martedì 8 dicembre 2015

MIX Newsletter / Dicembre 2015 / Auguri


MIX Newsletter / Dicembre 2015 / Editoriale


SPERANZA 

11 settembre 2001, 13 novembre 2015: date che ricorderemo insieme a dove eravamo e cosa facevamo nel momento in cui ci ha raggiunti la break news. 
Ci sono state altre date scivolate via con la voce dei telecronisti e le pagine dei giornali... 
Il 12 aprile, in Kenya, 147 studenti cristiani hanno coperto coi loro corpi il pavimento di un campus universitario. Le date di Ankara, Beirut, ecc.? Parigi ha svegliato tutti quelli che prima non avevano capito. Senza finanziamenti e commercio criminale delle armi Daesh (non ISIS, per non chiamarlo Stato) non esisterebbe! 
Anche la forza dei media deve sottrarsi alla pur doverosa cronaca. Infatti il terrore ha bisogno per diffondersi della rappresentazione “mitica”. Nel raccontare le stragi e le carneficine, si rischia di fare il gioco dei carnefici.  
Oggi appare chiaro quanto manchi una Europa: una, unita, unitaria, gli Stati Uniti d'Europa. Emerge il danno procurato ai nostri popoli dagli euroscettici e dagli euroexit. 
Tutte le sfide mondiali - di difesa o di economia - si affrontano in grande e uniti: oltre cinquecentomilioni di cittadini, un unico esercito, una unica politica estera, una sola centrale di intelligence.  Non è uno scandalo che non siano state scambiate informazioni, e che tutte le Agenzie ora scovano tutto? Avevamo dei miti: Kgb, Cia, Mossad, Servizi di Sua Maestà ...invincibili, solo nelle storie tramandate? Anche noi europei stiamo sperimentando la disperazione di fronte a nemici - cui siamo impari per la nostra attitudine non violenta - che non temono di morire. 
Da quanti anni in Israele e Palestina tanti muoiono come a Parigi! 
Dobbiamo far innamorare le nuove generazioni del loro grande Paese, gli Stati Uniti d'Europa. Siamo in ritardo. 
Abbiamo perso anni e innocenza! Adesso si corre ai ripari, e nemmeno sufficienti. L'ordine costituito ha chiuso gli occhi sul formarsi di molte banlieu, dove ci sono migliaia di immigrati clandestini; ghetti creati da italiani che cedono in affitti esosi delle topaie, in senso stretto; comunità di diseredati che occupano abusivamente case di cittadini Italiani... Pensiamo di aver creato un ambiente che favorisca l'accoglienza o non piuttosto la reattività di cui si fa portavoce Salvini? Gli Italiani arrabbiati non li ha inventati il leader leghista. 
È la rabbia di parte di italiani che sentono lo Stato non garante dei loro diritti e tollerante con gli irregolari. I governanti indaghino lo stato d'animo dei propri cittadini per orientare una cultura degna del vivere in democrazia, cioè nel sistema che considera tutte le persone portatrici della stessa dignità, ma anche obbligate al reciproco rispetto delle regole. Anche alle regole che difendono la dignità della nostra 'nativa' identità culturale. Il rispetto delle diversità religiose ha significato rinunciare ai nostri simboli per rispetto di chi non applica la stessa reciproca regola? 
È mancata e continua a mancare reciprocità. Alle moschee e luoghi di culto vari, che noi siamo disposti a difendere, non corrisponde nessuna possibilità di costruire chiese in Paesi musulmani. 
Anche i non credenti studiano la Divina Commedia o i Promessi Sposi; la civiltà europea è fondata sull'arte pittorica, musicale, letteraria che, per gran parte, per secoli, è stata religiosamente ispirata. Inaccettabile annullare la visita al Cristo di Dali'. 
Vorrei capire se si continuerà a non allestire presepi e chiedere l'eliminazione dei crocifissi nelle aule scolastiche e nei luoghi pubblici per annullare la nostra 'nativa' identità, a meno che non sia un alibi per mascherare proprie scelte ideologiche! 
Senza pluralismo religioso non c’è società civile. E invece ci sono già manifestazioni “ideologiche”… E’ già stato ripetuto che fonte del rispetto reciproco è solo il riconoscimento dell’identità reciproca e non il suo annullamento.  
L’ignoranza provoca gravi danni perché non è in grado di riconoscere le differenze e di apprezzarle per costruire una comunità davvero interculturale, interreligiosa e perciò integrata!  Siamo in ritardo anche culturalmente per capire quanto accade intorno a noi, con l'angoscia che lo accompagna.  
Non sappiamo ragionare culturalmente come i terroristi e ai loro simboli cerchiamo di contrapporre i nostri: per esempio funerali di Stato non per combattenti ma per persone normali, ecc. 
