giovedì 24 novembre 2016

MIX Newsletter / Novembre 2016 bis / Editoriale

Правда

Правда, La Verità, è la testata di informazione storica della Russia. Per decenni l’abbiamo considerata piuttosto di… disinformazione. In realtà leggiamo i giornali alla ricerca di notizie vere e di commenti significativi. Prima Brexit, poi le elezioni americane hanno inficiato e non poco la credibilità sia della stampa che dei sondaggi. Anche per il 4 dicembre si sta registrando una certa attenzione ai sondaggi e, francamente, mi aspetto che anche in Italia non abbiano successo.
Perché? Perché penso che dobbiamo dedicarci a smentirli con il racconto veritiero di quanto accadrà con il referendum costituzionale. E’ una consultazione popolare nel senso stretto del termine, in quanto le regole che organizzano il funzionamento degli organi di democrazia, appartengono alla volontà popolare. Ai cittadini italiani deve stare a cuore il futuro del Paese piuttosto che le sorti, più o meno luminose delle attuali forze politiche la cui fortuna è obbligatoriamente contingente.
I Presidenti del Consiglio passano ma la reputazione del Paese e la credibilità circa la volontà di riformare verranno giudicate il 5 dicembre in Europa e nel mondo.
La globalizzazione – abbiamo visto – è vera anche nella contaminazione delle scelte politiche, più o meno populiste. Vincesse il fronte del NO, appare già evidente dai sintomi che si rilevano, che gli attuali alleati si “scioglierebbero” in tanti rivali alla ricerca di una leadership che ciascuno non è disposto a concedere ad altri.
Con quale alleanze gli attuali alleati per il no potrebbero, all’improvviso, essere in grado di fare le riforme non concesse in un trentennio?
Il SI consentirebbe di vedere applicato immediatamente, alla prossima tornata elettorale, la riduzione dei parlamentari e la riforma del bicameralismo, rendendo vera la rappresentanza degli enti locali.
Mancanza di democrazia? La parte della Costituzione relativa a governo e presidenza della repubblica non è modificata: quali poteri concentrati in organi non modificati? Ed anzi per l'elezione del Presidente della Repubblica è richiesta una maggioranza molto più elevata, che esige quindi una grande intesa anche con le opposizioni. Inoltre i consiglieri regionali – che diventano senatori – sono eletti con il sistema delle preferenze dai loro elettori e i sindaci con l’elezione diretta! Si obietta che non si sa come saranno eletti.
La Costituzione prevede la composizione degli organi non i sistemi elettorali. È così anche nel testo della Costituzione vigente. Il numero dei parlamentari diminuisce immediatamente invece di aspettare le proposte di legge delle opposizioni, che chissà quando saranno approvate, visto che non c’è accordo tra i vari partiti.
Berlusconi conta addirittura di aprire un dialogo con Renzi subito dopo aver vinto il referendum...
C’è anche una questione di coerenza: sono paladini del no quei parlamentari che hanno votato in tre fasi successive le riforme che sono sottoposte al referendum. Come fidarsi che saranno pronti a riforme future, visto che non approvano nemmeno quelle che hanno già votato? (m.g.)

MIX Newsletter / Novembre 2016 / Elezioni 4 dicembre

4 DICEMBRE
UN VOTO 
PER CAMBIARE

Pensieri in viaggio / Novembre 2016

Gentilezza
La scorsa settimana è stata celebrata la Giornata mondiale della gentilezza. Il dibattito politico è proprio un esempio di rara gentilezza. Quanto ne avrebbe bisogno la società!

Bambini
Il 20 novembre si celebra ogni anno la Giornata Mondiale dei bambini. Controllare il livello di tutela dei minori a Mosul, Aleppo, sui barconi ... ma anche dei nostri bambini! Che umanità vogliamo prepararci?

martedì 15 novembre 2016

Ricordo del presidente Carlo Azeglio Ciampi

Ciampi: la squadra

Una sera, al Quirinale, cenando al Torrino, tutti insieme, i suoi ministri, chiesi un po' impertinente, come avesse composto la squadra di governo. Il Presidente rispose col garbo consueto e un po' d'ironia, che non si era fatto dare i nomi dai Partiti e che aveva scelto i primi della classe.

