martedì 26 febbraio 2013

MIX Newsletter / Elezioni 2013 (2)


TOCCA A NOI

E’ responsabilità di noi cittadini, in democrazia, sia il voto che il suo esito finale.
Non votare significa rinunciare alla propria dignità di cittadino ed essere parassita della comunità cui, comunque, dobbiamo il nostro status. Tuttavia la piazza del Duomo di Milano piena (ed anche altre piazze) invitano alla speranza, che deve sostanziarsi del nostro impegno ancora più sentito per gli ultimi giorni di campagna elettorale. 



Sul palco con Bersani, Ambrosoli, Tabacci e Vendola è apparso molto significativamente Romano Prodi. Il Paese gli deve due stagioni di governo, ancorchè brevi, legate al miglioramento del debito pubblico, alla coesione sociale e all’apprezzamento dell’Italia in campo internazionale. Con il governo Prodi lo spread era 34! Dobbiamo riprendere la strada perché -come ha ricordato Prodi- abbiamo imparato la lezione.
C’è bisogno di unità per governare il Paese in modo alternativo agli ultimi governi della destra, e per ottenere la stabilità, è indispensa- bile un voto che sia chiaramente decifrabile. Purtroppo il bipolari-smo si è appannato in questa campagna elettorale a causa di di- verse “salite” in politica di Monti, Grillo e Ingroia. Anche per questo motivo si è tornati a chiedere il voto utile. E’ stato detto -ed è ovvio- che in democrazia il voto è sempre utile, ma non ci nascondiamo il significato vero che, invece, riguarda la necessaria concentrazione in una coalizione che sia in grado lune- dì sera di offrire agli Italiani una prospettiva di governo sicura, per un quinquennio, altrimenti le riforme vengono invocate (dai populisti) ma rese impossibili nei fatti (a causa della dispersione dei voti). Il voto che il PD chiede è per il bene di un’Italia Giusta. Sul palco, a Milano, erano presenti i protagonisti di un modo diverso di concepi- re la politica. Esprimevano la necessità di ricordare a tutti che la politica è strumento ed è servizio. La si fa con passione, coerenza e competenza se si vuole bene all’Italia.
Marcora, Scalfaro, Ciampi, Prodi e Bersani sono dentro a quel corso di idee, ideali e passione, che mi hanno fatto voler bene all’Italia e intraprendere prima la militanza politica e poi assumere incarichi istituzionali. Stavo dicendo la professione politica. Infatti se corret- tamente interpretata la politica ha bisogno di professionismo e di professionisti, che non sono i tecnici prestati alla politica. Negli ultimi mesi il governo dei tecnici ha proposto una forma elitaria della politica. L’esperienza da cui provengo è popolare: il contrario esatto di populismo. Il popolarismo dei cattolici ed ora del PD interpreta il popolo, come comunità i cui problemi e le cui tensioni devono trovare sintesi nella politica e non alimentare l’antipolitica.
