli Italiani. Ma tant’è. Ora serve sostenere il Governo, anche con il supporto psicologico e morale tra le persone che incontriamo. La domanda che mi viene continuamente rivolta e': ce la fara'? La fiducia è un bene perfino monetizzabile: se i mercati si fidano dell’Italia, aiutano la nostra ripresa. E anche da questo punto di vista importa che il governo Renzi non abbia solo la fiducia delle Camere ma anche dei cittadini.
Ha sorpreso e stupito (ma non l’abbiamo conosciuto già così dal suo apparire sulla scena nazionale ?) per il modo e i contenuti espressi dal banco del governo, prima al Senato e poi alla Camera. Ha parlato a braccio e lo capisco (anch’io non so leggere), con un linguaggio che è sembrato poco protocollare e immediatamente percepibile. Da chi? I commentatori si sono affrettati a dichiarare che Matteo Renzi ha parlato al popolo e non ai rappresentanti eletti. A quell’ora del giorno, davanti al televisore (o in streaning, come va di moda) quale fascia popolare di elettori stava ad ascoltarlo? Qualche volta esprimiamo come reale ciò che è solo un desiderio. Penso che Renzi abbia parlato così e continuerà a farlo nelle Aule parlamentari come in quelle scolastiche.
Siamo in una società che, attraverso la comunicazione, accentua simboli e simbologie.
La compagine di governo simboleggia certamente la volontà di “svoltare”. Si tratta di personalità giovani che manifestano una grande volontà ed entusiasmo di riuscirci. Dobbiamo solo aspettare, per verificare se bastano quelle caratteristiche per guidare la macchina amministrativa del Paese che, a saldo della burocrazia, è il servizio più delicato per i cittadini. Competenza e giovane età non sono inconciliabili, tuttavia è importante perché la politica sia compresa da tutti come un alto e delicato impegno a servizio del Paese che i talenti, a tutte le età (siamo il secondo Paese più vecchio al mondo) siano valorizzati.
Sarebbe un messaggio distruttivo per le giovani generazioni far intendere che esperienza ed anzianità sono controindicate per guidare il Paese (Francesco e Giorgio insegnano!). Inoltre la competenza, oltre che per materia, deve essere umana e questa ha a che fare con l'esperienza maturata con studio, lavoro, fatica e insegna a non irridere le persone, amici o avversari che siano.
I luoghi più nobili in cui si esprime la rappresentanza democratica hanno bisogno anche di simboli: essi stessi sono pedagogici. Frequentare le aule parlamentari, e tutte le altre sedi in cui si rappresenta il popolo, è bene farlo seguendo anche il galateo! Vestiti decorosamente (gli uomini con la cravatta), linguaggio consono, buona educazione nei modi. Come è noto il buon esempio viene dall’alto. Non sono solo simboli, ma scelte funzionali al ruolo e al prestigio- e all'onore - di rappresentare tutti gli italiani.
Come avere una scorta adeguata a causa dell'ufficio esercitato; come nelle cerimonie sedere su poltrone che rispecchiano lo status (non sono orpelli personali ma riguardi alla funzione). Tutte le persone che non hanno diritto, invece, dovrebbero davvero essere sobrie (quante scorte esagerate e inutili accompagnano ancora persone non elette, e da molto tempo?). Non trovo simbolica la quota rosa del governo, perché credo che non sia stato solo una scelta di bandiera ma una riflettuta occasione di rendere vero il protagonismo delle donne ed anche di realizzare uno dei punti programmatici fondativi del partito democratico.
Alla fiducia (quella in Parlamento) Matteo Renzi ha collegato un’altra parola-messaggio: il coraggio. Pare che ne abbia da vendere e che talvolta rasenti l’imprudenza se non l'arroganza. Del resto ha dichiarato la sua "esagerata ambizione". Forse è una virtù in politica (che, purtroppo, non ho sperimentato). C’è ne vuole davvero per rimuovere quegli ostacoli che vengono dalla tradizione consolidata del 'quieta non movere'. Il mondo cambia a velocità inimmaginabile, la nostra società (ancorché liquida) corre ed è in continua trasformazione e un uomo giovane al governo non può rimanere indietro. Mi permetto, però, di ricordare che un grande uomo politico, Aldo Moro, pensava che non si può né vincere né perdere da soli: per l’una e l’altra cosa vale la pena di stare insieme. Soprattutto non si deve lasciare indietro nessuno sul traguardo della democrazia vissuta e condivisa.