La speranza di sconfiggere il terrore planetario si fonda sulla cooperazione politica internazionale, che faccia valere ovunque i diritti fondamentali delle persone; che controlli  la vendita di armi, il traffico di droghe (il nostro prelievo di 1000 euro in banca viene tracciato e non si tracciano gli strumenti di distruzione e morte?), la tratta delle persone - anche di  minori - per reclutarle ai fini più abbietti. 
Speranza. Per i credenti è una virtù teologale; per tutti, oltre ad "essere l'ultima a morire" è il sentimento che spinge ad andare avanti, anche nelle difficoltà, fiduciosi che qualcosa cambierà in meglio. Per la politica deve essere iniezione di fiducia, una 'visone' di società, perché il futuro garantisca a tutte le generazioni che i sogni si possono realizzare: che siano definitivamente affermati i diritti di libertà dai bisogni che umiliano la persona. 
Se c'è un tempo dell'anno in cui le persone, in occidente, sono più propense a riflettere sulle possibili buone azioni da mettere in campo, è il Natale. È una data che non coinvolge solo dal punto di vista spirituale, perché si tratta di una atmosfera che rallenta il lavoro, consente giornate di riposo, distribuisce gioia ai bambini che attendono doni. Lo scambio dei doni è simbolo di una nostalgia, di un rimpianto di relazioni positive. Ricordo del desiderio di bontà, di giustizia distribuita con equanimità: si riesce a far correre il pensiero a chi è deprivato anche delle minime soddisfazioni della vita. Alcuni auguri che riceviamo esortano a considerare il Natale non solo un giorno dell'anno. 
Viene alla mente che proprio prima di Natale, il Parlamento approva la legge di stabilità. Quella di quest'anno si dedica, per la prima volta, a combattere alcune sacche di povertà, in particolare a favore dei  minori.  
Abbiamo registrato i dati ISTAT che dovrebbero segnalare una ripresina. Questa va sostenuta anche con una vivacità della politica che per ora non viene avvertita dalla generalità della popolazione. Lo stesso ISTAT ha diffuso una recente ricerca dai risultati impressionanti: solo due persone su 10 si fidano degli altri. 
Come fare per non perdere la speranza che si possa essere diversi, vivere con  disposizione d'animo verso gli altri, rispettare se stessi, l'ambiente e le diversità? 
Le condizioni si creano a partire dal convincimento che solo con l’educazione, più precocemente possibile, si può formare il cittadino. 
Cittadino. Non un individuo qualsiasi.
Una persona consapevole della sua originalità, della sua inviolabile dignità, dei suoi diritti e doveri, per riconoscere a ciascun altro le stesse prerogative. 
Mi pare che troppi hanno voluto giustificare i propri figli che a scuola hanno infranto le regole.  Francamente ci si deve chiedere se la scuola debba essere il luogo dell'apprendimento e della conquista dell’autodisciplina, oppure dell’anarchia. L'autonomia scolastica riguarda l'organizzazione didattica non l’indisciplina degli studenti, anche maggiorenni. Con la scuola si instaura un ‘contratto’ per ottenere che, con lo studio, i giovani preparino la loro crescita umana e la carriera curriculare. Per tutto il tempo in cui gli studenti si trovano all'interno dell'istituto scolastico sono affidati a insegnanti e dirigenti scolastici. Le famiglie questo devono pretendere: insegnanti che sappiano insegnare e dirigenza che controlla e garantisce i risultati. Altro che contestare disciplina e presidi “sceriffi”! Se non si vuole la società babelica, che riscontriamo attorno a noi, è necessario che il sistema scolastico assolva il suo compito peculiare e non eludibile: preparare cittadini. I genitori che sono in grado collaborino, gli altri ringrazino! 
Anche chi non ha figli a scuola, e non li avrà, non è esonerato dal sostenere le finalità della scuola. E' un bene prezioso di tutti. La politica precede anche la scuola, perché tocca a lei concertare la società, un'orchestra che, senza guida, è perfettamente interpretata da Fellini in 'Prova  d’orchestra'.  
Speranza ha seminato, contro ogni prudenza, Papa Francesco con il suo viaggio in Africa. Speranza dovrebbe nascere dal summit di Parigi sul clima. Anche a questo incontro essenziale per il futuro dell’umanità, il Papa ‘partecipa’ con quel mirabile manifesto globale e profetico che è l’Enciclica Laudato Sì. Questi fatti avranno successo con l’adesione, non delegabile ad altri, della nostra individuale e precisa assunzione di responsabilità. Speriamo! Il venditore di almanacchi di Leopardi continua ad augurarci un domani migliore di oggi. Noi sappiamo che gli auguri si realizzano solo se sono i sogni che, coraggiosamente e tenacemente, vogliamo realizzare. (m.g.)

