lunedì 23 aprile 2018

MIX Newsletter / 23 aprile 2018 / Giovanni Galloni



ADDIO AL COMPAGNO 
DI BANCO


Seduti in ordine alfabetico, nel secondo settore di destra, nella terza fila, io sul corridoio e Giovanni Galloni alla mia destra. Per quattro legislature siamo stati compagni di banco. 
Immaginarsi la mia emozione all’inizio, perché era uno dei miei ‘maestri’, essendo stato tra i fondatori della Base, la corrente di sinistra della DC, il cui il Capo, Giovanni Marcora, era stato il mio iniziatore alla politica, nonché il personaggio che mi ha sempre sostenuto e che ho avuto come modello.
La lunga vita di Giovanni Galloni è stata tutta connotata dalla tradizione e dalla pratica del cattolicesimo democratico. La sua proverbiale lucidità, coniugata con la competenza del giurista e l’attenzione all’interlocutore e alle sue ragioni, gli hanno permesso di svolgere con esemplare serietà ed efficacia le diverse funzioni pubbliche cui è stato chiamato.
Della Democrazia Cristiana fu dirigente di primo piano, appassionato e colto, sempre propenso al dialogo e al confronto, coraggioso nelle idee e capace di rischiare per esse. Ha servito con onore lo Stato da ministro della Pubblica Istruzione e da vicepresidente del Csm.
Fu vicepresidente del partito e due volte vicesegretario, ed è stato direttore de Il Popolo.
Alle appassionate discussioni politiche si accompagnavano scambi di idee un po’ su tutto lo scibile. Vero professore, trasmetteva visione e passione civile. Prima che approvassimo una improvvida legge che ha costretto i professori universitari a mettersi in aspettativa, Giovanni portava in aula le tesi dei suoi studenti e nelle interminabili attese di qualche voto dell’Assemblea le correggeva puntigliosamente e me ne parlava. Sarebbero stati orgogliosi i suoi discepoli.
Soprattutto ho seguito la sua partecipe trepidazione alla preparazione al sacerdozio del figlio Matteo e, in seguito, alla sua condivisione orgogliosa delle iniziative pastorali e caritatevoli che don Matteo ha fondato e animato: è la Comunità Amore e Libertà Onlus. Chiedeva aiuto e sostegno.
Giovanni Galloni può essere degnamente ricordato aiutando a suo nome la Comunità. (www.amlib.org)

