mercoledì 25 dicembre 2013

Profitto e umanitario non possono coesistere


Quando si fa solidarietà per soldi accade l'ignobile realtà che le immagini del Tg2 ci hanno mostrato. 

E' inutile discutere, non se ne può fare a meno. E anche se tutti si scandalizzano, o almeno è quello che vogliono far credere, tutti, politici in testa, sanno che nei centri che ospitano migranti, clandestini o meno, si perpetrano trattamenti quantomeno degradanti.
Eliminare i campi, di qualunque natura siano (CIE, CARA, CPSA) non sarà un'ipotesi fattibile, ma farli gestire da persone che sappiano cosa sia l'umanità, che credano realmente in quello che fanno lo è e lo deve essere.
Affidare con gare d'appalto la gestione dei centri è quanto di più imprudente ci possa essere: le cooperative non possono che abbassare il livello di attenzione verso l'umanitario, perchè tutto ha un costo, compresi la formazione e la selezione del personale. E poi, come si fa a valutare il grado di umanità del personale?
Non è possibile che la gestione di centri che in cui sono ospitate persone - vite umane, gente provata da guerre, persecuzioni, fame, persone che hanno dovuto abbandonare la propria famiglia e la propria terra nella speranza di una vita migliore che garantisca loro la dignità che spetta ad ogni persona. La Dichiarazione universale dei diritti umani all'art.5 dice che "nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani  o degradanti".
Se non è degradante e inumano allineare le persone nude nel cortile e lavarle con la pompa, se non è degradante e inumano far dormire le persone sui materassi o sui cartoni sotto la pioggia mi chiedo cosa lo sia. 
E' chiedere troppo sperare che invece di ammassare i migranti nei resti del centro bruciato mesi or sono, a Lampedusa vengano montate alcune decine di prefabbricati delle migliaia che sono a disposizione della Protezione civile e delle associazioni di volontariato?
E' chiedere troppo aspettarsi che invece di fare gare di appalto per scegliere, al ribasso dell'offerta, persone a cui affidare la vita e soprattutto la dignità della gente che arriva in Italia sperando in un futuro migliore, si affidi alla Croce Rossa Italiana la gestione dell'emergenza umanitaria dei migranti?
L'umanitario non si fa per soldi, l'umanità si ha dentro. E chi può farlo meglio di coloro che lo hanno scelto come scopo di vita, dipendenti e volontari della CRI?
Il precedente governo ha scelto, credo erroneamente e forse con troppa leggerezza, di privatizzare la CRI; il governo in carica dovrebbe invece ripensarci: dovrebbe dare alla Croce Rossa Italiana la delega per tutti i Centri che gestiscono la vita dei migranti e con essa la loro dignità e le loro speranze, ritirando il piano di privatizzazione.
Quando si deve far soldi per vivere è difficile mettere l'umanità al primo posto. (m.g.)

venerdì 13 dicembre 2013

"Fate del Bene, siate egoisti"


Prendo in prestito un’espressione 
che sembra tanto contraddittoria 
e che richiede un attimo di riflessione 
per coglierne il significato: 
fate del bene, siate egoisti.

Le file registrate, domenica 8 dicembre per votare alle primarie del PD, hanno segnalato un rinnovato desiderio di partecipazione, di buona politica. E la gran parte delle persone che hanno reso possibile un risultato così netto, non erano soltanto giovani o giovanissimi. Tra le migliaia di volontari ai seggi e nella preparazione delle primarie i giovani sono stati veri protagonisti. Si incomincia con la generosità a dedicarci all’interesse generale e al bene comune. Giovani, almeno trentenni e quarantenni (ma non chiamiamoli “ragazzi” come ha fatto un giornale), sono tutti i componenti la segreteria; e -bella scelta-, la maggioranza è di donne.
Non so se i giornali con un po’ di perfidia hanno voluto affiancare all’età anche la provenienza correntizia (franceschiniani, veltroniani, ecc.). Certo i prescelti non sono persone angelicate: sono arrivate alla politica avendo seguito qualche leader. Anch’io se non avessi incontrato Marcora e la corrente di Base forse avrei seguito altre carriere.
Conta che si tratta di persone competenti e questo è un messaggio molto positivo. Le primarie di domenica scorsa hanno segnato una notevole differenza con le parlamentarie del 30 dicembre dell’anno scorso, che hanno prodotto quei gruppi parlamentari nelle cui fila, per non ricordare altro, ci sono i centouno franchi tiratori…
Le novità annunciate da Renzi sono state l’incentivo a che votassero, oltre ai militanti, molti cittadini che hanno dimostrato la esplicita volontà di partecipare. Ricordo che a conclusione dei suoi comizi ripeteva, quasi elencando un indice degli argomenti, che chi lo avrebbe votato doveva essere consapevole che votava l’intero pacchetto di proposte e indicazioni.
Questo responsabilizza sia l’eletto che gli elettori e, moltissimo, l’intero PD.
I commentatori hanno offerto molte analisi, alcune fondate, altre ancora intrise di velenosità, e sono queste che non devono condizionare gli eletti del PD in Parlamento. Questo vale anche in relazione al “patto” con Enrico Letta circa la durata del Governo.
Non azzardiamoci a usare Renzi per creare difficoltà aggiuntive alle già molte questioni aperte. Non si salverebbe nessuno se pensando al proprio ruolo e guardando la punta del proprio naso, invece che in alto e lontano. Si perde tutti: per primo il Paese e quindi la politica vissuta come dannosa e, infine, i politici disprezzati e svillaneggiati.
Essere generosi, utilizzare tutti i metodi di comunicazione per tenere unito il Paese e diffondere cultura e informazioni, rendendo facile da capire e trasparente l’azione politica, sarà la via, invece, per la vittoria di tutti: il Paese, la politica, i politici.
Il primo appuntamento per tutti i militanti sarà l’Assemblea Nazionale convocata a Milano domenica 15 dicembre. Un impegno mantenuto. Renzi aveva annunciato che avrebbe scelto Milano per il primo appuntamento solenne. Il Nord non contro il Sud, ma nord e sud coltivati con le loro specifiche potenzialità ed anche in questo campo sarà verificabile l’impegno.
Gli osservatori… osserveranno perfino i volti, oltre che il clima e le parole che abiteranno il salone della Fiera di Milano.
Il PD può incominciare a dare il buon esempio e a dimostrare che essere nuovo e diverso è il suo segno fondativo, dal Lingotto ad oggi, e per il futuro. (m.g.)

