DECIDERE
Il 2018 si apre senza
bisogno che un venditore di almanacchi tenti di indorare la pillola.
Siamo già bombardati da fuochi d’artificio, fuori luogo, di
politici che le sparano grosse in un anticipo di campagna elettorale
che non depone a favore della chiarezza nella distinzione, della
signorilità del confronto anche aspro, del linguaggio appropriato.
Si è conclusa una
legislatura giudicata piuttosto sbrigativamente “la peggiore di
sempre“. A chi giova, dovendo motivare i cittadini a votare i
parlamentari, indebolire la reputazione del Parlamento?
In realtà da qualche
anno anche importanti media hanno dato il loro contributo a demolire
l’immagine del Parlamento e della politica, facendo di ogni erba un
fascio. Diremmo di tutti i nostri concittadini “siete tutti
uguali“? Per i politici è stato un ritornello mai contestato.
Il Presidente Mattarella
con un’immagine molto espressiva ha ricordato che sono i cittadini
col voto a riempire le pagine bianche della storia civile del Paese.
Importante il suo invito ai diciottenni. Come appassionarli alla
politica? Sono certamente i migliori utenti della Rete ma a loro
manca spesso la conoscenza diretta di persone e di fatti per poter
“farsi una idea”. Spesso sono molto motivati al volontariato ma
tiepidi per la politica. È stata una esperienza significativa quella
attuata da Renzo Arbore, che sulle ceneri di “Indietro tutta”, ha
proposto un nuovo format “Indietro tutta 30 e lode” col
coinvolgimento di giovani universitari - i millenials- che non
conoscevano il programma originale e si sono molto appassionati a
quel tipo di umorismo. Non si può apprezzare ciò che non si
conosce. Pensateci politici!
La legge elettorale
attuale consentirebbe di non votare i partiti che mettono in lista
incompetenti e “immediati”. È prevalentemente proporzionale e
quindi esige una capacità ‘politica’ di coesione fra simili, per
alleanze di governo. Cadute - fortunatamente- le primarie
parlamentarie (tranne che per M5S) non è garantito che si scelgano
competenti e appassionati ad un impegno molto diverso da come è
percepito e da come è raccontato. Si inseguono ‘testimonial’ da
sport, spettacolo, jet set; recano il contributo della notorietà, ma
non necessariamente la faticosa umiltà del lavoro parlamentare da
‘peones’ (altra brutta espressione).
La DC aveva sperimentato
di tutto per recuperare alla politica ceti culturali, che sono la
ricchezza del Paese. Inventò l’Assemblea degli esterni. Dopo una
breve esperienza, sparirono; tra le poche eccezioni, Pietro Scoppola
che fu rieletto al Senato e divenne punto di riferimento per molti.
Anche il PCI attirò gli indipendenti di sinistra e la cronaca
parlamentare ne racconta le vicende.
Urge una classe dirigente
in grado di assumere ruoli direttivi nelle Assemblee di Camera e
Senato. Ricordiamo come sono avvenute, per esempio, le nomine nella
legislatura appena conclusa. Ora accadrà – una regola
partitocratica cioè potere dei partiti sulla democrazia – che non
saranno candidati alcuni parlamentari a causa del numero delle
legislature fatte. Così mancheranno, per esempio, eccellenti
presidenti di Commissione che hanno dato forza a governo e a
parlamentari. In una democrazia gli eletti dovrebbero cessare il
servizio quando vengono bocciati dagli elettori. Che vergogna far
chiedere la deroga a personalità di prim’ordine, che hanno onorato
il loro ruolo.
Per una bella politica
occorre coscienza e consapevolezza di ciò che ci ha preceduto, un
giudizio sul presente per progettare il futuro. Urge una classe
dirigente che sappia assumere decisioni tempestive per la soluzione
dei problemi che riguardano la vita della comunità (Bene comune) e
di ciascun cittadino. La democrazia non decidente alla fine si
indebolisce, fino a far evocare la necessità di personalità forti,
di uomini soli al comando e, a quel punto, e alla contestazione dei
costi della politica, della democrazia!
L'incapacità decisionale
è semplificabile con alcuni recenti interventi. Accantonata la
vicenda della legge elettorale, che ha segnalato tutte le sue
incongruenze a partire dalla raccolta firme. Si pensi alle maestre
licenziate che, a causa dei mancati concorsi, ma secondo le norme
preesistenti, si sono ormai “laureate” insegnando, avendo
frequentato anche corsi abilitanti speciali.
Una ‘balena
burocratica’ ha lasciato un cetaceo spiaggiato in balia di 17 (se
corrisponde al vero) diversi enti responsabili. L’autorità statale
non avrebbe potuto decretare di trascinarla al largo per la naturale
sepoltura nel suo elemento, come accade anche agli eroi che vengono
affidati al mare?! E per trovare dove collocare le macerie del
terremoto che cosa o chi bisogna attendere? E le province abolite
solo per finta? Non sarebbe il caso di ripristinarle, visto che la
Costituzione le prevede ancora e che le loro funzioni erano ben
gradite ai cittadini (più delle Regioni!)?
Nei programmi elettorali
sarebbe bene che fossero assunti gli impegni a rendere la burocrazia
al servizio dei cittadini, invece che alla deresponsabilizzazione
delle amministrazioni e ai ricorsi, che bloccano risorse, attività
produttive pubbliche e private, ecc. (abolire la “Bassanini”, per
esempio?)
Uno sfortunato
(impolitico) sorteggio ha allontanato EMA da Milano, ma è noto lo
scetticismo degli eurotecnocrati sul funzionamento della giustizia
civile in Italia, e non solo: si pensi ai magistrati che decidono in
merito alla prescrizione di terapie, di qualità dei farmaci.
La bella politica
coinvolge i cittadini per i grandi problemi non solo interni ma anche
internazionali; l’Italia durante la prossima legislatura dovrà
affrontare appuntamenti importanti (contingenti militari in scenari
delicati, clima, Europa).
Commentatori e politologi
ultimamente insistono sulle analisi della difficoltà della
democrazia rappresentativa, quasi di una sua debolezza culturale, e
sulle crisi in particolare delle socialdemocrazie. Tuttavia abbiamo
un vicino -la Francia- il cui giovane Presidente, contrariamente al
giovanissimo cancelliere austriaco di destra Kurz, ha prospettato ai
francesi obiettivi alti, impegnativi, degni del loro orgoglio e,
soprattutto, la marcia verso l’Europa.
Non si azzardino i
politici che si candidano a governare l’Italia a sottrarre alle
nuove generazioni il sogno degli Stati Uniti d’Europa! “Mai come
ora c'è bisogno di politica alta, di ragione e di emozioni positive.
La politica è bella anche perché, specie quando tutto cambia, si
capisce insieme, si ascolta, si studia, si cambia idea: insieme!”
(Veltroni). (m.g.)