In Lazio la distruzione istituzionale, la corruzione e l’enorme debito della sanità dovrebbero ottenere da parte degli elettori un pesante giudizio. In Lombardia -chissà perché?- i disastri del centrodestra e la corruzione della Lega fanno invece temere per il risultato finale: chissà perché?
Per tutto l’elettorato nazionale la Lombardia deve rappresentare un’occasione di promozione di tutti i voti utili possibili: Milano è il cuore della Lombardia e la Lombardia il cuore dell’Europa! Pos- siamo rinunciare, noi tutti Italiani, ad avere una Regione che trasci- ni la rinascita interna ed internazionale?
C’è chi,opportunamente,ha suggerito il voto disgiunto in Lombardia. Non è la prima volta che accade, perché secondo gli Istituti di analisi politica, risulta che nelle ultime tornate elettorali una media del 7% di elettori ha votato in modo diverso tra Camera e Senato; in Lombardia invitiamo a disgiungere il voto fra nazionale e regionale. In questa campagna elettorale si sono rivelate importanti sia la Tv che la Rete ma sono tornati anche i comizi in piazza e il porta a porta; ciascuno di noi deve convincere un elettore alla volta perché voti.
Siamo consapevoli che nel Paese si vedono sofferenza, disagio e sfiducia, ma sappiano anche che gli Italiani in diverse circostanze, anche drammatiche,negli ultimi decenni hanno saputo risvegliare straordinarie capacità.
Il PD conta su questa Italia dei migliori non promettendo fantasiose restituzioni di tasse o eliminazione di alcune di esse, ma serietà e capacità di governo. Ricordiamo tutti le illusioni di cui sono state vit- time gli Italiani con le false promesse di Berlusconi e della Lega: con il loro fantasioso federalismo hanno contribuito ad un patto di stabilità che ha incatenato i comuni virtuosi e strangolato le piccole imprese. Ha distrutto la scuola pubblica e privata con i tagli lineari di Tremonti, è crollata l’occupazione...
Il PD taglierà il costo del lavoro per le imprese e i lavoratori; ridarà ai comuni le risorse per garantire ai cittadini una buona amministrazione. Per il PD sono priorità il lavoro e il futuro dei giovani con scuola di qualità e ingresso agevolato nel mondo del lavoro, perché possano costruirsi il futuro loro e del Paese.
L’Europa e la politica estera non saranno residuali perché gli Stati Uniti d’Europa e l’internazionalismo, che deve moderare la globalizzazione selvaggia, saranno le mete proposte ai cittadini, perchè non temano innovazione e modernizzazione del Paese e delle strutture, bensì le vedano come risorse di benessere, sia materiale che morale.
Il segretario del PD Pierluigi Bersani ha già dimostrato, da ministro, di essere un autentico riformatore, perciò Mario Monti non deve temere l’eventuale alleanza col PD, perché con SEL c’è anche Ta- bacci e nel cuore del PD c’è Renzi e tutti i riformisti che hanno so- stenuto lealmente il suo governo e che hanno partecipato ad arricchire l’Agenda Monti.