lunedì 16 aprile 2018

MIX Newsletter / Aprile 2018 / Editoriale


SAPERE per DECIDERE

Ho apprezzato il discorso di insediamento del Presidente Fico, impostato su valori che sono il lievito della nostra Repubblica parlamentare. È la centralità del Parlamento che onora l’espressione della volontà popolare. Lì risiede la sovranità che i partiti devono onorare e non sequestrare.
Confesso che anch’io ero infastidita per le indennità aggiuntive attribuite alle cariche assembleari (Presidente, vice presidenti, segretari d’aula, Questori). Sono parlamentari come tutti gli altri, investiti di compiti importanti, cui devono corrispondere certamente servizi di funzione: segreterie e organizzazione cerimoniale, conseguenti. Perciò ho accolto volentieri anche questa scelta. Tuttavia, perché sia un risparmio per i cittadini, gli emolumenti non devono essere riscossi e destinati ad altri.
Nè mi sembra coerente con la funzione ritenere di potersi comportare con “normalità“, servendosi del trasporto pubblico. Il parlamentare non è più un cittadino qualunque, ancora meno lo è il Presidente della Camera dei Deputati. Ha oneri e onori cui non può rinunciare, altrimenti non interpreta il suo alto Ufficio.
Auto di servizio ed aereo di Stato servono a non impicciare e impacciare le scorte e il traffico dei cittadini utenti. Ci interessa di più che guadagnino tempo nello svolgere i loro compiti, che ammirarne l’esibita umiltà, che non è indispensabile nell’esercizio delle funzioni pubbliche quanto invece “il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. (art. 54 Cost.)
Non ho nemmeno condiviso l’occupazione di tutte le poltrone di Questori di Camera e Senato. Stride questa occupazione con gli intenti sbandierati di trasparenza. Infatti i Questori in Parlamento non sono organi di polizia ma di amministrazione: appalti, concorsi, assunzioni, bilancio sono competenze dell’Ufficio. Non è mai accaduto che uno dei tre Questori non fosse un rappresentante della minoranza parlamentare, per avere un occhio controllore...
L’anomalia è rappresentata anche dal fatto che per scegliere gli incarichi si sia continuato a sciorinare gli slogan della campagna elettorale. Cancellare o modificare la “Fornero”, i vitalizi... a che pro aizzare i cittadini contro il Parlamento? Una volta sollevato il venticello...
E non indifferente è il dettato costituzionale che con gli articoli 66, 67, 68 e 69 definisce lo status del parlamentare. Soprattutto, il sistema democratico ammette all’elettorato passivo qualsiasi cittadino e non tutti possono vivere a Roma e nel loro collegio, assumere segreterie e svolgere tutti i servizi richiesti con uno stipendio modesto, cui far corrispondere una pensione (non piace la parola vitalizio?) che garantisca quando non si è più eletti. La magnifica peculiarità della democrazia è di consentire di fare politica non solo a chi può permetterselo. Né si è più modesti se non si indossa la cravatta e ci si veste in modo sciatto. Lo ‘stile’ non riguarda la propria persona ma la importante - che cosa può valere di più? - rappresentanza di un bene che non ci appartiene, perché è la dignità delle istituzioni, del popolo che esse rappresentano e difendono. I media non si dedicano molto a questi argomenti: meglio divulgare come novità storie già fruste. In tanti sono saliti al Quirinale a piedi (anch’io), ma in quegli anni non dovevamo postare foto su Facebook.
La stagione della cattiva politica - quella che fa odiare i parlamentari te suscita il rancore sociale- finirà quando ai cittadini si chiederà di decidere sulle risposte che le forze politiche intendono attivare, con serietà e sincerità, per risolvere i problemi sociali.
Il PD ha voluto inseguire molti slogan populisti ed è stato scavalcato da chi aveva il copyright. E così, il REI (Reddito di inclusione) che ha già raggiunto centinaia di migliaia di famiglie, è stato eclissato dalla propaganda del reddito di cittadinanza.
Rischioso per tutti il prossimo turno elettorale, se troppo ravvicinato, perché gli elettori non accetteranno scuse; non si potrà dire “non abbiamo avuto tempo; non ci hanno fatto lavorare; ecc.”; perché è stato promesso tutto, e subito e gli elettori vogliono riscuotere. L’ansia di realizzare appartiene certamente ai neofiti (73% di matricole) ma si scontrerà con il realismo delle procedure. “Si è voluto far tacere i vecchi a prescindere “(Sartor) con la conseguenza che manca continuità istituzionale e pedagogia parlamentare.
Almeno due obiettivi dovranno essere messi a frutto: una legge elettorale che faccia vincere davvero chi dovrà governare e un ‘restauro’ delle forze politiche, che definiscano il loro profilo ideale, di riferimento.
Si dice che sono morte le ideologie e che non ci sono più nè destra né sinistra. Ci mancano i riferimenti del secolo scorso, ma senza riferimenti culturali che definiscano una visione convenzionalmente di destra o di sinistra proposte, progetti, obiettivi sono come le mucche di Hegel, tutte nere nella notte!
Invece che col pathos (volgarmente detta pancia) la politica deve guidare le reazioni del popolo (non massa) e i fenomeni sociali con logos (ragione): esercizio più difficile, ma solo così si forma alla democrazia e la si difende. Il populismo, invece, ne è il tarlo. La società diventa comunità - anche con appartenenze diverse - quando i suoi componenti non si dividono in “Altri” e “Noi”.
Chi sono gli altri? “Ma che domande: sono sempre loro. Quelli che votano i ladri. Che buttano la carta per terra «perché io pago le tasse», che abbandonano la macchina in terza fila per ore e si arrabbiano se glielo fai notare. Sono i vicini incivili, i parenti invadenti, i turisti arroganti. Gli altri sono tutti tranne Noi” (Massimo Gramellini).
Guai a noi e a tutte le forze politiche - siano movimenti o partiti- se pensassimo che tanto peggio tanto meglio. Siamo una penisola, non isolati dal mondo. Né possiamo scendere... ci sono generazioni che, anche se assottigliate numericamente (come pensano i futuri governanti di riempire le culle?), chiedono di costruire loro il futuro. La fuga dei cervelli non fa venire il dubbio che non si fidano più del nostro Paese e vedono orizzonti più appetibili altrove?