Auguri!


Il ritorno del Natale 
non sia soltanto 
un appuntamento consueto, 
ma tappa di riflessione 
per consolidare le nostre certezze.
Da queste parta un cammino 
di serenità e speranza.

Auguri!

Mariapia Garavaglia

ADDIO


Un Nobel per la Pace da nessuno tanto meritato.
La riconciliazione e il perdono sono stati lo strumento di pacificazione del Paese che pure lo aveva visto in carcere per 27 anni.
Il perdono non è stato una forma di debolezza bensì l’atto più forte per creare una società diversa, più fraterna e solidale. 
La benevolenza, come bene volere dell’altro, è divenuto programma essenziale di Madiba.
La riconciliazione attraverso il perdono ha reso tutti gli altri, anche i nemici, persone nuove: in tal modo non sono state ricordate per le offese ricevute.
Tutti insieme, amici e nemici di un tempo, sono stati condotti da questo gigante della pace a vivere nella reciproca comprensione e rispetto.
Ci ha lasciato una lezione perenne: per tutti i popoli, in ogni parte del pianeta. 
Voglia il Cielo che sia compresa e attuata.

N.B. I Capi degli Stati, che non hanno rilasciato il visto per il Sudafrica al Dalai Lama, non hanno appreso la lezione. E avrebbero fatto bene anche non andare ai funerali…

Pensieri in viaggio - dicembre 2013


Caschi. 
La solidarietà e il senso di partecipazione ai problemi dei cittadini non possono mai far rinunciare alle forse dell’ordine, come ai rappresentanti delle istituzioni (Berlusconi era uno statista?) al loro proprio ruolo, che non può essere “rivoluzionario”.

Alessi. 
Un imprenditore esemplare di Omegna, per non lasciare inermi i suoi dipendenti in cassa integrazione, li ha offerti alla sua comunità cittadina, per i lavori socialmente utili.

Magistrati al posto dei medici? 
Non può un tribunale ordinare una terapia. Il diritto alla tutela della salute esige cure efficaci, appropriate e scientificamente certificate. E’ illecito e dannoso assecondare emozioni creando illusioni e sprecando denaro pubblico. Comprendiamo il dolore dei malati e dei loro familiari e aiutiamoli sostenendo la ricerca e con la vicinanza.

Sessanta su cento. 
Sessanta studenti universitari su cento -è una enormità- hanno falsificato l’autocertificazione del reddito per non pagare le tasse universitarie. Che cittadini e che classe dirigente dobbiamo aspettarci per il domani?