giovedì 5 novembre 2015

MIX Newsletter / Novembre 2015 / Editoriale


FIDUCIA? 

Ciampi apriva le sedute del Consiglio dei Ministri informandoci sul grado di fiducia e il suo valore. Alcuni Ministri, grandi esperti di economia e finanza - Andreatta, Spaventa, Barucci, Savona, Baratta - coglievano immediatamente i segnali. Poi abbiamo imparato tutti - anch'io - che non si trattava di una virtù morale ma di un valore pesante, ancorché virtuale, nella graduatoria dei Paesi più industrializzati. Perciò in questi mesi ho seguito con ansia il recupero dell'Italia in questa speciale hit parade e mi rattrista constatare come politici di lungo corso, di tutte le parti, non apprezzano, non sostengano ed anzi lavorano per ridurre anziché potenziare il grado di fiducia. 
Non occorre essere sempre d'accordo col Governo o la maggioranza, perché anche dall'opposizione si può dimostrare che si è in grado di dare garanzie sulla tenuta complessiva del Paese. È interesse di tutti, di chi governa e di chi aspira a governare. 
Purtroppo, tenuto conto che per avere fiducia nel futuro, bisogna non temere di rimanere senza lavoro, di veder ridotta l'aspettativa di pensioni gratificanti, si sono incaricati cittadini dal posto sicuro, dipendenti del Comune di San Remo, a dimostrare scarso senso dell'onore prima ancora della responsabilità professionale, ferendo la credibilità di tutti i dipendenti pubblici corretti. Spero che il licenziamento "in tronco" - cosa serve di più della prova visiva? - e le conseguenze patrimoniali aiutino a credere che c'è volontà di giustizia nelle istituzioni. E il Comune di San Remo non faccia assunzioni per sostituire i fraudolenti, perché - a quanto pare - non servivano! 
A fronte di questi cittadini per i quali provo vergogna al posto loro, recentemente, il Presidente Mattarella ha insignito con le onorificenze della Repubblica 18 cittadini "normali" - i volti della Repubblica - e con la medaglia d'oro, alla memoria, un immigrato che ha sacrificato la sua vita per salvare quella di un italiano. 
Credo ci sia necessità di diffondere e far conoscere le buone notizie. 
Compito peculiare della Rai. La "nuova" Rai sia controcorrente: basta programmi di criminologia, di cronaca nera e nerissima, di spettacoli con insulti e parolacce. Del resto sono certificati i successi di alcune fiction dai valori positivi o programmi di cultura. 
Per Expo c'è stata una comunicazione idonea che ha reso l'idea della grandiosità dell’evento anche per chi non ha avuto l'opportunità di visitare l'esposizione internazionale. "Si vince uniti" ha ricordato, alla conclusione, il Capo dello Stato. Eppure all'inizio tante Cassandre facevano il tifo per l'insuccesso. 
Non ci sono Nazioni tanto masochiste quanto riesce ad essere l'Italia  tanto che, a successo registrato, c'è chi filosofeggia sui costi, sul debiti, sul dopo... È stato un evento che ci ha qualificati sul pianeta ed è bene e utile che si esprima orgoglio. Forse, per non attendere troppo le determinazioni future, sarebbe stato utile traguardare, fin dalla progettazione, la destinazione finale, prevedendo funzioni interscambiabili. Quattro anni fa il Consiglio Regionale lombardo approvò all'unanimità una mozione che collocava in quell'area la “città della giustizia”, per liberare il centro dal disumano carcere di San Vitttore e dall'inagibile palazzo di Giustizia, con la evidente prospettiva di riqualificare una strepitosa porzione di Milano. La zona Expo, servitissima  di collegamenti, sarebbe l'ideale anche per uno stadio (fortunatamente è tramontata l'idea di costruirne uno in Centro Città) e il bel teatro all'aperto, facilmente ampliabile, potrebbe servire per i grandi concerti che convogliano grandi folle.  La “città della conoscenza”? Benissimo! Col Campus universitario ci stanno bene gli impianti sportivi... ecc. ecc. ecc. Potrei continuare all'infinito. 
Mi preme ricordare che dopo Expo, Milano ha bisogno di una "visione" che faccia sognare i cittadini milanesi e li riporti con passione a votare, la prossima primavera, amministratori di qualità. Per primi i partiti devono proporre programmi che inducano speranza e fiducia. È l'occasione, con Roma e Milano, di guidare il futuro. Non solo crescita, ma sviluppo serve a motivare i cittadini. Due capitali tanto diverse - Madrid e Varsavia - agli occhi dei visitatori mostrano una performance invidiabile. Solo qualche anno fa, invece... 
Servono uomini e donne dalla caratura politica. È una evidente dichiarazione di incapacità di selezione da parte dei partiti la ricerca di "papi stranieri". Non basta essere manager, magistrato, o altro professionista per avere la competenza per guidare una città. Tra l'altro una delle difficoltà che vive il Paese è dovuta proprio alla trasposizione di ruolo: si tenta sempre di fare il mestiere di un altro, di giocare in campi altrui. È stato magistrale, in materia, un recente articolo di Sabino Cassese, che non si può certo dire non conosca le istituzioni e l'apparato pubblico. Mi interessa proporre un paio di riflessioni che riguardano il potenziamento della fiducia e trovo nella legge di stabilità degli agganci. 
Ad esempio, è tornata d'attualità la questione meridionale. Deve esserci una chiamata alla partecipazione di tutti i cittadini, a partire dal Sud. È vero che il Governo si sta impegnando, tuttavia, deve anche per quella parte importante d'Italia dimostrare di avere una visione. Il Rapporto SVIMEZ, recentemente presentato alla Camera dei Deputati, presenta una preziosa 'road map' delle urgenze. Se non bastassero i fatti! Messina senz'acqua: altro che ponte sullo stretto! Abbiamo pensato a cosa comporta il raddoppio del Canale di Suez, per il nostro Sud? Un numero maggiore di navi, e quindi di merci, attraverseranno lo Jonio per raggiungere Rotterdam, saltando possibili porti quali Taranto, Gioia Tauro, Napoli... Si pensi a quanto lavoro si svilupperebbe nei territori retrostanti. 
Un altro argomento mai prima affrontato con la legge di stabilità: si tratta di stanziamenti per combattere la povertà minorile, ma i titolari dei capitoli di spesa sono Ministero delle Finanze e Ministero del Lavoro, esclusi Istruzione e Salute. Non è definito chi li gestirà. Se si impantanano nella burocrazia delle competenze, ci saranno sprechi e scarsi risultati. Una rivoluzione sarebbe - finalmente! – un unico Ministero (per la Sicurezza Sociale oppure per i Servizi alla Persona) che coordini le competenze regionali in materia di integrazione sociosanitaria e assistenziale sempre invocata e mai realmente realizzata. Ci sarebbero meno sovrapposizioni di servizi e di erogazioni monetarie. E che  spending review, anche delle filiere burocratiche! 
Sarebbero molti altri gli esempi positivi da citare che - se conosciuti - possono suscitare fiducia. Purtroppo, credo che i primi a non aver fiducia in se stessi, oggi, sembrano i partiti. Certo hanno dato prove non esaltanti, ma tocca a loro autolegittimarsi. Innanzitutto dimostrando di non aver bisogno, e di non attendere, che sia la magistratura a fare pulizia. Esistono persone specchiate e competenti "coram populo". La loro valorizzazione, a prescindere dalle "sette" di appartenenza, evitando la deriva tecnocratica della politica che accresce, invece di guarire, la crisi di identità dei partiti, potrà recuperare fiducia. (m.g.

MIX Newsletter / Novembre 2015


Pensieri in viaggio / Novembre 2015

Carta di Milano
Sono stata cinque volte ad Expo e non sono riuscita a firmare la Carta di Milano. Mi sento moralmente firmataria e sono orgogliosa di questo lascito immenso per il futuro dell'umanità (purché la si attui). 

Carne sicura
Le carni italiane sono sicure, perché sottoposte a molti controlli sanitari. Infatti la veterinaria in Italia afferisce al Ministero della Salute, contrariamente ad altri Paesi. Mi sono molto rallegrata in questi giorni  perché da Ministro mi sono scontrata nientemeno che con Marcora, Ministro dell'Agricoltura, per mantenere la veterinaria - e perciò la competenza per la salute animale e alimentare - al Ministero della Sanità (si chiamava così allora).