Pensieri in viaggio bis / Aprile 2018


Cinque anni fa 
(per gli smemorati)

Una coppia di persone dello stesso sesso non aveva alcun diritto:
Oggi ci sono le unioni civili
Le volontà di un malato sul proprio fine vita non avevano alcun valore:
Oggi c'è il biotestamento.
Si pagava l'IMU sulla prima casa:
Oggi la pagano solo i proprietari di case di lusso.
I genitori di persone con disabilità non avevano alcuna certezza per il futuro dei loro figli:
Oggi c'è la legge sul "Dopo di noi".
Non esistevano misure universali contro la povertà:
Oggi c'è il Reddito d’Inclusione. 
I reati ambientali non erano punibili:
Oggi c'è la legge sugli ecoreati.
Tonnellate di cibo in eccesso venivano sprecate:
Oggi, con la legge sullo spreco alimentare, è più semplice destinarle a fini di solidarietà sociale.
Non c'era l'Autorità nazionale anticorruzione: Oggi c’è. 
Non c'era il Codice antimafia: Oggi c'è. 
Non c'era il Reato di omicidio stradale: Oggi c'è. 
Dieci milioni di dipendenti sotto i 1.500 euro non ricevevano alcun aiuto: Oggi ricevono 80 euro al mese in più.
I datori di lavoro disonesti potevano far firmare alle loro dipendenti un documento per poterle "dimissionare" in caso di gravidanza: 
Oggi le "dimissioni in bianco" sono impossibili.
Cinque anni fa il PIL era a -2,4. Oggi è +1,6.
Cinque anni fa gli occupati in Italia erano 22 milioni. Oggi sono 23 milioni. Un milione di posti di lavoro in più (la metà a tempo indeterminato). 
Non c'era la legge sulla ciclabilità: Oggi c’è
I miliardi recuperati dall'evasione fiscale erano 12: Oggi sono 20.
100mila docenti erano precari: Oggi sono di ruolo. 
Per ottenere il divorzio bisognava aspettare tempi lunghissimi:
Oggi c'è il divorzio breve.
Nessuno credeva che i lavori per la Variante di Valico, per il Quadrilatero, per la Salerno-Reggio Calabria sarebbero terminati: Sono terminati.
Non c’era il credito d’imposta per le piccole e medie imprese per progetti di ricerca e sviluppo: Oggi c’è.
Non c’erano misure di contrasto alla povertà, soprattutto minorile: Oggi ci sono. 
Non c‘era una legge sulla non autosufficienza: Oggi c’è. 
Deliberati 2 miliardi per il recupero delle periferie e i risultati saranno accreditati ai successori...
Bonus da 500€ per infradiciottenni per la cultura...

ecc. ecc.



lunedì 9 aprile 2018

MIX Newsletter / Aprile 2018


MIX Newsletter / 26 marzo 2018 / Fabrizio Frizzi


GRAZIE FABRIZIO
Piazza del Popolo era gremita (come sarebbe piaciuta a qualche politico) per dare l’ultimo saluto a Fabrizio Frizzi. Per primo si sarebbe stupito Lui di tanto clamore. Infatti nonostante sia stato per decenni sotto i riflettori è rimasto professionista, uomo e artista umile. Convinto sostenitore del servizio pubblico: ha onorato il mezzo e gli spettatori. È stato detto che la sua TV era elegante. Imitatela, allora!
Moltissimi gli aggettivi per il suo profilo e nessuno sinonimo: buono, generoso, coraggioso, gentile, professionale, affettuoso: infine “normale”. Incredibile che per tutti una qualità eccellente fosse la normalità! Ci ha evocato la nostalgia di un nostro bisogno interiore: essere normali per essere autentici, sinceri, affidabili.
Alcune persone in piazza mi hanno riconosciuto e mi hanno dimostrato rimpianto per un passato così diverso dall’oggi (politico). Ho risposto con semplicità che se quel omaggio così sentito e vero per Fabrizio corrispondesse a come vogliamo comportarci, saremmo a metà dell’opera...
Grazie Fabrizio per come sei stato nella professione e nelle Tue attività benefiche nascoste. Ho potuto condividere e approfittarne. Che risate! Anche quelle frutto di un animo che esprimeva attenzione a tutti e a tutti. Il suo sorriso rimane un ricordo indelebile.
È riuscito a fare un’opera buona finale: in piazza hanno seguito la Messa anche quelli che mai l’avrebbero fatto... chissà come ride!


Pensieri in viaggio / Aprile 2018


Emergenza educativa
Una insegnante disabile legata alla sedia e derisa. Naturalmente in video sui social. I genitori hanno minimizzato. Fossero messi loro sulla sedia e spintonati...Preoccupa che questi sono cittadini che dovrebbero guidare il Paese coi loro voti. Se l’esempio viene dall’alto...

Intolleranza
Non si può sconfiggere se prima non si sconfigge l'ignoranza (titanismo dell’ignoranza).