Sarebbe un gran peccato non votare e non partecipare ad una impresa così grande, che qualifica la nostra dignità e dà ragione dell’intelligenza. Ci fu un tempo in cui ferventi cristiani e ferventi democratici pregavano in occasione delle votazioni. Chissà se succede ancora. (m.g.)

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lunedì 25 febbraio 2013

MIX Newsletter / Papa Benedetto XVI


GRAZIE PADRE SANTO

E' una vergogna. Le chiare e appropriate parole in latino (e tradotte con precisione in Italiano) sono state interpretate secondo la pessima abitudine della dietrologia.Soprattutto i non credenti e gli "avversari" si sono esercitati in ipotesi, tutte prive della sostanza trascendente: il Papa non è solo una autorità temporale, come capo dello Stato del Vaticano, ma è, soprattutto, una autorità spirituale e morale. È lo Spirito Santo che lo guida e che dispone le scelte secondo una logica che non è quella del mondo. Naturalmente è comprensibile la curiosità che suscita un evento inatteso, eccezionale e senza precedenti nella forma e modalità; dove abiterà, come vestirà, come dovrà essere chiamato. Quando i Papi furono due, nella storia, uno era l'antipapa.
La curiosità e i sentimenti, anche contraddittori, che si esprimono attorno a Benedetto, consentono di acquisire informazioni sul papato e sulla Chiesa, con qualche approfondimento in più, rispetto a quella specie di gossip che, il più delle volte, accompagna i fatti ecclesiali. Si è detto della “desacralizzazione” del Papa, ma la Sua dignità di Vicario di Cristo non prevede la adorazione (come fu degli idoli o degli imperatori divinizzati).
Non sarà più vescovo di Roma (e in quanto tale Papa), ma rimane Vescovo, cioè successore degli Apostoli (Cardinale è solo un Titolo non un Ministero).
Colto, mite, discreto, umile: così l’ho sentito descrivere, quando frequentavo la Val Pusteria in vacanza e ben prima che fosse eletto Papa, dai parrocchiani del Duomo di Bressanone e dai sacerdoti che lo incontravano quando trascorreva le vacanze nel seminario della città. Per gli amministratori di Roma, è più facile che per altri avere incontri col Papa e, infatti, i cittadini di Bressanone chiedevano a me, vicesindaco di Roma, di portare i loro saluti a Benedetto XVI. Nell’ultimo incontro della giunta Veltroni col Papa, per gli auguri del 2008, ho potuto recapitargli un calendario a nome di quei parrocchiani.
Trascurando gli aspetti esteriori, mi pare che il gesto del Santo Padre, con lo sconcerto, lo smarrimento, la nostalgia (è ancora tra noi e già ci manca), induce a riflessioni sul significato e sul messaggio che ne deriva. Ha rinunciato al "potere" con grande coraggio, avendo soppesato ogni conseguenza, dopo "aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza". Il papato è servizio alla Chiesa e alla umanità intera, e occorre essere "in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede".di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede". Grande umiltà! Gesù non è sceso dalla croce perché Lui è il Signore e il suo mandato era di morire in croce per la salvezza degli uomini. Il Papa, invece -ci ha ricordato col suo gesto Benedetto XVI- è un uomo, che può sentire venir meno le forze e non vuole indebolire il servizio. Si pensi alla fatica per i prossimi riti pasquali (giovedì santo, via crucis, venerdì santo, Pasqua); la Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile… Nel mondo globalizzato può il Papa rinunciare ai viaggi apostolici? Nel terzo millennio, il successore di Pietro non può sparire dalla vista e dal contatto diretto del mondo. Tra tutti i commenti, che mi hanno colpito nel merito, ho riflettuto sul senso dei limiti che induce l'età avanzata. Sia geriatri che alcune persone anziane hanno osservato che il Papa, con la rinuncia, avrebbe indebolito lo spirito di attività che si deve sempre sostenere nei vecchi.
Sono d'accordo che ci possa essere vitalità e grande prontezza intellettuale in molti grandi vecchi; osservo, però, che non devono sostenere il peso del governo della Chiesa!
E quanto pesi sono bastate le notizie dei media di questi ultimi otto anni a farlo capire. Ci si è anche sbizzarriti sui giudizi di provenienza profana, politica, circa conservatori e progressisti; su complotti e su cordate cardinalizie; si sono allargati i commenti su una Chiesa povera e missionaria e non ricca "come quella di Roma”. Su questi argomenti si potrebbe aprire un lungo dibattito; vero è che spesso si usano indifferentemente due termini che non coincidono affatto, trattandosi di istituzioni di natura diversa: il Vaticano, che è uno Stato e la Chiesa, mistero spirituale che è affidata agli uomini, con tutto quello che comporta quanto a debolezze ed a errori.
Perciò a questo grande Papa dobbiamo l'averci messo di fronte – tutti i credenti ed anche tutti gli uomini in buona fede- ad un evento che nella sua eccezionalità richiama all'atteggiamento fiducioso nella Provvidenza che conosce il numero dei nostri capelli, nutre i fiori dei campi e gli uccelli del cielo.
Benedetto abdica nell'Anno della Fede che Lui stesso ha voluto, ed è come se volesse lanciarci un ulteriore invito ad avere fede.
Ha riflettuto, ha pregato ed ha deciso. Ancora una volta fede e ragione non sono entrate in conflitto.
La sua preghiera è un servizio sostanziale alla Chiesa anche senza operosità. La sua non è una resa, semmai una sfida ad avere fede e a pregare. Ci mancherà la sua immagine ma non il suo alto Magistero, che non finisce.
Grazie, Padre Santo! (m.g.)