Pregiudizi
Un giudice se è cattolico non è obiettivo, invece se laico e ideologicamente impostato sì?! Anche l'informazione è stata incompleta (maliziosamente ?): la Sezione del Consiglio di Stato, col dottor Deodato, è composta da cinque Consiglieri.  

ONU
Per i 60 anni di adesione dell'Italia, si è svolta una solenne e commovente cerimonia a Camere riunite a Montecitorio. Ban Ki  Moon ha molto lodato e ringraziato l'Italia per l’impegno nelle missioni di pace e ha ricordato quanto avesse voluto quella adesione De Gasperi che, purtroppo, non poté gioirne, perché morì qualche tempo prima.  
Alla standing ovation - se non ho visto male dalla tribuna - non hanno partecipato Sel e Destra. Anche rimproverando l'ONU (come ha fatto Renzi) per colpe che non possiamo dimenticare, non c'è dubbio che si tratta dell'istituzione in cui sono rappresentate le istanze di tutti i popoli e dove risuonano gli allarmi dei più vulnerabili.

giovedì 15 ottobre 2015

MIX ROMANO


DARE UNA MANO A ROMA

Non se ne può più... 
Non c'è canale televisivo che non ripeta la storia del "marziano" Marino. E' diventato sindaco perché ha vinto le primarie! Bene: se si vuole, si può ripetere il copione. 
Prima ancora del "coccodrillo" politico è scattato il toto nomine per il commissario, per i candidati, ecc. ecc. C'è qualcuno che pensa che si aumenti l'audience? Al massimo si appassionano i soliti invitati ai talk show e i giornalisti addetti ai lavori. 
La politica e i politici se non riprendono il loro ruolo, con decoro e competenza, non interessano più, e da tempo: basta ricontrollare le astensioni! Non dice niente - a contrariis - che anche lo sport più corrotto (Blatter, Platini) e dopato (Lance Armstrong) invece non perde consenso? Perché rimane la passione e la speranza che si può contare su nuovi campioni e nuove stagioni (US Open). 
Alla politica manca la passione e l'appartenenza. E politici competenti. 
Bisogna ripartire da qui e non dalle primarie che (come le parlamentarie) mettono a confronto candidati a prescindere. Forse si potrebbero fare tra persone che possono esibire stessa competenza, stesso curriculum, ecc. Comunque tocca ai partiti ricostruire la fiducia, assumendosi la responsabilità della selezione della dirigenza politica, del programma da proporre all'opinione pubblica per farsi votare, per sostenere l'attuazione del programma. 
Le primarie dimostrano l'incapacità dei partiti di individuare i candidati idonei; e in tal modo si sprigiona la fiera delle vanità e dei dilettanti allo sbaraglio. Si invocano manager, imprenditori e persone che, comunque,  non hanno mestiere politico. 
Sì, mestiere, non professione. 
Questa bisogna averla, altrimenti si fa politica perché non si ha una occupazione. Dovrebbero, anzi, dedicarsi al Paese, ai vari livelli istituzionali, coloro che sono già professionalmente affermati, altrimenti per alcuni si finisce per pensare solo alla carriera, ai vitalizi... Anche questo, però, è un argomento da trattare più seriamente che con demagogia populista. 
La nuova classe dirigente, tuttavia, non si improvvisa; serve l'affiancamento, l'esempio, la testimonianza, il consiglio, una specie di tirocinio in varie fasi e situazioni. 
Ci sono consulenze naturali e gratuite, per esempio gli ex parlamentari (c'è una Associazione). 
È che si è istillato nell'opinione pubblica un sentimento anti ex, come se fosse una colpa essere stati eletti dal popolo italiano. Io ne sono molto fiera. 
En passant, varrà la pena di ricordare che tra le personalità più ragguardevoli, veri esperti dei vari settori, sul piano nazionale e internazionale, si annoverano ex parlamentari.. Ci sono tante brave persone, ci mancherebbe! 
Ma non basta, perché l'onestà è prerequisito e non il solo requisito per assumere responsabilità pubbliche. È il rispetto dei cittadini, della dignità delle istituzioni e di se stessi che esige competenza, lealtà, rigore, austerità.  
La città di Roma, la capitale del Paese, merita rispetto, considerazione, responsabilità da parte dei partiti che esprimono i suoi amministratori. Ho conosciuto quanto bisogna amarla, conoscerla nel profondo, servirla senza sosta. È un grande onore. 
Il Campidoglio è meta di ogni personalità che giunga in visita, formale o privata, a Roma, ma è anche la casa dei Romani che scalano il Colosseo per protestare o si incatenano al Marco Aurelio per chiedere una casa, o delle  associazioni  che vogliono far sentire la loro voce. 
Non serve la captatio benevolentiae andando in bici o a piedi per la città. Piuttosto occorre usare i mezzi  che fanno lavorare meglio, che fanno risparmiare tempo nei trasferimenti, non creino impacci ai collaboratori, alle scorte, consentano di conoscere meglio la città. 
I cittadini apprezzano la soluzione dei loro problemi più che demagogiche performance.  
A Roma bisogna stare negli eventi mondani e visitare le borgate, stare vicino nei dolori familiari o condividere le gioie: celebrare matrimoni e assistere a funerali, di eroi o di poveracci. 
Non basta essere magistrati o rappresentanti della cosiddetta società civile (come non mi piace questa espressione!). 
Abbiamo esempi in abbondanza per evitare errori. 
Per ora il problema riguarda il commissariamento. 
L'imminente Giubileo non deve essere strumentalizzato per giochi che la politica non sa condurre  e che possono solo irritare ancor di più Oltretevere. I commissari devono essere nominati secondo le norme vigenti e il futuro deve essere organizzato con fair play tra le forze politiche, perché Roma, per tutte loro, non è un boccone facilmente digeribile. 
A qualsiasi candidato gioverà ripartire dopo la cura del commissariamento, per cui sarebbe utile non inquinare il Giubileo con la campagna elettorale e attendere il 2017 per le elezioni. 
Si ricordi la vicenda di Bologna dove un commissario della qualità di Anna Maria Cancellieri ha preparato il terreno per l’ordinata successiva amministrazione. 
So bene che sarebbe una lunghissima campagna elettorale da ora ad allora; ma possiamo immaginare i comizi e le attività di campagna elettorale, nel bel mezzo del Giubileo?! 
Credo serva un' intesa per una norma che lo consenta. 
Infine la politica si riprenda dignità:  le gogne che negli ultimi mesi e giorni hanno infangato persone e istituzioni sono intollerabili e indegne del minimo senso civico. 
Marino esce di scena e non sia inseguito da giudizi di piazza. Se c'è qualcosa di rilevante per i magistrati, c'è tempo e luogo per intervenire. Che ci siano tifosi e avversari appartiene alla dialettica. 
L'insulto e le umiliazioni sono, invece, ingredienti perfetti per diseducare alla passione civile e imbarbarire la società. 
Gassman ha suggerito come dare una mano a Roma. Non credo sia solo un'esortazione simbolica. 
Se ciascuno di noi pulisce davanti a casa, non sporca per terra, non sosta in seconda fila, rispetta le regole, avremmo una città diversa, che ci innamora e che ameremmo e che renderebbe i suoi amministratori orgogliosi e responsabili di tanto valore. (m.g.)