martedì 3 dicembre 2013

Newsletter - MIX Novembre 2013


RESPONSABILITA’ E PARTECIPAZIONE 

E’ avvenuto quanto era prevedibile.
Anche la politica, che ha suscitato -non sempre a torto l’antipolitica, alla fine ha dimostrato che occorre avere un programma, il personale con qualche competenza e un certo rispetto per i problemi del Paese. Due scissioni: nel PDL per tornare al passato e in Scelta Civica per non aver mantenuto l’Agenda del “governo di responsabilità”.
Responsabilità è la parola che viene evocata da tutti e, in effetti, è indispensabile per assumere scelte difficili nell’interesse del Paese e non solo, a difesa delle posizioni acquisite, sia nella maggioranza che nelle parti “scissioniste”.
E’ certo che il Paese ha dovuto subire uno spettacolo indecente, infarcito di un linguaggio di contumelie e di espressioni inaccettabili da chi è classe dirigente e che, per ciò stesso, deve essere esemplare.
Il Paese si aspetta di conoscere sulla casa almeno con quale sigla riconoscere la nuova imposizione fiscale.
E’ in discussione la legge di stabilità e da questa si aspetta misure che rafforzino gli spiragli di ripresa che sono, comunque, collocati nel 2014…
Per essere incisivo nel dimostrare serietà di intenti, il Presidente del Consiglio aveva annunciato un Commissario alla spending review e il dottor Carlo Cottarelli e' all'opera.
Ma già il governo Monti aveva annunciato significativi sfoltimenti delle spese superflue (si, c'è ne sono di superflue nella organizzazione della amministrazione pubblica) e da tempo si auspicano riforme di alcuni livelli istituzionali, tali da sopprimere l’eccesso di personale, sia eletto che dipendente (province, comunità montane, società partecipate degli enti locali, ecc.). E' di tutta evidenza che il Commissario non dovrà attivare tagli di spesa che necessitano preventive norme di indirizzo, perché questa è materia squisitamente politica sulla quale si è esercitata molta antipolitica. Infatti i media di ogni ispirazione e qualità, ormai da troppo tempo, stimolano l’opinione pubblica contro: contro un milione di cittadini che lavorano di politica e per la politica; contro gli eletti che hanno indennità troppo elevate; contro le istituzioni perché sono troppe e numerose; tutto senza un’analisi di quanto serva perché il sistema, sia economico che democratico, possa vivere con la necessaria fluidità ed efficienza nel servire tutte le funzioni che riguardano la vita quotidiana di ciascun cittadino e dell’intera comunità nazionale.
La situazione non aiuta: le diverse opposizioni stanno dimostrando agli italiani il massimo di irresponsabilità nei confronti del Paese. Appare evidente che gli interessi di parte prevaricano gli interessi generali.
Purtroppo dopo il 28 febbraio sono saltate molte regole di buon governo, a partire dal fatto che i Presidenti di Camera e Senato siano stati scelti perché non avevano precedentemente fatto politica! E questo avrebbe dovuto spianare la strada, perché i pentastellati sostenessero un governo che si sono ben guardati dal favorire. Da lì, la discesa verso il baratro istituzionale: franchi tiratori contro ogni candidato del PD al Quirinale. Il Parlamento “nuovista” ha dimostrato più attenzione alla Rete che ai valori della militanza e della disciplina politica, ingredienti importanti per assumere l’onere di rappresentanti democratici. E’ come se si potesse fare politica senza partiti e senza aver mai assunto un compito di rappresentanza, a qualsiasi livello -dal locale al nazionale- con la necessaria preparazione.
In questo contesto si avvicina l’8 dicembre, giorno delle primarie, per la scelta del futuro segretario nazionale del PD.
Lo statuto prevede che possano votare tutti i cittadini italiani che, presso i seggi, con un obolo, dichiareranno di essere d’accordo con l’impostazione ideale del Partito. Non amo e fatico a seguire i think thank televisivi, ma i candidati li utilizzino almeno per ribadire con maggior chiarezza e approfondimento le linee guida del loro programma. Quello che appare certo -e che condivido- è l’urgenza di cambiare. Mi rendo conto che sembro invocare un cambiamento purchessia, ma qualche volta serve recidere il “nodo gordiano”. Le conseguenze, tuttavia, non saranno imputabili solo al candidato vincitore, ma anche a tutti coloro che vorranno impossessarsene, per garantire -ancora!- le proprie rendite di posizione.
Non ci sarà più alibi di connotarsi solo in chiave antiberlusconiana; e saranno le idee e i comportamenti ad essere giudicati.
Abbiamo concesso molto anche al giovanilismo, come fosse la chiave del cambiamento ma, quando il gioco si fa duro (e non per gli insulti ma per le scelte doverose e dolorose) serve competenza, disinteresse e grande responsabilità.
Spero che le forti parole del Capo dello Stato e le riflessioni di Papa Francesco, che abbiamo ascoltato venerdì 13 novembre dal Quirinale, possano squotere e ispirare coloro che si sentono sinceramente democratici e preoccupati per il destino del nostro Paese.
La Commissione Europea non ha apprezzato la nostra bozza di legge di stabilità ma non è colpa dell’Europa se l’Italia, coi suoi cittadini, non mostra la stessa virtuosità dei tedeschi o di altri concittadini europei. Questo è il Paese in cui si possono falsificare 70 milioni di biglietti ATAC, di “mangiare con la cultura” essendo un assessore; di sprecare milioni in farmaci scaduti ecc. Tutti rimangono al loro posto?
Pur considerando che fino a prova contraria si considera l’innocenza, non può rimanere al proprio posto un funzionario infedele, un politico corrotto, perché l’esempio deve essere immediato: prima la rimozione e poi, se approvata l’innocenza, la ricostruzione della carriera e le scuse.
Se lo Stato controlla può darsi che il cittadino non rispetti comunque le regole; ma se non controlla, dimostra la sua inefficienza e inutilità.
Il governo Letta abolisca tutti i pesi burocratici inutili e vedrà ripartire immediatamente la ripresa. Possiamo immaginare quanto tempo, quanti viaggi, quanti soldi vengono sprecati in pratiche inutili e che non garantiscono la trasparenza?
Ma se è vero che abbiamo i governanti che ci meritiamo, allora è tempo che riflettiamo anche su ciascuno di noi. Possiamo dimostrare di meritarci qualcosa di diverso, ottenendo la riforma della legge elettorale.
Adesso è davvero indispensabile essere seri, perché nonostante le meschinità nelle affermazioni anche di personalità di alto rango, il Governo può contare su un sostegno più chiaro, che lo mette in condizione di attuare il programma che si era dato per diciotto mesi (e oltre).
Il Parlamento a sua volta, è in grado, perciò, di dedicarsi senza ulteriori indugi e false giustificazioni ad approvare una riforma, che consenta agli elettori di scegliere governo e maggioranza. La legge sia funzionale ad un bipolarismo che, ove sia frutto anche di alleanze precostituite, non cerchi di riportare artificiosamente e forzosamente ad un passato che non torna. Le stagioni della Democrazia Cristiana, come degli altri partiti, PSI, Centro, ecc. hanno concluso un ciclo storico, che ha completato la missione di rendere effettiva l’alternanza.
Il PD, dal canto suo, ha scelto le primarie per sollecitare la più ampia partecipazione dei cittadini, perché la partecipazione è l’unico strumento che rende vitale la politica.

Pensieri in viaggio - novembre 2013


Grandi tragedie e mondo piccolo. Dagli Stati Uniti all’Asia, alla Sardegna, la natura può seminare distruzione e morte. E’ tempo che l’ambiente sia una priorità di ciascuno e la Custodia del Creato un impegno costante.

20 Novembre. Giornata Mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza. Siamo sicuri che siamo in grado di farci carico della priorità della loro tutela? Le minorenni dei Parioli e non solo; i minorenni che ottengono sigarette e alcolici nonostante il divieto; programmi televisivi vietati in fasce protette …Nessuno che abbia l’obbligo di controllare, lo fa.

25 Novembre. Giornata Mondiale contro la violenza alle donne. Da gennaio ad oggi in Italia sono stati commessi 128 “femminicidi”. Se le donne sono un oggetto, lentamente diventa oggetto qualsiasi persona.

Spiagge. Ci mancava solo che fossero privatizzate! Già oggi ci sono molte coste italiane, bellissime, che non concedono accesso al mare ai comuni mortali.

Spinelli (Altiero). Invitato a parlare di Europa e di Spinelli, un giovane deputato si è rivolto alla Commisione Affari Sociali per chiedere documentazione e informazione sugli spinelli e le altre droghe… meraviglia delle parlamentarie!? C’è il Bignami per ripassare (o anche studiare) un po’ la storia.
P.S. Non è una barzelletta.

Il Buon Governo


Pensieri in viaggio - ottobre 2013


Vergogna. Qualche commentatore si è chiesto: vergogna perché e chi dovrebbe vergognarsi? Intanto chi si pone la domanda. E poi, tutti: istituzioni nazionali ed internazionali e noi cittadini che pensiamo che i fenomeni migratori ci tolgano sempre qualcosa. Una diversa sensibilità umanitaria spingerebbe tutti gli organismi internazionali ad intervenire per evitare le tragedie e mantenere i flussi nell’ordinaria capacità programmatoria degli Stati.