È noto  che,  mediaticamente, erano individuati dei 'Ciampi boys' tra giovani economisti di chiara fama e che aveva amici di grande prestigio e notorietà come Andreatta, Cassese, Merloni, Maccanico e gli altri; ma io ero fuori da qualsiasi gruppo che fosse noto e legato al già Governatore della Banca d'Italia. Semplicemente aveva chiesto chi sarebbe stato in grado di ‘ riformare’  la  riforma della Sanità. E, infatti, ricordo che  quando ebbi finito di firmare il decreto dopo il giuramento,  con quelle brevi parole che si sussurrano per un saluto di rito, mi disse " sistemerà la sanità ?" Incredibile: una personalità che mi incuteva soggezione solo avvicinandomi, mi accreditò della sua stima e volle che ci scambiassimo il Tu, dopo il mio doveroso, ossequioso Lei. Divenimmo quella che chiamai la nostra classe, riconoscendo nei 'compagni di classe' un gruppo di colleghi di formidabile competenza e, insieme, umiltà.
Il Maestro dava l'esempio, per primo.

Fu un breve e lungo anno. Fini' troppo in fretta per l' interesse degli Italiani, ma fu ricchissimo di scelte che in altri tempi avrebbero esigito una intera legislatura per portarli a termine.
Storia e cronologia ne danno testimonianza. Per quanto riguarda il solo comparto sanità ancora oggi, a ventidue anni di distanza, si lavora ancora sui moltissimi provvedimenti approvati fra il 1993 e 1994.
Ci sono episodi che hanno lasciato un ricordo indelebile, dai risvolti più umani che politici, significativamente legati a scelte che il Presidente accompagno'.
Dopo la pubblicazione del Libretto rosa sulla salute della donna ebbi un doloroso contrasto con i vertici Cei per il capitolo sulla regolazione delle nascite e Ciampi mi chiamò per dimostrarmi quanto avesse capito la mia sofferenza e quanto mi supportasse.
Curioso e'stato l'incontro formale, bilaterale, che aveva programmato coi ministri per preparare la Finanziaria 1994. Mi presentai sola, senza Capo di Gabinetto e tecnici della struttura. E gli altri? Risposi che sarebbe toccato a me scegliere e che avrei dovuto sapere  quanto si chiedeva alla Sanità: 7500 miliardi! Ce la farai? Si, perché il Prontuario Terapeutico deve essere ripensato in funzione della efficacia e indispensabilità dei farmaci (tema posto spesso da Andreatta): e, infatti, solo in quel comparto risparmiai 4000 miliardi, assicurando più farmaci gratuiti a tutti, per la fascia A. Fu una operazione di interesse sociale e culturale, perché si garantiva la stessa qualità del farmaco ai bisognosi e ai ricchi, i quali certamente non utilizzavano la ricetta rosa per comperare i farmaci. In un Consiglio dei Ministri mi mostrò un articolo del Financial Time che elogiava la mia riforma del farmaco. Usalo, mi disse e io: a chi vuoi che interessi il FT?!


La grandezza dell’uomo nella semplicità. nel giorno in cui ci ha lasciato ho raccontato a Romano Prodi un episodio che mi commuove al ricordo. Ero alla Croce Rossa e il Presidente è venuto a trovarmi e mi ha confidato - a me, minima!-  la sua ansia per accettare l’ incarico di ministro del Tesoro. Tutti immaginano quale possa essere stata la mia risposta!Ebbi il presidente sempre solidale,e dopo l'esperienza ministeriale, rimase salda una relazione di devozione e amicizia, che mi onora ancora. (m.g.)

