lunedì 5 febbraio 2018

MIX Newsletter / Febbraio 2018 / Editoriale


VOTARE

Votare, votare, votare. Solo col voto si è cittadini completi. E’ diffusa la sensazione che aumenterà l’astensionismo per cui penso che non dovrà essere minore l’impegno, per invitare a votare, di quanto ne dedicheremo ai diversi candidati. Mi rendo conto che la compilazione delle liste e il rilievo mediatico dedicato hanno suscitato critiche quando non disgusto. Non nascondo che io stessa mi sono trovata in difficoltà sia per gli esclusi che per gli inclusi, in tutte le liste, e non solo nel mio partito. Passata a miglior riflessione non ho potuto dimenticare che è sempre stato così, perfino quando c’erano le preferenze, che attutivano le esclusioni dalle liste, in quanto ciascuno era impegnato a trovare voti per sé e per la lista. Accadeva che dalla Corte d’Appello uscissero perfino liste con nomi modificati nella notte.
Niente di nuovo sotto il sole!
Tuttavia credevo che il mondo cambiato potesse aver cambiato anche le relazioni politiche; non è stato così e la legge elettorale – provvisoria per forza di cose – non ha migliorato la relazione fra partiti ed elettorato. In effetti senza preferenze è difficile far credere ai cittadini che possono scegliere! E anche rispetto ai trasferimenti da territorio a territorio non siamo all’anno zero.
Per favore non usiamo il pessimo e volgare termine “paracadutare”. Ricordo che, se venivano invitati intellettuali come i professori Lipari o Scoppola, la DC individuava collegi sicuri per garantirne la elezione, anche se i nuovi candidati perdevano comunque qualche migliaio di voti (così accadde, per esempio, con il sicurissimo collegio veneto di Cittadella). Tutto sommato questo meccanismo rende anche plastica la norma costituzionale secondo cui ogni parlamentare non ha vincolo di mandato perché rappresenta interamente la sovranità popolare. Trovo invece inutili i collegi esteri che sono la negazione evidente della possibilità di rappresentare gli elettori: se è difficile interpretare un territorio circoscritto, sarà agevole rappresentare l’intero Sud America?
Da nord a sud sono stata interpellata dove fossi candidata ma ho potuto rispondere con la spiritosa espressione di Prodi: “rottamato, ma il prezzo del rottame è salito”…
Come è noto sono contraria alle primarie e alle parlamentarie, ma con l’attuale legge elettorale, salvaguardate le personalità da invitare a candidarsi, forse sarebbe stato meglio far scegliere ancora tutti gli altri candidati con le parlamentarie. E’ piuttosto stucchevole comunque andare a cercare le persone che hanno subito disgrazie oppure che hanno notorietà da spettacolo, visto che la politica dovrebbe esimersi dalla spettacolarizzazione e soprattutto dare esempio di grande rispetto della dignità delle persone.
Ho molto apprezzato Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e il dottor Roberto Burioni, divulgatore delle vaccinazioni, che hanno evitato di essere “gli immediati”, rimanendo al loro posto, esercitando le loro professioni, più utili di un seicentotrentesimo in Parlamento. Lo dico amando io molto la funzione parlamentare.
Piuttosto i partiti propongano programmi non velleitari che rischiano di indurre ulteriori e peggiori disillusioni, ma si preoccupino di togliere paure e placare rancore. Chiunque governerà dovrà guidare un Paese che non può crescere, né economicamente né socialmente, su macerie culturali.
E’ compito precipuo della politica saper leggere il futuro e far immaginare alla popolazione quali sogni coltivare. Innanzitutto presentare l’Europa unita come una patria comune: è la radice e sintesi di tutti i valori di democrazia, libertà, diritti umani, dignità personale. Sono questi i fondamenti per un futuro rasserenato. La propaganda antieuropea riduce l’Italia a un piccolo Paese che non può gareggiare da solo, nemmeno con la Germania, figurarsi con gli altri colossi mondiali. I cinque anni di governo col centrosinistra guidato dal PD, sia pure con diversi presidenti del Consiglio, hanno mantenuto l’Italia nel consesso internazionale ed hanno consentito al Paese con molte nuove leggi di riprendere la corsa insieme con i partner. È certo che al Paese non giova demolire il passato con una discontinuità istituzionale che rallenta i processi e non aiuta a migliorare. Il Presidente Mattarella ha ricordato che “l’orizzonte del futuro costituisce il vero oggetto dell’imminente confronto elettorale. Il dovere di proposte adeguate – proposte realistiche e concrete – è fortemente richiesto dalla dimensione dei problemi del nostro Paese”.
Non possiamo dimenticare che il futuro sarà costruito soprattutto dai millennials, che voteranno per la prima volta alle politiche. Si parla spesso di loro, ma occorre parlare con loro e, soprattutto, ascoltarli. La partecipazione, che per una precedente generazione, la mia - che aveva fatto della partecipazione quasi un mito, “la fantasia al potere” - si suscita con l’entusiasmo, la pazienza e l’umiltà del dialogo. Ancora il Presidente della Repubblica ha affermato: “Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999, che voteranno per la prima volta. Nell’anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto: in questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora – i ragazzi del ’99 – vennero mandati in guerra nelle trincee. Molti vi morirono. Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica”. Questa riflessione è importante perché corriamo il rischio di dimenticare che, grazie alle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell’Europa. In molte altre parti del mondo non è così, e per votare si rischia la vita.
Non manchino queste riflessioni ai leader politici che aspirano a guidare il futuro del nostro Paese. Mi rendo conto che l’invito a votare si scontra anche con un sistema elettorale che merita chiarimento. Si vota con un sistema misto: in parte uninominale o maggioritario e in parte plurinominale o proporzionale e l’elettore dovrà esprimere il suo voto nelle due modalità, senza ricorrere al voto disgiunto, pena l’annullamento della scheda.
Nel sistema uninominale tutta la coalizione vota per il candidato scelto, nel sistema plurinominale il voto è affidato ai sostenitori di quel candidato del suo partito.
Chi mi segue conosce la mia preferenza a favore del PD, ma saprò suggerire anche altre scelte a favore di candidati di cui mi fido, e che stimo, a quegli elettori che non votano PD. Rimango convinta che per recuperare i cittadini alla politica si debba ripartire da contatti veri - non virtuali - con la gente vera. I politici devono saper ascoltare.
I cittadini devono veder rispecchiata la propria vita in quella degli eletti.
Se sono degli “estranei” perché andare a votarli?

MIX Newsletter / Febbraio 2018


Pensieri in viaggio / Febbraio 2018


Minniti
Senza fragore mediatico continua una serena attenzione all’ordine pubblico e alla repressione della delinquenza ai vari livelli, compresi gli interventi che riguardano le baby gang.

Chiesa
5 febbraio, Giornata della Vita e 10 febbraio, Giornata Mondiale del Malato: sono appuntamenti che richiamano anche i non credenti a riflettere sui valori fondamentali della convivenza civile.

Ordine Avvocati di Milano
Complimenti perché hanno compilato il Codice dei Diritti degli Indifesi (Giuffrè ed.).

Classe con cellulari?
Se è così utile a scuola, sarà difficile limitarne l’uso fuori. Né insegnanti né studenti dovrebbero portarlo in classe. Per le urgenze ci sono i telefoni in segreteria.

Gomorra
Serve dare tanta evidenza a quella Napoli? Nessun rischio di emulazione da parte di menti fragili? Molto meglio mostrare la grande bellezza, che educa a salvare se stessi oltre che il mondo.