Parolacce. E’ stata felicemente soppressa una trasmissione televisiva a causa delle parole e comportamenti volgari dei conduttori e degli ospiti. Stanno passando di moda i tink e tank politici, che fanno spettacolo senza far capire…volesse il cielo!
Soldi, soldi, soldi. Bonus milionari per manager che hanno distrutto i risparmi degli Italiani; ingaggi milionari per giocatori; cachet milionari per conduttori televisivi; vertici di enti ed istituzioni pubbliche pluriincaricati e pluriindennizzati… c’è spazio per recuperare risorse a favore delle fragilità sociali.

Volti. Anni fa (è vero che non era così diffusa la televisione) ai dibattiti televisivi avrebbero inviato Tina Anselmi, esemplare per competenza e comportamenti, oppure la miss del Parlamento? Al Convegno dei Cinque, trasmissione radiofonica serale, non si vedevano gli ospiti, ma si sentivano -eccome!- i politici competenti e chiari nello spiegare. Serviva agli elettori per poter capire.

Over 60. Il Presidente della Repubblica (88 anni), insieme al Sindaco di Roma, Ignazio Marino (58 anni), ha preso parte all’inaugurazione della mostra “Augusto” alle Scuderie del Quirinale. Così è stata pubblicata la notizia. (Corsera, 18 ott. 2013) Non è stucchevole citare i nomi seguiti dati anagrafici come sui settimanali di gossip?
All’Arena di Verona hanno trionfato recentemente gli ultra sessantenni: Morandi, Celentano, Carrà, Rita Pavone, ecc. Bravura e competenza hanno età?

Newsletter - MIX Ottobre 2013


FISSAZIONI

L'inizio dell'autunno è sembrato essere anche quello del nostro sistema democratico. In un tempo di grande populismo, che equivale alla ignoranza della storia e del valore della democrazia, ci è toccato di sentire minacciare le dimissioni di tutti i parlamentari del Popolo delle Libertà e, infine, anche quelle dei ministri. Purtroppo gli Italiani si sono abituati alle pagliacciate di certi politici, si sono indignati meno di quanto avrebbero dovuto, ed anzi, si sono confermati nei loro giudizi pesantemente negativi sulla politica. E' stato sufficiente, però, avvertire che la sfiducia al Governo Letta avrebbe rappresentato un disastro interno e internazionale, per recuperare la consapevolezza che non si può vivere senza la politica: sì, proprio così, non sembri eccessiva l'affermazione. Sindacati, imprenditori, associazioni, CEI e alleati internazionali si sono espressi con preoccupazione sulla incredibile situazione verificatasi in Italia.
La situazione continua ad avere fibrillazioni, anche perché i due Poli, per motivi molto diversi tra loro, attraversano scadenze di partito che non possono non influenzare anche il clima complessivo che si respira nel Paese. Il PDL non è in grado di decidere la sua strada; il PD, invece, sta affrontando le scadenze statutarie, che lo conducono prima alle primarie del prossimo 8 dicembre, e poi al congresso.
E’ noto che sono quattro i candidati alla segreteria nazionale e che Matteo Renzi appaia favorito. In realtà Renzi e Letta possono rappresentare davvero un cambio di passo: non è una questione generazionale nè di “democristianità” (anche se si sente molta nostalgia di quella stagione politica).
Dopo il primo Segretario Veltroni, con vice Franceschini, (che infruttuosamente ha lasciato l’incarico), il PD ha perso man mano lo spirito originario per entrare nell’alveo di un partito tradizionale, rinunciando all’ambizione ad essere “nuovo e diverso” e di coltivare la vocazione maggioritaria.
Recentemente, a distanza di pochi giorni, ho partecipato a due affollati importanti e significativi incontri: al Teatro Regio di Torino, l' Assemblea dei cattolici alla Settimana Sociale e alla Bocconi, a Milano, per il ricordo di Luigi Spaventa alla presenza del Capo dello Stato. Di quale forza politica i partecipanti possono essere gruppo di riferimento? Il mio PD dovrebbe essere in grado di assumerne le istanze e realizzare la sintesi più alta possibile di entrambe quelle assemblee.
Il compito per il prossimo Congresso, che sia davvero programmatico su basi ideali ben definite, dovrebbe saper parlare ad una platea di cittadini che escluda certamente le ali estreme.
Invece, ad alcune proposte e occasioni, sono state riservate reazioni che è difficile contemplare come ispirate al miglior riformismo.
La fissazione è uno stato patologico eppure molti, troppi nostri rappresentanti vivono di fissazioni. Se si parla di sovraffollamento delle carceri e di amnistia scatta la rivolta di tutti quelli che pensano invece che al Paese sempre a Berlusconi!
A favore o contro. Se si piangono vittime innocenti, che migrano per fuggire da fame, persecuzioni e guerre, subito alzano la voce quelli che vogliono respingerli nei loro Paesi e accusarli di reato di clandestinità anche se sono morti! Funzione dei partiti è la guida del sistema democratico e non la sudditanza agli umori e alle emozioni. Si è ripetuto -e non poteva che essere così!- che le leggi vanno rispettate, che le sentenze si attuano, che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Un partito nuovo e diverso, fedele a queste affermazioni, non può accettare di piegarsi a norme ad personam e quindi non deve nemmeno voler modificare i regolamenti parlamentari, per motivi contingenti. Quando il voto è segreto deve rimanere tale per chicchessia.
I parlamentari, tutti, che hanno il diritto (e forse anche il dovere) di visitare le carceri italiane, ci vadano senza essere seguiti dai giornalisti e senza preparare l’evento. Poi potranno riflettere attentamente, come si deve, sulle misure che sono proprie di un Paese civile. A quel punto potrebbero capire meglio anche il significato del messaggio inviato alle Camere da parte del Presidente Napolitano.
E’ tempo che alle grida (manzoniane) e agli scontri (veri) succeda la Politica (con la P maiuscola) che eserciti il suo proprio ruolo, che è il confronto pacato nel rispetto della dignità di tutti.
Forse è tempo che anche i media non giochino più coi tink tank per fare spettacolo e aiutino piuttosto a capire. (m.g.)