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MIX Newsletter / Speciale Elezioni 2013


Vogliamo bene all'Italia

Abbiamo a disposizione occasioni infinite per informarci e votare consapevolmente, ma si rischia di non approfittarne in modo utile. Non c'e' dubbio che la rete si è intromessa nella campagna elettorale e, in genere, nella divulgazione politica. Ma anche se la rete diffonde una 'immaginetta', accanto alle frasi più o meno articolate, non raggiunge mai l'efficacia della apparizione televisiva.
Purtroppo la TV e' efficace anche nel trasmettere i linguaggi volgari e spocchiosi di alcuni candidati! Complimenti: vogliono un Paese simile a loro, sguaiato, maleducato e con principi volatili, a seconda che tocchino la loro vita e interessi o quelli degli altri. Abituano alla cattiveria; non avversari in politica,
ma nemici. Si può rendere più civile la società?
Non c'è una società migliore della politica. Per questo il PD in campagna elettorale si è soffermato per una intera giornata, a Roma, nella Casa della Architettura, a riflettere sulle " Parole" che, nel programma, sono i titoli degli impegni assunti con gli Italiani, per modificare, con la politica, anche la società; infatti la buona politica non può prescindere da un rinnovato civismo. Le parole del PD, le parole Italia Giusta: Uguaglianza, Civismo, Economia, Differenza, Pubblico, Lavoro, Fraternità, Europa, Diritti, Legalità, Libertà, Globale, Cultura, Scienza, Potere, Moralità.

Invece altre e inutili parole, piene di boria e di veleni, sono lo  specchio di quali potrebbero essere gli effetti sul nostro futuro, e non solo di quello immediato.

Meno male che non si pubblicheranno più i sondaggi. Che pena i commenti, come se fossimo gia' al 26 febbraio, seguiti da ridicole precisazioni.

E che stucchevoli i comportamenti imitativi coi cagnolini e gli atteggiamenti compiacenti per spot e servizi televisivi. Se si è così mutevoli per una campagna elettorale, quanto si rimarrà coerenti e leali con i programmi sbandierati...
Stucchevole anche la litania di chi vuol definirsi né di destra ne' di sinistra: la destra c'è eccome! e chi in Lombardia vota per Albertini deve sapere che danneggia Ambrosoli. Monti vuol far vincere Maroni? E vorrà sciupare il suo anno di governo non consentendo una chiara maggioranza al Senato? Con Monti fa il paio Ingroia, il quale, sottraendo voti al centrosinistra, aiuta oggettivamente la destra in Lombardia e a livello nazionale indebolisce il PD.
Gli Italiani devono essere convinti di quale possa essere il voto utile per garantire una maggioranza in parlamento e la governabilità al Paese.
Siano seri gli aspiranti al Governo del Paese, smettano gli insulti, si facciano misurare sui programmi. Ogni giorno sono divulgati numeri che devono preoccupare e addolorare: spariscono 58.000 studenti dalle università, come spariscono ogni giorno 480 imprese!
A Basovizza a ricordare 350.000 italiani esuli e oltre 17 mila fatti sparire nelle foibe, non c'era nessuna alta autorità nazionale.
La storia del Paese - tutta la storia! - e' la nostra anima, ed anche in campagna elettorale - o forse , soprattutto - deve essere lievito di civismo e di coesione nazionale. Ma il Paese, se vincessero la destra e la Lega, si allontanerebbe sempre di più dallo spirito di comunità, inseguendo individualismo ed egoismo, mali che acuiscono la crisi sia economica che morale, come e' evidente, ed è sotto gli occhi di tutti.
Lo slogan di un candidato alla presidenza suona così: ”la mia Lombardia senza corruzione”. Non è stato al governo regionale degli scandali sanitari di Santa Rita, San Raffaele, Maugeri...e del "trota", Belsito, ecc. ecc.? Monti e' contro il voto disgiunto, perché crede che sia meglio quella squadra rispetto ad Ambrosoli?