martedì 6 ottobre 2015

MIX Ottobre 2015 / Editoriale


EUROPA, EUROPA

Il fenomeno migratorio - non preventivato in tale dimensione dai politici - è la prova a fortiori di quanto non ci sia una Unione Europea e quanto sarebbe stato utile, invece, uno Stato federale europeo. Per 500 milioni di cittadini europei "l'invasione" di un paio di milioni di disperati, che cercano sicurezza di vita, non avrebbe creato nessuna delle situazioni che siamo costretti a registrare. 
Grave, innanzitutto, che dopo aver direttamente o indirettamente causato le guerre in atto in Medioriente, gli Stati occidentali non abbiano previsto, programmato e organizzato il da farsi. Tutto perché per decenni si è lasciato assopire lo spirito costituente dei Padri fondatori e, forse, perché c'è stato un allargamento eccessivamente accelerato, verso popoli che non erano stati formati democraticamente con i valori condivisi, ma solo ansiosi di entrare in uno spazio economico e monetario. 
Senza fisco comune, leggi comuni, politica di difesa e estera, unica e unitaria, la UE sta languendo, al punto da consentire agli scettici e agli avversari, di suscitare il dubbio che l'Europa sia inutile e dannosa. I comportamenti di chi pretende di dare "compiti a casa", o di prevedere la Grexit, o di accettare la schizofrenia inglese sono i virus immessi nella marcia verso gli Stati Uniti d'Europa. Se si vorrà essere protagonisti sulla scena planetaria non potranno essere tollerati nazionalismi, gelosi della "sovranità nazionale". Questa non è rispettata dalle grandi e gravi crisi internazionali, sovranazionali. Non bastano più nemmeno gli Organismi attuali, nati nel secolo scorso, quando il pianeta aveva ben altra configurazione economica e di potenze militari. Papa Francesco si è presentato agli Americani, nel saluto alla Casa Bianca, come figlio di una famiglia di immigranti, quelli che hanno partecipato a rendere sviluppato e ricco il nuovo continente. Usa e Germania hanno costruito la loro potenza sulla immigrazione.
I cambiamenti in atto sono continui e alcuni più accelerati di quanto ci si aspettasse: Cuba, Iran. Non tutto, come si suol dire, è oro che luccica. Anche per quello che accade in casa nostra. 
Non c'è dubbio che il Governo Renzi ha impresso all'agire politico il segno della novità, della velocità, con il rispetto delle scadenze che promette. C'è, tuttavia, una modalità per raccontare la politica attuale che non sembra fatta per informare nel merito. Non si tratta solo di contestare la spettacolarizzazione di alcuni talk show, per cui poco si spiega e molto si cerca di apparire. È il venir meno della funzione divulgativa e promozionale dei centri periferici dei partiti, perché ci si affida molto ai social media e alla visibilità dei leader. 
Il risultato è la facile polemica secondo cui "ai cittadini non interessa l'articolo 2" - ed è vero - ma nei fatti non si raccontano bene nemmeno le riforme che interessano i cittadini. Un esempio la "buona scuola": mai come ora la autonomia scolastica è stata davvero riconosciuta e fornita di mezzi. Se non si conosce, si impianta una preventiva difficile applicazione. 
È il destino di molte riforme, nate male, perché i protagonisti sono divenuti spesso avversari interni. Urge un "magistero orale" da parte degli eletti, in tutte le occasioni in cui si possono incontrare i cittadini, anche se il rapporto può essere difficile; questi imparano a conoscere gli eventuali futuri candidati nella quotidianità dell'impegno e non per la breve parata delle campagne elettorali e - peggio ancora - delle primarie o parlamentarie. Si vince l'antipolitica col contatto, il controllo sociale. 
In questa legislatura più di 220 parlamentari - di tutti i partiti - hanno cambiato casacca! Evidentemente non erano arrivati da convinti militanti, legati a un ideale, consapevoli che ciò comportasse disciplina, stare in panchina, appagarsi del grande ruolo di rappresentanza democratica ottenuta dai cittadini... curiose certe censure sul "mercato" dei parlamentari. Chi di mercato ferisce - certificato in aule giudiziarie - di mercato perisce... ma è una indecenza. 
Altro danno che viene dalla evanescenza dei partiti. Come siamo lontani da quanto scriveva sul Popolo del 12 dicembre 1943, Alcide De Gasperi: "Lavoriamo in profondità, senza ambizioni particolaristiche, con alto senso del dovere, non curanti delle accuse di essere troppo a destra o troppo a sinistra, secondo il linguaggio convenzionale della superata topografia parlamentare. In realtà ogni partito realizzatore sta al centro, fra l'ideale e il raggiungibile, fra l'autonomia personale e l'autorità dello Stato, fra i diritti delle libertà e le esigenze della giustizia sociale". Non osino mettere in un Pantheon su misura De Gasperi quei partiti che non capiscono nemmeno questo pensiero dello statista trentino! Non lo imitano certo quei politici che arruolano i propri familiari come diretti collaboratori con rispettabili emolumenti. 