A questo Governo chiediamo di guardare in alto e lontano per re-suscitare la speranza, insieme ai sogni, perché il futuro non impaurisca ma entusiasmi. Il futuro è adesso. Il Governo Renzi e tutte le forze politiche -di maggioranza o di opposizione- hanno un’occasione straordinaria di dimostrare che gli Italiani e il destino dell’Italia “vengono prima”. E allora dopo i discorsi in Aula per ottenere fiducia e annunciare coraggio, è tempo di spiegare agli Italiani che gli obiettivi da raggiungere -anche senza un timing ossessivo esigono ancora sacrifici, ma che per recuperare credibilità e risorse si sa cosa fare. Scuola (e Matteo c’è!) università (non c’è) sanità (non c’è) fisco (c'e). Se tutti sanno quantificare il danno che gli Italiani subiscono dalla evasione fiscale, il governo deve sapere sconfiggerla interamente: si sa dove si annidano evasioni ed elusioni e qui il coraggio ci vuole. Il fisco avrebbe un gran ruolo in questa sfida: perché è così impossibile una semplificazione "all’americana"? E un sistema semplice generalizzato che fa pagare tutti i cittadini -una flat tax, perché tutti hanno “un conflitto di interessi”- e' inimmaginabile in Italia ?
La parola più impegnativa, che riassume tutte le altre, è responsabilità e Matteo Renzi l'ha usata per rivendicare su di sé il giudizio finale quanto alla riuscita del suo programma di governo. In realtà è parola usata per giustificare ogni scelta, anche di cambio di casacca -si sono
auto gratificati come "responsabili" in molti- ma responsabilità dovrebbe essere la nota caratteristica di ogni cittadino, in ogni campo del proprio agire.
Matteo Renzi si porta appresso anche quella di responsabile del Pd. Questo partito diventerà mai maturo e robusto? Veltroni e Renzi hanno sempre aborrito le correnti, eppure anche l'attuale governo e' stato fatto col bilancino.
Non mi scandalizzo: conosco la politica e so che la si rende credibile se non se ne fa una caricatura. Ho esperienza diretta perché "non si e' in nota, se non si e' di qualcuno". Mi pare orribile questo modo di esprimersi, proprietario: essere di Renzi, di D'Alema, ecc.
ROMA, a proposito di responsabilità! La Capitale del Paese e' stata ridotta in uno stato agonico a causa della irresponsabilità di amministratori che hanno scambiato l'autonomia locale come nulla osta per qualsiasi scelta, che poi avrebbe pagato quel Pantalone da cui ci si vuole affrancare: lontano da Roma ladrona, salvo poi chiedere norme ad hoc: a suo tempo per Catania, Napoli ed ora Roma.
Se qualche Comune fosse dichiarato fallito, forse cambierebbe anche la concezione della autonomia. Quanto siamo distanti dalla autonomia locale prefigurata da Sturzo e dai "mondi vitali" di Ardigò, i quali, anzi, dovrebbero essere l'antidoto alle crisi di governabilità!
Roma e' stata indicata a modello qualche anno fa, prima della giunta Alemanno...
Il governo Renzi ha molto da riformare dell'assetto istituzionale degli enti locali: province da abolire, città metropolitane da progettare, regioni da definire nelle competenze proprie.
E' in questione la riforma del Titolo V. Sia improntata ad una chiara definizione di competenze, di trasferimento di funzioni e di risorse e poi le responsabilità siano ben attribuibili e gli elettori imparino a scegliere fra amministratori virtuosi e amministratori spreconi, con le debite conseguenze.
Coraggio! Abbiamo fiducia che l'Italia ce la può fare, con il nostro tifo.

BUONA STRADA!