domenica 15 settembre 2013

Incontri


1953 BELGIRATE 2013

La Base in Lombardia. 
Storia, testimonianze, eredità.
Sabato 28 Settembre 2013
 ore 15,30
BELGIRATE
 Hotel Villa Carlotta
Via Mazzini 121 Lungolago

Newsletter - settembre 2013


POVERA ITALIA
Ho avuto un sufficiente tempo feriale per godere la compagnia degli scritti delle donne e degli uomini politici che hanno costruito la nostra democrazia.
Stridente il paragone coi nostri giorni.
Mentre il governo, guidato con serietà e autorevolezza (anche internazionale) da Enrico Letta dimostra di essere attento alle difficoltà del Paese, i partiti delle "larghe intese" (ironia delle parole) non sono d'accordo praticamente su nulla di programmatico e, come molti hanno ricordato, hanno trascorso l'estate accapigliandosi come i polli del manzoniano Renzo. E c'e' pure un Renzi che, invece, tenta di spostare l'attenzione sul futuro immediato del PD e sul confronto congressuale. Anche del Congresso, tuttavia, si parla con espressioni e argomenti che hanno a che fare più con scontri personali che confronto di idee.
Mi chiedo perché Renzi dovrebbe costituire una minaccia per Letta e non invece un rafforzamento. E’ ora di smantellare la leggenda che fu Veltroni a far cadere Prodi. Non ricordiamo come era la sua compagine di governo? C’erano Ministri e sottosegretari che partecipavano a contestazioni di piazza contro le decisioni del proprio Consiglio dei Ministri.
Se il PD non sosterrà il Governo guidato da chi è stato suo vice segretario non potrà presentarsi “innocente” alle prossime elezioni.
Purtroppo temo che nella base del PD gli irriducibili preferiscano la fine delle larghe intese, perché l’antiberlusconismo ne obnubila l’orizzonte che annuncia un tremendo baratro per il Paese. Non solo si pagherebbe l’IMU (era un punto programmatico del PD che non è stato abbastanza rivendicato), ma non sarebbero convertiti i decreti che riguardano il finanziamento dei partiti, la riduzione dei parlamentari, l’abolizione delle provincie, il decreto sui beni culturali, il decreto sulla scuola e, soprattutto, l’indispensabile legge elettorale.
Non sfugge a nessuno, che sia in buona fede, che il Capo dello Stato non consentirà una nuova tornata elettorale con la legge attualmente vigente.
Di questi argomenti e di altri -cassa integrazione, esodati, super pensioni, ecc- gli Italiani vogliono sentire parlare e, in particolare, sentire la voce del PD. E’ il partito che si è intestato uno slogan che indica un importante programma: “Prima l’Italia!” Se si andasse alle elezioni senza che questo impegno venga onorato, si può ritenere che diminuisca l’antipolitica, il populismo e l’astensionismo?
Mi pare sia tempo di voltare pagina anche nel modo di comunicare la politica. Da troppo tempo consentiamo che vincano coloro che gridano di più, con ciò mascherando le reali intenzioni, che sono per lo smantellamento del sistema democratico. Abbiamo già avuto modo di riflettere sulla confusione creata ad arte fra i costi della politica e quelli della democrazia. Tra questi ora mi permetto di ricordare quelli morali: senza competenze e senza una vera passione civile si riduce la politica a pura carriera, a rappresentanza fittizia. Nell’attuale Parlamento siedono quei 101 che si sono nascosti nel negare il voto a Prodi; c’è un partito che esplicitamente si è presentato all’elettorato con l’intento di distruggere questo sistema; c’è chi per un mal inteso giovanilismo ha ritenuto che fosse utile indebolire di personalità di rilievo, anche internazionale, la nostra assemblea legislativa.
Dalla sua fondazione il PD si era impegnato a semplificare il numero dei gruppi parlamentari per indurre un bipolarismo che, lentamente, avrebbe condotto al bipartitismo. Non solo non è accaduto, ma partiti e gruppi parlamentari si sono moltiplicati. Allo stesso modo si puntava ad evitare eccessi correntizi nel partito, considerandoli letali per la buona politica, perché concentrano l’attenzione sulla personalizzazione della politica invece che sui programmi. Ed è accaduto il contrario.
Certamente il berlusconismo ha condizionato il metodo rendendo tutti i partiti inclini al leaderismo. Anche le primarie, cui all’inizio si era affidata la grande speranza che fossero utili a riscuotere interesse e partecipazione, hanno indotto un consolidamento delle correnti, che fanno riferimento ai candidati.
Il populismo è il prodotto di un plebiscito attorno ad un capo.
Confesso di essere una pentita, perché le primarie hanno avuto successo quando furono confermative come per Prodi e per Veltroni. Negli altri casi, è sotto gli occhi di tutti, che hanno creato divisioni nel partito, suscitando contrapposizioni e divisioni profonde e, qualche volta, premiando il candidato non PD. Mi chiedo, anche, se affidiamo alle primarie la scelta del segretario a cosa serve il congresso? Invece è tempo di ridare ai partiti il ruolo principe in democrazia, che è la selezione della classe dirigente e la proposta di una “visione” del futuro, con sguardo alto e lungo. Il Congresso deve “far sognare” un Paese, una società, un mondo, secondo ideali e principi che devono essere divulgati e sui quali fondare il ceto politico, il senso di appartenenza, l’amore per l’Italia e l’orgoglio di essere successori autentici dei protagonisti della Ricostruzione (con la maiuscola) che fecero risollevare il Paese dalle macerie materiali e morali.
Questo Parlamento è investito in questo momento, anche di un’altra enorme responsabilità, che riguarda la guerra e la pace. So per esperienza cosa significhi dover votare su questa materia e sono contenta che il governo italiano stia esprimendo un’azione politico-diplomatica resa credibile dal fatto che il nostro Paese ha molte migliaia di soldati già schierati in diversi teatri di crisi, che onorano il nostro impegno a favore della pace. Anche questo argomento deve essere tenuto in considerazione dal PDL che sta minacciando il Paese, col ricatto della crisi di governo se Berlusconi non ottiene tutela della sua “agibilità politica”.
E’ umanamente comprensibile che la posizione del Capo di un partito coinvolga emotivamente i propri seguaci e elettori, ma una maggiore conoscenza del passato avrebbe potuto dare suggerimenti ”istituzionalmente positivi”. Berlusconi, come altri leader nel passato, avrebbe potuto accettare l’affidamento ai servizi sociali, dimostrando di rispettare le leggi del proprio Paese senza rinunciare a guidare il partito e come sarebbe conveniente per un protagonista della vita politica italiana ormai da vent’anni.
Anche per altre circostanze ho sperimentato che la nuova generazione di politici conosce poco le vicende del passato, sia recente che remoto, che hanno reso la nostra democrazia sicura e stabile nonostante le molte vicende travagliate, che ha dovuto affrontare.
Dopo aver letto MIX, alcuni giovani mi hanno scritto di aver fatto ricerche via internet (è lo strumento giovanile per eccellenza) su argomenti che avevo citato e di cui non erano a conoscenza come, per esempio, il Codice di Camaldoli, le Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana, il compromesso storico e il rapporto tra Berlinguer e Moro, ecc. Questi giovani segnalano come sia indispensabile la formazione storico-politica, insieme con qualche esperienza amministrativa, a partire dai propri territori, per appassionarsi e sacrificarsi per la “buona politica”, per il bene comune. (m.g.)