Pedalare! Mi avrebbe detto il mio Maestro, Marcora, di cui in questi giorno ricorre il 30° dalla morte. Il sistema democratico, per cui molti giovani, come lui, l’”Albertino” della brigata Fratelli di Dio, furono pronti a dare la vita, è faticoso e fragile; deve essere sostenuto con rigore, generosità, onesta', competenza.
La generazione dei Marcora, Berlinguer, Moro ha conosciuto la passione della militanza, la fatica della perseveranza, la gratuita' dell' impegno. Oggi si cercano gli incentivi per ogni cosa: bisogna pagare il merito, l' eccellenza, perché ciò che è dovere diventa uno ‘straordinario’ da retribuire. E la politica si è adeguata: se è una carriera con cui arricchirsi, perché stupirsi dei Fiorito?
Sono penose queste righe, perché raccontano il contrario di
quella che dovrebbe essere la politica.
Il PD, anche con questa campagna elettorale,vuole risvegliare l'amore per l'Italia. La buona politica e' condizione e strumento per valorizzare al meglio le virtù civiche, la responsabilità personale e la visione di futuro, nell'interesse generale, per concretare quel bene comune che secondo un altro indimenticato amico, Mino Martinazzoli "non è la somma degli interessi particolari ma piuttosto del disinteresse di tutti".

Pedalare! Abbiamo ancora due settimane per spiegare, convincere. Ci vuole pazienza, ma vale la pena, perché vogliamo bene all'Italia. (m.g.)
 


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MIX Newsletter / Febbraio 2013 (3)


UNA “ALTRA” VISIONE

Donne! Quanta evocazione nel nome donna: domina che è la padrona di casa; e donus? Dono dell'umanità, perché qualsiasi antropologia culturale non può evitare di collegare la donna alla fecondità e al prolungamento della vita sul globo, questa "aiuola che ci fa tanto feroci”, e pare particolarmente feroce contro le donne.
La donna e’ il soggetto che determina i maggiori cambiamenti nella società. Il ruolo all’interno della famiglia, soprattutto, è caratterizzato dalla funzione educativa e di allevamento. Credo che nella sede più universale del dibattito e della riflessione nella Chiesa sui segni dei tempi, cioè nel Sinodo, debba essere affrontato questo immane e importante argomento che riguarda il futuro della dignità della persona e dello sviluppo integrale dell’umanità.
Asia Bibi un nome per tutte. 
Si conclude un anno dalla tremenda contabilità per quanto riguarda il numero delle donne, in Italia e nel modo, vittime di ogni tipo di violenza, che si può sintetizzare nella concezione della donna come oggetto: di proprietà, di consumo, di tratta e di fanatismo.
Per quanto ci riguarda, in Italia, una lunga e non sempre facile strada e' stata tracciata con norme anche molto avanzate per ottenere almeno il riconoscimento del diritto alle pari opportunità. A parte la “gaffe” della Corte d’Appello di Roma che annulla la lista del Partito Radicale per eccesso di presenza femminile! Ci hanno insegnato che c’è una ‘ratio’ per interpretare le leggi; la logica delle quote rosa, che piaccia o meno, è funzionale a recuperare il più possibile le donne. Bastava l’intelligenza per non annullare la lista.
Eppure ci sono Paesi "non occidentali" che hanno già raggiunto in politica mete ancora lontanissime per le donne italiane: presidenti di repubblica, cancelliere, prime ministre: si va da Golda Meir a Indira Gandhi, dalla Merkel alla Presidente della Costa d' Avorio. E’ pur vero che, perfino negli USA, è arrivato alla presidenza prima un uomo nero che una donna…
Tuttavia ciò che turba i giorni del Terzo Millennio, a tutte le latitudini, e' la violenza che si scatena contro le donne. Chi avrebbe indovinato la reazione delle donne indiane contro gli stupri?
Il nome di Malala segna la marcia della storia delle donne a difesa della propria dignità. (Io sono tra le persone che condividono l' appello a che le sia assegnato il premio Nobel).
Il PD con il suo Statuto e con le recenti primarie, favorisce l’avanzamento delle donne nello scenario politico. Alla presenza nelle liste deve corrispondere, però il protagonismo nelle istituzioni.
Le donne che si affermano in ogni paese vincono in nome di tutte le altre sorelle nel mondo. (m.g.)