Maria Romana, segretaria del Presidente, non riceveva alcun compenso, perché secondo De Gasperi sarebbero stati troppi due stipendi, nella stessa famiglia, a carico dei cittadini. Divenuto leader, già anziano, ha pensato e agito da giovane, sognando in grande e guardando lontano, ai diritti delle generazioni future. 
Il primo dei quali è vivere in pace. Per questo più che una comunità monetaria, voleva una Comunità Europea di Difesa - la CED - ma morì col dispiacere di aver constatato che nonostante i guai della guerra i nazionalismi faticavano a ridimensionarsi; proprio come oggi! "Quello che ci volle - rifletteva De Gasperi - per fare un'Italia, dove ogni città nei lunghi secoli di servaggio aveva appreso a detestare la città vicina bisognerà fare per l'Europa. Si parli, si scriva, si insista, non ci si dia tregua: che l' Europa resti all'ordine del giorno". Lo Statista ancora affermava che "per unire l'Europa è forse più necessario smobilitare che costruire: disfare un mondo di pregiudizi, di pusillanimità e di alterigie, disfare un mondo di rancori". Smobilitare e costruire è il tempo che attraversiamo. Mi si è delicatamente rimproverato di non contestare certe “riforme” che stanno procedendo (spero!) nel nostro Paese. Il fatto è che siamo rimasti incartati per troppo tempo e quindi sentire entusiasmo, voglia di scrostare meccanismi, che bloccano la democrazia invece di vitalizzarla, mi fa sperare in una ripresa di civismo. 
Se la politica funziona, poi sarà in grado di correggere gli errori, con lo stesso coraggio e tempestività. È sempre possibile galleggiare e attendere ancora anni, dopo che abbiamo alle spalle una serie di fallite Commissioni Bicamerali e di sinedri di saggi e costituzionalisti nominati dal Capo dello Stato. Un tentativo nemmeno tanto mascherato è di porre le assemblee parlamentati di fronte a milioni di emendamenti. Un sistema democratico non decidente non serve i cittadini che hanno il diritto di veder riconosciuti i loro bisogni con la stessa celerità con cui si presentano. Sul piano internazionale - soprattutto europeo - serve dimostrare che l'Italia si riforma. Bisogna tornare alla politica; lo ripeteva spesso Einaudi che "bisogna conoscere per deliberare". I dati sono eloquenti: si può barare nell'interpretarli ma rimangono lì e giudicano le improvvisazioni, le superficialità, le ignoranze. 
Qualche volta i politici, quasi per avvalorare il rispetto dei dati, scelgono tecnici per governare. Che si sia constatato che non funziona, ormai è certo. Anche la DC era ricorsa agli "esterni" ma si è capito che la politica "non si rifà la faccia" con le scorciatoie. Solo la motivazione sostiene l'impegno. 
I laburisti affidano a un leader di 66 anni il rinnovamento del partito. In Catalogna c'è una grande partecipazione al voto di coloro che hanno un sogno da realizzare. Purtroppo gli altri rimangono a casa... così vince il populismo, che è irrazionale ma alimentato da progetti ancorché illusori. Che sarebbe la Catalogna senza Spagna, fuori dall'Europa? 
C'è una contaminazione, che può diventare contagio infettivo, se non si sostengono i cittadini con la testimonianza della buona politica. La politica è un'attività tremendamente seria, perché deve offrire soluzioni ai problemi del cittadini, con una visione ampia, una visione del mondo. 
Sia con l'enciclica Laudato sì che coi discorsi nel suo pellegrinaggio americano, Papa Francesco non ha mai fatto proclami politici, piuttosto ha richiamato ciascuno a specifiche responsabilità - i governanti alle loro - perché il mondo è interconnesso e non c'è modo di evitare che i comportamenti di ciascuno non lascino traccia e non creino conseguenze sulla vita di tutti gli altri. "Vivir para servir, sin servir no es vivir": incredibile forza di una frase. Un programma. Viene da dire che chi si disinteressa completamente della politica è giudicato non una persona pacifica, ma inutile. (m.g)

Pensieri in viaggio / Ottobre 2015


Sconosciuti 
A Roma, morta da due anni e nessuno si è preoccupato. A Milano, in tre mesi cinque casi di persone morte e lasciate per giorni e mesi senza un gesto per richiamare attenzione. La solitudine è un danno collaterale in una società che non è comunità. E pensare che il vicinato è un elemento di sicurezza, se lo si coltiva, anche in una grande città. “ Se brucia la casa del tuo vicino la cosa ti riguarda e molto”. (Orazio) 

Giornate
Ci sono 127 Giornate - International Day - proclamati dall'ONU più 29 “speciali” proclamate in Italia. Ce ne sono alcune che condivido: servono a ricordare per noi smemorati che ci sono “fatti” che ci riguardano. Il 4 ottobre è la "giornata del dono". Bisognerebbe parlarne. Il dono ha un grande valore umano e anche economico. Gli economisti lo sanno. Vale lo stesso per il 2 ottobre “festa dei nonni”: che prezioso dono i nonni! 

Bandiere
Sporche! Avevo firmato una legge per preservare il decoro della bandiera. Chi ha l'obbligo di esporla dovrebbe averne diverse copie per poterle lavare spesso!

