DECORO
uguale DIGNITA’
C'era
una volta... che in agosto i media avevano poco da commentare. Ormai
non sarà più così, perché il mondo è piccolo e viviamo tutti
contemporaneamente, nel momento in cui avvengono, i fatti: quelli
drammatici come quelli dei successi dell'umanità.
C'era una volta...
la "buona creanza". Ora l'espressione è desueta come la
realtà che richiama. L'educazione personale e civile è decoro della
persona, dell'ambiente e del linguaggio. Mi pare non abbia buona
stampa essere decorosi.
La recente campagna elettorale per le
amministrative ha molto evocato la bruttezza delle città a causa -
sì delle buche – ma soprattutto per la sporcizia. Le città non si
sporcano da sole e quindi sono chiamati in causa sia i cittadini che
i turisti. Costerebbe di meno la raccolta dei rifiuti e potrebbe
essere organizzata meglio se le strade fossero mantenute pulite dalla
buona educazione di tutti.
Stupisce quando scende in strada una
comunità coesa per rimediare i danni causati dai vandali durante le
manifestazioni; non si capisce perché la stessa cura non venga
mantenuta quotidianamente.
Negozianti e
uffici pubblici, nonché le scuole, dovrebbero avere lo spazio
antistante lindo per l’impegno del personale addetto e dei singoli.
E dal momento che si fuma ormai solo in strada, non sarebbe difficile
provvedere a installare contenitori per i mozziconi.
I sindaci e gli
assessori imparino a conoscere la città secondo i bisogni dei loro
cittadini.
Evitino la demagogia di non usare i mezzi di servizio:
percorrano le strade e vedranno semafori in svincoli sbagliati,
illuminazione carente, paline della segnaletica divelte o storte e
deviate che impediscono di interpretare il messaggio, marciapiedi mai
puliti di erba secca che può incendiarsi a causa di un mozzicone
maleducatamente buttato... ecc. ecc.
Amare
la città come la propria casa: è il nostro condominio (con tutte le
difficoltà dei condomini!).
Abbiamo in mente quanto poco sono pulite
le bandiere che obbligatoriamente dovrebbero ‘decorare’ le
facciate dove sono esposte? Basterebbe avere dei ricambi e
sostituirle abitualmente, con cura, perché si tratta del decoro del
simbolo più prezioso dell’unità nazionale. La bellezza non solo
salverà il mondo, ma aiuta concretamente ad avere rispetto di sé e
degli altri. Dove è pulito e dove c’è il bello sperabilmente ci
si sente impegnati ad essere adeguatamente rispettosi.
Nell’ambiente
decoroso probabilmente si affinerebbe anche il linguaggio. Se si
ascolta un discorso in strada, sui mezzi pubblici, obbligati a farlo
dato il decibel della voce (soprattutto se è con un cellulare), sono
pochissime le parole in buon italiano rispetto alle imprecazioni e
alle parolacce.
Recentemente Papa Francesco ha dedicato una
particolare attenzione alle parole, perché ha detto che le parole
uccidono; addirittura ha usato una espressione molto forte “il
terrorismo delle parole”. E’ un richiamo per tutti ad usare
parole adeguate, perché gli eccessi sia di gossip che di rancore
possono condizionare le menti più fragili.
Le esagerate e aggressive
polemiche politiche rischiano di seminare vento per raccogliere
tempesta. Se si seguono via televisione o streaming le sedute del
Parlamento non si impara certo una retorica degna degli importanti
argomenti e della solennità del luogo.
Non
c’è maggiore autorità che il buon esempio.
Vale
anche per l’abbigliamento, che davvero è indice di rispetto e di
decoro per la propria persona e di riguardo del tempo e del luogo
frequentato. Difficile pensare che si possa partecipare ad uno
spettacolo alla Scala in bermuda.
In-decoroso
è leggere o mandare messaggi quando qualcuno ci sta parlando.
Pessimo è l’esempio che deriva dalle immagini in Parlamento.
Accade perfino in chiesa! E’ decoro della propria dignità
scegliere linguaggio, abbigliamento e postura secondo le necessità.
Sintetizza
efficacemente il decoro e la dignità dell'essere cittadini (e non
solo residenti) una famosa frase di J. F. Kennedy: “Non chiedete
che cosa il vostro paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare
per il vostro paese” (20 gennaio 1961).
Ci
manca la consapevolezza che ciò che è pubblico è di tutti, pagato
con le tasse e realizzato col concorso di tutti. Non è di nessuno ma
di ciascuno. E ciascuno è responsabile di tutti di fronte a tutti.
Mi sono posta il quesito se queste riflessioni fossero solo
moralismo, ma mi sono risposto che definiscono modi di stare in
comunità, di valorizzare le relazioni, di vivere nella polis, cioè
sono Politica! C'è modo e modo di intendere la politica. Mi piace
pensare che la sua nobiltà si fondi sulla valorizzazione della
dignità di ogni persona. (m.g.)