MIX Newsletter / Febbraio 2013 (2)


UNA "ALTRA" STORIA

Il 27 gennaio, Giornata della Memoria, ci è toccato ascoltare parole inaccettabili da parte di chiunque, ma soprattutto impronunciabili da chi è stato al vertice del governo del Paese e che, ahimè, vorrebbe tornare.
Tutte le forze politiche italiane, vecchie o di nuova affermazione, non possono dimostrarsi ignoranti della storia che abbiamo alle spalle e che è all’origine di ciò che siamo oggi: una Repubblica Democratica e una Unione Europea che della democrazia e dei suoi valori è faro nel mondo.
Ai giovani la storia “vera” deve essere raccontata fin dai primi anni di scuola, perché i nuovi cittadini crescano consapevoli di quali nefandezze l’umanità è stata capace e di quale impegno serva per non ripeterle più ed anzi rendere sempre più vissuti ed esigiti i diritti inviolabili di ogni persona, sotto qualsiasi cielo viva, e quale sia il suo colore della pelle o la sua religione.
Il negazionismo è la vera negazione dell’intelligenza e ragionevolezza.
Mai come nel nostro tempo abbiamo a disposizione strumenti di conoscenza inconfutabili: filmati, documentari, atti, diari e testimonianze viventi dei sopravvissuti. Si crede alle profezie dei Maya e non alla realtà effettuale?
Non è una sfida di poco conto aiutare i giovani al senso critico e alla competenza nel conoscere la storia. (mp)



MIX Newsletter / Febbraio 2013


UNA “ALTRA” FOTO
Perché Monti non si fa fotografare con Fini e Casini, e Berlusconi con Maroni e Storace?

Bersani orgogliosamente 
si mostra insieme a Tabacci e Vendola.
E’ cambiata la foto sia di Vasto che di Palazzo Chigi. Perché Monti non si fa fotografare con Fini e Casini, 
e Berlusconi con Maroni e Storace?
L’alleanza con cui si presenta il PD è coerente 
e funzionale alla governabilità.
Vale solo la pena di ricordare che il Presidente 
della Regione Puglia in otto anni e mezzo di governo ha registrato il maggior sviluppo in termini 
di innovazione e Pil ed ha assunto atteggiamenti responsabili, di grande impatto, in relazione 
alla vicenda Ilva.
Tabacci, in Giunta con Pisapia (un militante di SEL) ha risanato i conti “intossicati” delle precedenti amministrazioni; i milanesi non hanno avuto paura di votare per uno “strano” centrosinistra. Il PD chiede agli Italiani un voto di fiducia, non per le promesse elettorali ma per quanto ha già fatto per il Paese, sostenendo il governo Monti, nell’interesse esclusivo degli Italiani, invece di scegliere la strada più favorevole, chiedendo le elezioni l’anno scorso.
In questo modo si comporta chi vuole essere statista e non guardare solo alla punta del proprio naso: Monti dovrebbe meditare. Avevamo promesso lealtà fino alla conclusione della legislatura, che si è invece anticipatamente conclusa non per colpa del PD. Gli elettori, anche del PDL, dovrebbero soppesare il danno che il loro Polo ha causato.
Nel dialogo con le persone, nelle più diverse situazioni, in strada come in occasioni programmate, sentiamo l’ansia di voler capire “come andiamo a finire”. Purtroppo gli elettori sono inondati da messaggi, il più delle volte causati da un dibattito tutto interno al politichese. Fa bene Bersani ad usare qualche volta espressioni ed immagini anche troppo popolari, ma occorre davvero farsi capire. I programmi devono essere capiti. Il PD perciò cambi registro, voli alto, trascuri le repliche per non dare un doppio vantaggio (così insegnava Andreotti) all’avversario. Gli Italiani si aspettano lavoro, equità e diritti civili: sono gli ingredienti per lo sviluppo materiale e per il progresso morale del Paese.
E smettiamola di porre domande sul “dopo”. Pensiamo piuttosto al “prima”: non si devono prevedere scenari diversi prima di aver fatto lo spoglio delle schede. Chi ce lo fa fare di chiederci che cosa potrebbe succedere se ci sarà il pareggio al Senato.. se Ingroia fa vincere il centrodestra… ecc.ecc.
E’ vero che la partita è aperta, ma proprio per questo dobbiamo giocarla al meglio.
Se non vince il PD, perde l’Italia! Perciò facciamo di tutto per vincere! (m.g.)