MIX Ottobre 2015


martedì 22 settembre 2015

MIX Newsletter / Settembre 2015 / Editoriale


“Settembre, andiamo”

Non siamo in molti, temo, a ricordare i versi bucolici del Vate, studiati a memoria, che narrando la transumanza delle greggi verso la pianura, descrivono il passaggio delle stagioni. Anche in Italia stiamo attraversando passaggi istituzionali, economici, culturali: per andare dove? E dove va l'Europa, il mondo? I fatti. 
Questi, purtroppo, sono quelli fissati per sempre sulle pagine di storia, dai media: una foto, una polemica giornalistica, spesso niente a che vedere con analisi storico-politiche. E infatti dura da tutta l’estate il dibattito sulle riforme costituzionali e su l‘imprevedibile dramma dei rifugiati. Per un momento è apparsa la "questione meridionale". È una questiona nazionale dalla nascita della Repubblica. Ci voleva Saviano per portarla all'ordine del giorno? Miliardi sono stati devoluti al Sud, senza che abbiamo fruttato i risultati attesi. Il Sud si salva solo con l'impegno diretto, appassionato dei cittadini meridionali. Questi devono sentire lo Stato vicino: che dia sicurezza, che semplifichi le procedure e attui continuativamente controlli stringenti; che completi le infrastrutture ancora incompiute prima che se ne promettano e progettino altre (credo sia il pensiero anche del Ministro Del Rio). Cosa è stata la favola del ponte sullo stretto!? Quanti fondi dispersi, senza alcun beneficio per il Sud. Si indignino i cittadini che hanno bisogno di scuole sicure, di recupero della dispersione scolastica, di un turismo valorizzato, ecc. A suo tempo chiesi a De Mita di mandare al Ministero per il mezzogiorno un nordico che amava il Sud; nominò un senatore di Benevento. 
In Italia o in Europa se la politica è afona, non scalda i cuori. Ma i fatti si incaricano di richiamare ai doveri.  
Aylan ha commosso il mondo, e l'Europa si è svegliata dal suo torpore tecnocratico. Certamente le emozioni contano in politica, ma è la razionalità a dare senso alle scelte. Quella Merkel che, impassibile, aveva spiegato a una bambina palestinese che non poteva rimanere in Germania perché c'erano norme da rispettare, è diventata una icona sventolata da migliaia di profughi, che stanno attraversando l'Europa, con sofferenze ed umiliazioni indegne della civiltà, che ha fondato il diritto umanitario. La Merkel ha capito - tardi?-  che c'è una immigrazione che giova allo sviluppo dei popoli, purché organizzata. E questo non avviene ancora, perché non c'è "un numero per chiamare l'Europa", come diceva Kissinger. Volesse il cielo che un’emergenza, tanto imponente da esigere risposte continentali, possa essere la causa per accelerare il processo di unificazione. Meritevole l’incontro a Roma dei rappresentanti dei parlamenti di Italia, Francia, Germania e Lussemburgo che hanno sottoscritto la dichiarazione “Più integrazione europea: la strada da percorrere”. Sono i parlamenti dei Paesi fondatori, che si assumono un impegno solenne, per accelerare l’Unione. È un grande sogno, purché non si costruiscano muri, confini artificiali inaccettabili! Si paventava la Grexit per qualche miliardo di euro e non si prevede una Ungherexit per chi viola, tradisce, ignora i principi del Trattato stesso che fonda l'Unione? (Nel 1956, al Brennero abbiamo ricevuto 250 mila profughi ungheresi!).  
Ad immagini forti, che consolano per lo spirito di umanità che mostrano, se ne contrappongono di tremendamente crudeli: poliziotti che lanciano il pane come ad animali in gabbia o una telereporter che sgambetta un uomo col figlio in braccio. E’ certamente utile una norma comune, omogenea, per il diritto d’asilo e questa renderebbe plausibile e utile anche quell’apparire, ai vari confini degli Stati, parziali chiusure delle frontiere per ottenere il riconoscimento dei rifugiati. Potrebbe essere il passaggio verso integrazioni vere e l’espulsione dei non aventi diritto. 
Anche queste, però, con una comune e condivisa modalità fra tutti gli Stati. Le giovani generazioni, che stanno subendo una disumana fatica per conquistare la libertà, non potranno crescere riconoscenti e grati verso quelle nazioni che, in Europa, fanno ricordare le violenze perpetrate dai nazisti. 
Il disprezzo predicato verso i migranti può aver spinto alcuni spregevoli italiani a diventare trafficanti di uomini? È necessario rubricare il traffico di esseri umani come un crimine contro l'umanità e affidare i colpevoli al Tribunale Penale Internazionale. 
Solo la cultura rende migliori le persone. Falcone ebbe ad affermare che "La mafia si batte con un esercito di maestri più che di carabinieri". È un messaggio che vale per ogni azione purificatrice delle società. Urge conoscere la storia dell'Europa per correre verso il progetto finale degli Stati Uniti d'Europa. 
E dove andiamo noi Italiani? Ci sono indicatori che sembrano aprire un varco dopo il lungo tunnel della crisi. Sono importanti ma non bastano ad aprire alla speranza. Per tutti i detrattori e i populisti - è difficile ammetterlo - ma la speranza ha bisogno della politica (per i credenti è anche una virtù teologale). Senza politica e, peggio ancora con la cattiva politica, la società, è spaesata, in balia della confusione dei linguaggi - politici, economici, intimidatori, volgari - che non illustrano una visione, cui contrapporne altre, e consegnano i cittadini alla paura del futuro. 
Purtroppo è ancora molto diffuso il sentimento di rancore nei confronti della politica e i cittadini giudicano ogni comportamento personale o di partito secondo criteri puramente e rozzamente economici. Anche la partecipazione del Presidente Renzi al Grande Slam (che ho apprezzato, perché il Paese è vicino a chi anche con lo sport valorizza l’Italia) è stata giudicata solo in chiave del costo della trasferta americana. Questo è diventato il virus più grave che erode i valori. Tutto è legato ai soldi, alla avidità di chi ruba e di chi non paga le tasse; non sono considerati i costi della democrazia.
Questa esige anche strutture organizzative per raccogliere il consenso. È il solo strumento che fa emergere il giudizio sulle scelte politiche, anziché sul gossip generato da polemiche raramente definite da contenuti specifici: proposte di legge, programmi, iniziative che hanno bisogno di essere spiegate, approfondite, confrontate con gli elettori. 
Non sono strumenti idonei e sufficienti i talk show o la rete: possono dilatare, ampliare, far conoscere i visi, ma non comunicare sentimenti, passione, condivisione. I partiti avrebbero questo compito, ma anch’essi non godono né di buona fama né di buona salute e invece c’è bisogno che venga loro ridato il ruolo previsto dalla Costituzione, come soggetti che concorrono “con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Condivido l’iniziativa di Lorenzo Guerini che ha presentato - finalmente dopo 70 anni dalla Costituzione - la proposta di legge per regolamentare la vita dei partiti secondo l’art.49. Dovranno essere trasparenti e controllabili da parte di tutte le magistrature, sia contabili che civili. Allo stesso modo sarebbe indispensabile ridare credibilità ai sindacati attraverso la legge della rappresentanza. 
I corpi intermedi sono linfa vitale per il confronto dialettico con le forze politiche circa i programmi elettorali e di governo. Alla festa dell’Unità di Milano, molto opportunamente, è stato dedicato un gruppo di studio alla formazione e alla selezione delle classi dirigenti.  È emerso, soprattutto dai giovani che hanno avuto il coraggio di una profonda autocritica, quanto è avvertita la mancanza di esperienza e di cultura, non solo politica ma generale, delle nuove generazioni portate qualche volta frettolosamente, attraverso le primarie, ad assumere ruoli di rilievo istituzionale. 
La mia generazione raggiungeva i diversi livelli di responsabilità con accurato studio e grande applicazione. Nel mio partito non esistevano le scuole, ma un cursus honorum che partiva dai livelli amministrativi locali. La preparazione era funzionale non solo a fare carriera politica, ma semplicemente a preparare ad un consapevole civismo. La prima legislatura, per esempio, non si diventava nemmeno sottosegretario. La selezione è il vero, delicato, importantissimo compito dei partiti e solo esercitandolo possono riconquistare la stima e la fiducia degli elettori. Non è così con il sistema delle primarie che, affidando genericamente ad una porzione esigua di elettorato la scelta dei candidati, deresponsabilizza il partito che, invece, deve farsi votare per il suo programma e la sua visione di società. 
L’Italia ha già cambiato un po’ verso e i cittadini sembrano accorgersene. Imperdonabile sarebbe far perdere la ritrovata fiducia per lotte interne ai partiti. E guai usare le istituzioni per finalità di parte! Alcune riforme hanno preso il via (fino a qualche tempo fa, impensabile la riforma della PA). 
Expo sta dimostrando la capacità creativa e reattiva (anche per il rotto della cuffia) degli Italiani. Tocca perciò a ciascuno e a tutti, sentendoci orgogliosi del nostro Paese, avere più autostima e patriottismo, per far correre l’Italia. (m.g.)

