lunedì 18 maggio 2015

MIX Newsletter / Editoriale / Maggio 2015


CHE PAESE E’  

Oportet scandala eveniant: anche questa volta è servito uno scandalo - 900 morti nel Mediterraneo - per svegliare (?) le coscienze in Italia e in Europa. Purtroppo l’Europa ha scelto, dapprima, la strada dell’elemosina, aumentando i finanziamenti, ma senza predisporre un coordinamento vero fra tutti gli Stati, perché l’immigrazione diventi, strategicamente, un’occasione di sviluppo per il Continente. Ora sembra che ci sia la volontà di distribuire i profughi fra tutti i Paesi dell’Unione. Tuttavia ci sono Stati (Inghilterra) e alcuni dell’Est (non ricordano quanti loro concittadini hanno cercato fortuna in Occidente?) che si rifiutano di accogliere le quote stabilite a Bruxelles. Questa è l’Europa non ancora Unione: manca quella passione europeista che può condurre a sentirsi effettivamente tale con politiche interne ed estere, nonché di difesa, davvero unitarie. Dobbiamo essere consapevoli che il flusso di rifugiati non cesserà fino a quando i conflitti che li originano non saranno placati. Ho osato pensare ad un commissario straordinario unico che potesse esercitare tutti i poteri connessi, naturalmente utilizzando le strutture e i funzionari ministeriali, senza che venga costruita una struttura ad hoc, con personale, che aggraverebbe la burocratizzazione. Gli appelli del Papa come dell’ONU non hanno ancora trovato una risposta credibile, tempestiva e organizzata. 
Gli scandali non hanno nemmeno risparmiato EXPO. Dal 1° maggio, tuttavia, buone notizie da Milano: la reazione dei milanesi alle distruzioni causate da violenti, imbecilli e vigliacchi mascherati e, prima, la manifestazione per ricordare il settantesimo della liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista. Sono state manifestazioni che hanno recuperato quello che dovrebbe essere il senso di una comunità nazionale coesa, determinata a salvaguardare la democrazia e suscitare speranze in un futuro migliore. 
La comunicazione, tuttavia, non può evitare la narrazione della frammentazione sociale che ha un esempio non gratificante in quella delle forze politiche e perfino all’interno del PD. Per diversi motivi richiamare la nostra storia patria ha significato anche evocare il cosiddetto “miracolo economico”. In quegli anni le classi dirigenti non erano certo angelicate, ma seppero imprimere al Paese il senso di una direzione comune e le forze politiche, come tutti i ceti sociali, si accorsero che nella unione davvero si faceva forza. Oggi in Italia non emerge (ancora) un comune sentire; piuttosto l’individualismo, accompagnato dal populismo che gli offre la giustificazione, tende a chiedere alla società e alle istituzioni solo quanto serve qui e adesso, senza pensare alle generazioni future. Si è parlato anche di politica “barometrica” in quanto l’orizzonte dei programmi sono condizionati dall’umore dei potenziali elettori e dai risultati dei sondaggi. In tale modo la politica non guida i fenomeni sociali verso un orizzonte futuro, con uno sguardo alto e lontano; piuttosto, si è rivelato irresistibile il cedimento di tutte le caste al populismo. 
E’ stata ricordata una frase di Manzoni che ben si addice alla bisogna: “il buon senso esisteva ancora, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”.  