50 anni fa… I have a dream


Un sogno
realizzato?
I sogni in politica segnano 
la direzione di marcia.

Mariapia Garavaglia

Pensieri in viaggio - settembre 2013


Bene il Papa
Francesco ha trovato il linguaggio più comune e universale che unisce l’umanità: digiuno e preghiera. E pare che siano più forti delle armi.

Bravo Buffon
Prandelli lascerà nel 2014 dopo i Mondiali e tutti pensano già al successore: anche li! Buffon ha stigmatizzato: ”ansia intempestiva”.

Giù dal tetto
Inutile esibizionismo. I parlamentari 5 Stelle si facciano sentire in Parlamento.

Felicità
Grande sollievo e soddisfazione per la liberazione di Quirico. Aspettiamo con ansia quella di Padre Dall’Oglio.

Campanella
Un pensiero ai milioni di studenti italiani e stranieri che sono destinati a migliorare se stessi e la società, con la scuola che funzioni!

lunedì 2 settembre 2013

Donne protagoniste: 25 anni della Mulieris dignitatem


(pubblicato su “Avvenire” il 29 agosto 2013)

Era  il 15 agosto 1988 quando Giovanni Paolo II donò al mondo un omaggio speciale per le donne, la sua lettera apostolica, scritta in polacco, la Mulieris dignitatem. L'ha scritta nella sua lingua madre, quasi a voler essere più genuino, nel pensiero e nei sentimenti. E ci ha regalato una espressione intraducibile come "genio" femminile, che è la chiave di lettura del testo e delle intenzioni del Papa.
Nella Lettera ricorda le molteplici funzioni delle donne: nella famiglia e nei ruoli sociali e, nella conclusione, afferma che "la Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del ‘genio’ femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e Nazioni".
Chi è la donna oggi, nella società evoluta, la nostra?
Guardiamoci intorno. È protagonista di dolorosi fatti di cronaca. Gli atti di violenza si ripetono, eppure ci siamo dotati di norme contro lo stalking e il femminicidio (perfino un neologismo).
Registriamo in alcune professioni - scuola e sanità - una presenza prevalente di donne, anche se non raggiungono, con la medesima rilevanza, i ruoli di vertice.
Le donne hanno conquistato quote rosa in politica e nei consigli di amministrazione delle società per azioni. Sono il perno dell'organizzazione familiare. Come accade che diventino "oggetto" di possesso per molti assassini o di consumo per la pubblicità mediatica? Solo Avvenire denuncia anche l'intollerabile uso del corpo della donna per maternità surrogate! E pensare che ci fu un tempo in cui le femministe rivendicavano: "io sono mia!”. Se non si valorizza la dignità della donna, si scivola inesorabilmente verso la insignificanza di chi è più debole nella società.
Ci troviamo di fronte alla grande questione antropologica che tocca ogni scelta pubblica e privata, quando si capovolge la logica dei diritti, scambiandoli coi desideri o coi bisogni individuali. Si invocano norme che non si fondano nemmeno sul diritto naturale, così spesso illustrato da Benedetto XVI.
La Chiesa è stata spesso accusata di misoginia nel corso di secoli, ma alla sua origine c'è Uno che scandalizzava i suoi contemporanei: "si meravigliavano che stesse a discorrere con una donna" (Giov. 4, 27).
Paolo VI indirizzò La Lettera alle Donne a conclusione del Concilio.
Papa Francesco è già tornato più volte sullo speciale ruolo della donna nella società e all'Angelus dell'Assunta, ricordando il venticinquesimo anniversario della Mulieris Dignitatem, ha invitato a riflettere che "alla base di tutto c'è la Vergine Maria. Tutte le donne vi trovino se stesse e la pienezza della loro vocazione (...) in tutta la Chiesa si approfondisca e capisca di più il tanto grande e importante ruolo della donna".
Santo Padre, un Sinodo speciale per questo approfondimento?

Mariapia Garavaglia

#Donne #Femminicidio #Sinodo

De Gasperi e Dossetti. Due modelli di cattolicesimo politico per la democrazia italiana


(pubblicato su “Europa” il 21 agosto 2013)