giovedì 3 novembre 2016

MIX Newsletter / Novembre 2016 / Editoriale

4 DICEMBRE 
UN VOTO 
PER IL FUTURO

Dopo Brexit non ci sono referendum, nei diversi Paesi, che non abbiano ricadute politiche (del resto le cosiddette ingerenze oramai nel mondo – che si è ristretto – non sono nemmeno più tali: se Obama vota Renzi, Salvini vota Le Pen, per esempio). Perciò tutti i politici italiani – di maggioranza o di opposizione – tengano presente per amore di Patria quanto affermano circa la data del 4 dicembre. 
E’ una questione del Paese, della sua credibilità circa la possibilità di accettare riforme. Non è più la riforma RenziBoschi; nel dibattito parlamentare, nella logica del confronto, sono state approvate 122 modifiche! E, del resto, ci sono partiti (come FI) che avevano votato, come anche la minoranza DEM, per tre volte, i testi. 
Purtroppo tra coloro che sostengono il No vengono ripetute affermazioni che sono state smentite dalla storia e dalla cronaca: in trent’anni non sono approdati alla votazione finale nessuna delle proposte di riforma che ora dovrebbero essere approvate in brevissimo tempo. Ricorderò, a causa della mia precedente esperienza, che il sistema bicamerale ha esigito quattro legislature per ottenere alla fine la Legge quadro sulla assistenza e tre legislature per quella contro la violenza sessuale. Potrei continuare a citare almeno le proposte di legge che ho potuto seguire direttamente come prima firmataria o relatrice (si vedano gli atti relativi alle leggi sulla adozione). Del resto che si dovesse approdare ad un sistema parlamentare con una sola Camera era negli auspici degli stessi costituenti. Menziono due Padri tra i più noti. Mortati (DC) disse del Senato che sarebbe stata l’Aula “ritardataria” e Togliatti (PCI) che era l’Aula “della paura”. La lettura degli atti preparatori della nostra Costituzione darebbe conto di molte inutili ed errate interpretazioni del dibattito in atto. Non condivido la propaganda circa “il risparmio” che si otterrebbe con un Senato dimagrito. Stucchevole, improprio e pericoloso populismo ridurre la democrazia ai suoi costi! Se vi pare che la democrazia costi troppo, provate a farne a meno! 
La riduzione, tout court, dei parlamentari non ha senso senza la diversificazione delle funzioni e questo è quanto è previsto dalla riforma sottoposta al referendum: oggi 630 deputati più 315 senatori (più 5 a vita) fanno un totale di 950; col Senato delle autonomie, 95 senatori. La somma è di 725 rappresentanti eletti direttamente dal popolo: i consiglieri regionali con i voti di preferenza e i sindaci, come è noto, direttamente. 
La prima parte della Costituzione non viene affatto toccata. Per difendere questa parte mi batterei accanitamente; la seconda deve invece, garantire processi democratici adatti ai tempi: settant’anni fa l’Assemblea Costituente aveva ancora nel cuore e nella mente la dittatura fascista appena sconfitta. Oggi una democrazia non decidente aumenterebbe ulteriormente la sfiducia nella politica come strumento di soluzione dei problemi dei cittadini. Si teme una deriva maggioritaria? Si insinua che la maggioranza potrebbe votare da sola il Presidente della Repubblica: servono 439 voti per cui pesa anche la minoranza. Infatti sono ben 99 voti in più dei 340 della maggioranza, il che significa che le opposizioni potrebbero far valere un continuo veto. Senza contare che il voto segreto potrebbe riservare delle sorprese: basta ricordare i 101 che affossarono la candidatura Prodi, causando la ricandidatura del Presidente Napolitano. 
Mi permetto di sottolineare una parte della riforma che viene meno citata e cioè la revisione del Titolo V della Costituzione, che fu improvvidamente votata dal solo Centrosinistra. 
In tema di sanità si era deciso che Stato e Regioni avrebbero esercitato una competenza “concorrente”, col risultato di una tale differenziazione tra le Regioni nelle loro leggi sanitarie da poter semplificare con l’espressione “20 sistemi sanitari”. Non sembri un’esagerazione perché, per molte prestazioni e per i ticket, effettivamente sarebbe stato una fortuna (o viceversa una sfortuna) risiedere in una Regione piuttosto che in un’altra. Se vincerà il SI’, il 4 dicembre, non verrà meno il regionalismo ma in sanità sarà ristabilita l’uguaglianza dei cittadini (art. 3) nei confronti del diritto alla tutela della salute (art. 32). 
E’ evidente che appartengo alla tradizione di chi invita a votare sempre: è una questione di dignità personale; e che ritiene degno di rispetto ogni espressione di voto. 
Tuttavia per il 4 dicembre, oltre ad invitare a votare e far votare, suggerisco di votare SI’. Penso che se non cambiamo questa volta, non cambieremo mai. Ho fiducia che gli Italiani possano desiderare un Paese capace di guardare al futuro, anziché alle convenienze partitiche dell’oggi. (m.g.)