Sento tra la gente che frequento, o che origlio, mentre cammino o sono in metro, commenti segnati da indifferenza, rassegnazione, "menefreghismo": non tocca a me! chi se ne importa! Oppure grande rabbia e indignazione; giudizi pesantissimi verso politici e politica. In entrambi i casi si tratta di cittadini che non si considerano essi stessi protagonisti, parte del problema.  Alla fine del mese si svolgeranno le elezioni regionali e il rischio è di promettere e poi non mantenere. Gli elettori se lo ricorderanno quando arriverà il turno nazionale. Temo molto anche per la prossima scadenza l’astensionismo o -peggio- l’annullamento delle schede per protesta. Del resto il presidente Renzi ha giudicato “impresentabili” alcuni candidati, affermando che personalmente non li avrebbe votati. Purtroppo le primarie non sono servite ai cittadini semplici elettori ed hanno invece 'inquinato' le relazioni con il PD. Gli Italiani si aspettano un sistema decidente, fare ciò che si promette. 
Meno male che  Renzi c’è?  Dopo anni di annunci e di reciproci blocchi il presidente del  consiglio e segretario del Pd ha dimostrato che la politica può essere decidente. Ricordate i 90 comizi di Walter Veltroni nella campagna elettorale del 2008? La vocazione maggioritaria a questo tendeva: ottenere il consenso per decidere e fare le riforme. L'Ulivo, la straordinaria intuizione prodiana non doveva cambiare la politica per internazionalizzare e modernizzare il bloccato sistema italiano? Temo che gli entusiasti aderenti di allora coltivassero il retro pensiero gattopardesco secondo cui tanto saremmo andati avanti pian pianino! 
Mi auguro che i nostri governanti siano consapevoli della rabbia che cova sotto la cenere. Expo 2015 ha messo a nudo un Paese che non sa rispettare tempi e finanziamenti per le grandi opere. Se non si completeranno le opere infrastrutturali (tangenziali, raccordi, ecc.) finito Expo rimarranno monumenti alla inefficienza italiana, come le grandi incompiute a Roma per i mondiali di nuoto, la nuvola di Fuksas, l'acquario virtuale (?)  ecc. ecc. A Roma e altrove. 
Ad esempio, l’area in cui sorge la seconda università di Roma, Tor Vergata, meriterebbe di essere riqualificata: una metropolitana leggera, il completamento del Campus per gli studenti e le opere sportive aperte anche al quartiere. 
Il ministro Delrio si impegni a far completare ‘le incompiute’ o a far demolire gli scheletri che deturpano il territorio.  
Il Paese ha fretta di vedersi normale. Perché le docce fredde non mancano: le pensioni, l'Iva, tagli alla sanità, attese infinite per adempimenti di invalidità e inabilità. I più deboli nel protestare hanno bisogno di un governo che risponda. Dobbiamo sperare nella riforma della pubblica amministrazione? Questa è, e deve essere, proprio un servizio ai cittadini: è il volto dello Stato, come direbbe il presidente Mattarella. La legge Madia ha operato un rinnovamento mai visto; riconosco che solo così - anche con la perdita di competenze - si è potuto bonificare certa burocrazia. Senza decisioni tempestive, ragionevoli, assunte con competenza e responsabilità, il sistema democratico muore, nell'indifferenza  o nell'indignazione.
Se fossimo tutti come i milanesi ‘del giorno dopo’ il nostro Paese sarebbe orgogliosamente normale. (m.g.)

MIX Newsletter / Maggio 2015


Maggio 2015 / 8, 5 e 2 per mille


IL MIO 5 PER MILLE
Alzheimer Ricerche Brescia Onlus 
C.F.: 98058810171

IL MIO  8  PER MILLE 
Chiesa Cattolica 

IL MIO 2 PER MILLE 
Partito Democratico 
Codice M20 

Pensieri in viaggio / Maggio 2015


Non mi piace 
Mamme, insegnanti e studenti si siano ribellati  ai test INVALSI. Non lamentiamoci poi se i giovani non rispettano le regole e non accettano di fare fatica.  
Non mi piace  
Nessun colpevole per la morte di Biagi: “reati prescritti”.  
Mi piace 
I bambini sanno. Il film di Walter Veltroni mi ha fatto sentire inadeguata, supponente, perché credo di essere nella media degli adulti che sanno sempre cosa pensano e che cosa vogliono i bambini.
Mi piace
Stop surrogacy now: “utero in affitto è violazione diritti umani delle donne e dei bambini”. Firmo la petizione www.stopsurrogacynow.org