A Pieve Tesino, paese natale di De Gasperi, domenica 18 agosto, Pierluigi Castagnetti ha tenuto la decima, magistrale, Lectio degasperiana, incentrata su due personalità che hanno fondato il nostro sistema costituzionale: De Gasperi e Dossetti.
Troppi giudizi approssimativi riguardano i loro rapporti: diversi per età, formazione culturale e per il destino che si sarebbero riservato, l'uno politico fino alla fine, e l'altro appagato, quando si è fatto sacerdote, risolvendo le inquietudini che lo avevano accompagnato durante la militanza.
Il metodo con cui si confrontavano, per raggiungere le soluzioni possibili, dovrebbe essere studiato e conosciuto dai politici attuali - soprattutto i più giovani - per registrare quanto, per servire il Paese, sia più importante "guardare alle prossime generazioni che alle prossime elezioni".
Castagnetti ha indagato i punti di maggiore dialettica: l'adesione al Patto Atlantico, il giudizio sulla crisi sociale, la concezione dell'economia.
Come è noto, De Gasperi non poté assicurare una presenza continuativa ai lavori dell'Assemblea Costituente a causa degli impegni di governo, ma Dossetti era comunque investito di piena rappresentanza della DC, e in autonomia; il risultato finale, però, soprattutto per quanto riguarda la prima parte della Costituzione, li trovò perfettamente convergenti. La loro radice spirituale non aveva avuto bisogno di verifiche.
Sui nodi politici, Dossetti si confrontava decisamente nelle sedi interne (direzione e consiglio nazionale della DC e nel gruppo parlamentare) ma in Aula non votava contro! Per lui il partito e gli eletti avevano la rappresentanza democratica sostanziale della sovranità popolare. Per De Gasperi la centralità si spostava sull'esecutivo; oggi, siamo ancora al medesimo dibattito.
Un elemento di grande rilievo, esemplare rispetto alle modalità con cui avviene il confronto ora, si ricava dalla corrispondenza fra i due. De Gasperi si rammaricava di non riuscire a comprendere fino in fondo "la molla" del sentire di Dossetti, il quale, a sua volta, anche contrastandolo, gli confessava "rispetto e riguardo". Una lezione di comportamento cui ispirarsi.
La lezione decisiva, che ci hanno lasciato, è la preparazione culturale, la formazione personale, la competenza e una decisa consapevole laicità, che teneva al riparo la Chiesa dalle scelte temporali della politica, ma che non li esimeva ma da una autentica testimonianza.
Alla costituente e nel confronto coi partiti portarono argomenti strutturati, una sistematicità metodologica e una grande chiarezza circa obiettivi finalità. Proprio come ora!
Con quale sistematicità sono state apportate le ormai 15 modificazioni alla nostra Carta Costituzionale? Anche Dossetti era dubbioso sulla seconda parte della Costituzione, ma aveva anche idee chiare su come migliorare una architettura tesa più a prevenire gli errori del recente passato, piuttosto che progettare un  moderno bilanciamento dei poteri.
Attuale è certamente lo sguardo europeo che caratterizzò entrambi e che Castagnetti ha lumeggiato, considerando il diverso approccio con cui affrontarono il complesso tema della alleanza atlantica. Dossetti avrebbe voluto un avvicinamento comunitario, attraverso una preparazione che coinvolgesse anche gli altri Stati europei, "per non essere sottomessi all'America". De Gasperi, avrebbe potuto convenirne, ma gli sembrava urgente e indispensabile mantenere l'Italia in una alleanza che non la isolasse. La Germania aveva il Partito comunista fuori dal Paese, in Italia era interno alle vicende nazionali.
Votarono insieme. Per De Gasperi, fino a pochi giorni prima della sua scomparsa, l'Europa unita non cessò di essere un obiettivo strategico, come per Dossetti, in funzione della pace. Morì col dolore della bocciatura della CED e oggi constatiamo quanto quel suo sogno fosse lungimirante. In tutte le crisi attuali, e in particolare quelle mediterranee, si sente la mancanza di più Europa, di quella Federazione che, da uomo di frontiera come Monnet, Shuman e Adenauer, aveva sognato e per la quale aveva speso la vita.
È il lascito per le nuove generazioni: costruire gli Stati Uniti d'Europa.

Mariapia Garavaglia

#DeGasperi #Dossetti #Castagnetti #PD

venerdì 2 agosto 2013

"Si può migliorare il mondo, il male non vince"



Malala con l’indice perentorio si rivolge a tutti i Governanti del mondo 
e ugualmente Papa Francesco a tutti i giovani del mondo. 
Fra tante miserie sono evidenti i germi per un mondo migliore; alla generazione presente 
tocca la responsabilità di farli crescere e fruttificare.

Mariapia Garavaglia

Agosto 2013 / Pensieri in viaggio


Ultranovantenni
Prima il professor Adriano Bompiani e poi il Cardinale Ersilio Tonini hanno concluso esistenze lunghe e significative: hanno lasciato il segno. Mi trovo a pensare quale schiera di allievi potranno continuare, seguendone l’esempio. Bompiani è stato maestro di ginecologia e ostetricia, primo Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica, Senatore e due volte Ministro.
Il Cardinale Tonini è stato il comunicatore di Dio. Con grande semplicità e trasparenza lessicale ha parlato di Dio a tutti, credenti e non credenti. Ha messo a disposizione il suo Episcopio per handicappati e ultimi, ed ha abitato con loro.

Stragi e responsabilità 
In Spagna come ad Avellino hanno perso la vita quelle persone che si erano affidate a mezzi di trasporto i cui conducenti sarebbero dovuti essere prudenti, competenti, in una parola, responsabili. La prima prevenzione è la responsabilità che deve prevedere anche il controllo accurato dello stato di utilizzo dei mezzi stessi. La prima solidarietà è la responsabilità e il rispetto delle regole.

Settant’anni fa Camaldoli
Dal 18 al 24 luglio 1943 un gruppo di giovani cattolici di diversa formazione politica scrissero quelle pagine -note come Codice di Camaldoli- che furono i pilastri per la costruzione della Costituzione Italiana. Oggi un gruppo di saggi di eterogenea cultura dovrebbero preparare un documento per le nuove riforme. Che distanza abissale! (anche dalle varie Todi).

Nobel per l’accoglienza 
A suo tempo da Presidente della Croce Rossa, insieme al Presidente Ciampi, avevo proposto il premio Nobel al Salento, per l’impressionante accoglienza offerta agli Albanesi e ai profughi della Penisola Balcanica. Purtroppo ci fu risposto che si poteva conferire il premio ad una persona o a una associazione, non ad un territorio. Perciò tifo molto per Lampedusa e mi auguro che si trovi una soluzione, magari individuando il protagonista nella cittadinanza o nella amministrazione dell’Isola.