Tina Anselmi (Castelfranco Veneto, 25 marzo 1927 – 1 novembre 2016)

Grazie TINA
 
Con Tina Anselmi scompare una testimone limpida di valori cristiani e democratici, una protagonista della politica italiana, fin dalla Resistenza. Bellissima l'espressione usata da Marco Damilano "una radice della democrazia”.
In una intervista, trasmessa dalla Rai il giorno stesso della Sua scomparsa, Tina Anselmi ha fatto un lunghissimo racconto della sua vicenda politica intrecciata con quella personale. Benché fossero evidenti i segni della malattia, ha rievocato fatti, emozioni, cronache con una precisione di date e di contesto, senza un appunto, come solo sa fare chi parla del personale vissuto. Straordinaria donna e politica. Per me è stato commovente averLa solidale quando sono stata nominata ministro della sanità, un dicastero che Lei servì preparando e approvando la Riforma Sanitaria. 
Ha ricoperto incarichi in Commissioni delicatissime - Inchiesta sui militari in Somalia, ma soprattutto quella sulla P2 - non sempre avendo il sostegno dei suoi stessi colleghi di partito. Testimone autentica di cattolica che riconosce la laicità della politica. Esempio luminoso e appassionato di buona politica, impegnata sul piano nazionale e internazionale (guidò la delegazione italiana alla prima conferenza internazionale di Pechino); convinta che la difesa della dignità delle donne fosse garanzia per tutti. 
Rispettata e apprezzata anche dagli avversari, per me e per tante donne e uomini della mia generazione è stata esempio e amica. 
Sobria nella vita pubblica come in quella provata. Forse è mancata da parte delle più alte istituzioni un significativo riconoscimento, dopo che lasciò il parlamento da eletta. Nome spendibile per la Presidenza della Repubblica; oggi il rammarico è perlomeno inopportuno. 
Nei lunghi anni lontani dalla vita pubblica, sorelle e nipoti Le sono state amorevolmente accanto, ed hanno interpretato il desiderio di molte amiche di poterLa andare a trovare. A Roma abitavamo vicine, a un numero civico di distanza, Tina presso la casa della mia segretaria (che mi aveva presentato Lei, dalle stesse qualità umane). Sono molti i motivi per cui Le devo un particolarissimo grazie. Maestra di stile e di vita: le sue allieve le “ragazze” del Movimento Femminile della DC. 
Ci ha lasciato nella festa dei Santi; un bel messaggio da parte di chi ha vissuto l'impegno politico come ricerca del Bene di tutta la società.(m.g.)

Pensieri in viaggio / Novembre 2016

HIllary
Anche in USA pare ci siano scandali ad orologeria ... Comunque auguri a Hillary. 
Serve competenza per governare la più importante democrazia del mondo. È bene che sia una donna preparata invece di un tycoon…è quasi superfluo ricordarlo. 
Auguri di buon lavoro a Hillary Clinton.