MIX Newsletter / Gennaio 2013


BUON 2013, BUONA STRADA!

Fra regole e deroghe, il PD ha mantenuto l'impegno di ascoltare gli elettori prima di compilare le liste dei parlamentari. Anche se Bersani le ha considerate una festa, avendovi partecipato ho un'idea diversa.
Non sono state "aperte" e perciò si sono consolidati gruppi di elettori guidati dalla organizzazione interna di partito. Chiuse, concentrate in pochissimi giorni, animate da una certa antipolitica, anticasta, ecc. la parola d'ordine e' sembrata “rinnovamento”. La logica era ovviamente “tutti contro tutti" ed anche a qualsiasi costo: tanto valeva approvare la legge elettorale con le preferenze e in tal modo sarebbe stato l'intero corpo elettorale a scegliere.
Anche la stampa ha riportato i nomi di parlamentari di qualità che, avendo lavorato in parlamento più che nelle sedi di partito, non hanno superato la prova delle primarie.
Volente o nolente, il Segretario nazionale ha ottenuto una ampia “rottamazione” degli uscenti. Infatti non sono stati premiati nemmeno i parlamentari di qualità con una sola legislatura; i subentranti avranno ancora da fare il tirocinio. Si affaccia una legislatura impegnativa, che esige affidabilità da parte dei gruppi parlamentari, ma si sono ridotte di molto le presenze significative.
Il PCI, contrariamente alla DC, aveva la norma del numero delle legislature, ma derogava in base alla utilità delle persone; se non fosse accaduto, ora non avremmo Napolitano, ammirato e apprezzato Capo dello Stato.
Le nostre "parlamentarie" sono state un fatto politico e da li' si riparte: la campagna elettorale si sta rivelando più complessa di quanto ci siamo immaginati un anno fa.
Gli Italiani ci avevano capito: prima l'Italia ci ha guidato a sostenere il governo Monti con lealtà e generosità. Non avremmo pensato di rivedere sceso in campo Berlusconi e salire Mario Monti.
E la campagna elettorale ha preso una piega antica: slogan invece che contenuti, demonizzazione dell'avversario, comunicazione a valanga e fastidiosa.
E, incredibile ma vero, si cercano persone che non vengano dalla politica per fare i parlamentari! Già la DC sperimentò l'apertura agli esterni e dovette prendere atto che non bastava essere personalità di prestigio per essere anche diligenti e umili legislatori.
In realtà nel nostro Paese e' già stato sperimentato tutto; anche il pericolo di far cambiare status sociale ai parvenu della politica, a quegli eletti senza arte ne' parte, perché non hanno mai lavorato (e sono stati eletti con le preferenze! La regione Lazio docet).
È certo che dobbiamo impegnarci per vincere. Lo sforzo e' andare a recuperare l'astensionismo, incominciando dai nostri mondi. Abbiamo già avuto modo di constatare nelle precedenti tornate elettorali che non si spostano "masse" di voti da un polo all'altro, ma che si vince convincendo i propri elettori.
Dovremo essere persuasivi con la nostra Agenda, che è chiara da quando abbiamo scelto "prima l'Italia". Da noi ora gli italiani si aspettano che sia "Italia giusta".
E non dimentichiamo di lavorare per recuperare credibilità alla politica e ai partiti.
Buona strada! 
E’ l’augurio degli scouts e mi pare sia bello per affrontare la nostra campagna elettorale. (m.g.)


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