Auto “blu” 
Finalmente pare che le cosiddette auto blu siano di case automobilistiche italiane. Devono dare ancora qualche buon esempio: non parcheggiare dove capita, perché le strade sono di tutti e non mantenere il motore accesso quando sono in sosta (l’aria condizionata è piacevole, ma si può scendere dall’automobile).

Incarichi, cariche, stipendi 
A proposito delle personalità che hanno fondato la nostra democrazia, basti l’esempio del rapporto fra Sergio Paronetto e Menichella. "Alla chiusura dell'anno 1939, scrive Menichella, provvedendo a migliorare gli stipendi dei funzionari, apportai un aumento anche al Suo. Mi trattenni dal fare di più come Egli meritava, solo per timore di turbare la sua modestia, sicchè grande fu la mia meraviglia allorquando mi si presentò per indurmi a limitare l'aumento che Gli avevo concesso, minimizzando il suo lavoro e citando esempi di funzionari, estranei al nostro ambiente che, a suo dire, valevano più di Lui e avevano stipendi minori. Naturalmente non lo accontentai. Ne rimase male e me lo disse. Ne fu turbato. Lo scrisse nelle carte ritrovate dopo la morte". 
Paronetto riteneva folle la cifra fissata. Questa decisione gli faceva paura, fino al punto di dire "non c'è un profondo e perverso errore in tutto ciò? Una ingiustizia, una complicitá nostra?". Una lezione di etica e di moralità, un insegnamento di modestia, rispetto alla deriva finanziaria stockoptionista e shortermista finalizzata alla creazione di valore artificiale, alle fusioni e acquisizioni di breve periodo dei nostri tempi.

Viva Francesco 
Viva la normalità. Per ottanta minuti, durante il ritorno da Rio, ha conversato e risposto alle domande dei giornalisti con la sua disarmante semplicità. Ha ribadito, anche a proposito dei gay, ciò che la Chiesa ha sempre detto. Per i più è stato solo questo l’argomento da divulgare, eppure per la sua borsa nera e per tutto il resto ha semplicemente testimoniato che la normalità dei comportamenti oggi è “rivoluzionaria”.

MIX Newsletter / Agosto 2013


FUORI GIRI

Nel Belpaese fatica a suonare “il dolce sì”, perché televisione e politica diffondono linguaggi lessicali dalla sintassi e grammatica approssimate. Dopo il calcio è arrivata la meccanica: dall’usato sicuro alla conseguente rottamazione; e ora “fare il tagliando”. Il dubbio è: linguaggio povero per la povertà delle idee? Il Paese non può andare fuori giri a causa delle contingenti convenienze dei partiti a fronte della dimensione dei problemi degli Italiani. Abbiamo un governo di larghe intese, che viene continuamente stuzzicato proprio da chi partecipa all’intesa. Il primo e principale responsabile della tenuta dell’esecutivo deve sentirsi il PD, ma continua ad attirare l’attenzione sulle sue prospettive congressuali più che sul programma di governo.
E’ bene essere convinti che non c’è alternativa a Letta fino a quando non sono completate le riforme indicate nel programma e, prima fra tutte, la riforma elettorale.
E’ talmente evidente che il Presidente Napolitano ha legato la sua permanenza al Quirinale con questi obiettivi; rinviarli o accantonarli mette a rischio la stessa tenuta democratica e, ancora di più, la pace sociale; ne sono consapevoli le nostre classi dirigenti? Il livello di sofferenza delle classi medio basse è ad un punto di rottura e qualsiasi sforzo deve essere finalizzato ad evitarla.
Per Letta il lavoro -ha dichiarato- è una ossessione. Purtroppo lo è ancora di più per chi è senza, in quanto disoccupato o cassaintegrato.
E’ questo il motivo per cui gli Italiani non possono capire le dispute interne ai partiti, quando la priorità deve essere l’Italia. 
E’ stato anche lo slogan del PD e per questo anche le fibrillazioni verso il governo di “servizio” rendono incomprensibile il comportamento di molti parlamentari che antepongono il loro giudizio negativo sull’alleanza, piuttosto che far emergere l’apporto indispensabile e originale del partito nell’attuare il programma del governo Letta. Non ha senso far valere le preoccupazioni congressuali in un momento in cui gli Italiani hanno ben altre preoccupazioni! Ai militanti e ai dirigenti del PD non dovrebbe sfuggire che si sono presentati al Paese con un partito che si annunciava “nuovo e diverso”. Non una fusione fredda ma un vero “impasto” di idee, ideologie e programmi per superare la fase degli ex. Uno strumento capace di mobilitare l’opinione pubblica è certamente il ricorso alle primarie, ma anche queste possono risolversi in un falso ideologico: la loro forza è la massima apertura verso tutti coloro che vogliono partecipare a voltar pagina rispetto ai partiti del Novecento. 
Quando lo fondammo non pensavamo né al partito liquido ma nemmeno ad un Moloc cui asservire le nuove modalità organizzative. In particolare, disquisire sul cambiamento dello statuto, in fase precongressuale, suona proprio stonato, anche perché avevamo solo “sospeso” l’articolo che riguarda le primarie per il segretario (candidato anche premier) per far partecipare Matteo Renzi. 
Ora basterebbe tornare a prima della sospensiva, in quanto la norma sostanziale vige. 
Piuttosto, dopo il congresso di fondazione, il PD è sembrato smarrire il “core business” della propria vicenda storica nella vita politica attuale e futura del nostro Paese. Se non ci sarà una visione di lunga lena è evidente che può essere un danno anche per la tenuta del governo Letta che -ricordiamolo- è il vice segretario del PD, a prescindere da tutte le torsioni attuali sul regolamento e sullo Statuto. 
Il tempo che stiamo affrontando reca perciò queste pesantezze, cui si aggiunge la vicenda personale di Berlusconi, che non è un semplice cittadino per cui si possa facilmente dire “le sentenze non si giudicano ma si attuano”.
Ma la vita politica deve continuare e il PD concentrarsi sulle riforme -la più urgente e più importante continua ad essere quella elettorale!- per prepararsi all’appuntamento con il voto -quando sarà- avendo dimostrato agli italiani che sono loro il prioritario fine dell'agire politico. (m.g.)