MIX Newsletter / Settembre 2015


Pensieri in viaggio / Settembre 2015


Capitale 
Togliere da Roma, che è nota in tutto il mondo come capitale d’Italia, l’inutile attributo che ora accompagna anche la parola mafia.  

Governatori 
No! Le Regioni hanno presidenti eletti e non governatori. I media imparino ad usare le parole con appropriatezza.  

Creato 
1 settembre, prima  Giornata mondiale di preghiera per la custodia del Creato. Per ciascuno e per tutti ogni giorno deve essere dedicato a proteggere l’ambiente, anche con la fatica di fare la raccolta differenziata, non buttare niente per terra, non calpestare le aiuole, rispettare i boschi, ecc. 

Femministe 
Svegliatevi! Pagare l’affitto per l’utero è considerare le donne un contenitore, una incubatrice? Si possono comperare le cose:  sono cose le donne e i bambini?  I diritti degli adulti vengono sempre dopo quelli dei bambini. E comunque non è mai un diritto essere considerato cosa!  

Ganasce 
Perché non bloccare le auto con targa straniera – come fanno altri Paesi europei – se l’autista non paga immediatamente la multa? Pare che siano moltissime le multe non esigibili.   

Giornata mondiale delle demenze  
Il 21 settembre si ricordano quei malati “che si dimenticano”, che perdono progressivamente la memoria e via via le altre facoltà vitali. E’ importante che chi è ammalato sia accettato e ascoltato e che le loro famiglie percepiscano un ambiente amichevole nel quale possono trovare comprensione e sollievo. Il  loro dolore si accumula perché le loro “giornate sono di 36 ore”, come recita un libro americano.

Scomparsa di Giacomo Leopardi, storico Presidente dell'ordine Nazionale dei Farmacisti


Giacomo Leopardi, lo storico Presidente dell’Ordine Nazionale dei Farmacisti è scomparso il 13 settembre scorso. Ha assecondato la preparazione e l’attuazione del Sistema Sanitario Nazionale e tutte le innovazioni normative dell’assistenza farmaceutica. Il suo equilibrio e capacità di interpretare i bisogni assistenziali hanno reso possibili alcune riforme radicali. Personalmente gli devo molta gratitudine perché mi ha accompagnato nelle scelte di politica sanitaria e nella radicale riforma del Prontuario che ho  attuato  nel 1993. 

lunedì 3 agosto 2015

MIX Newsletter / Agosto 2015 / Editoriale


TRAGEDIE

“Tragico” era lo stile retorico per trattare temi importanti e nel tempo è divenuto aggettivo per indicare drammi dolorosi e in questi ultimi tempi si è legato alla difficile situazione della Grecia. Mi sono chiesta se aver accettato il consiglio di Giovanni Paolo II di introdurre nel preambolo al Trattato della Costituzione dell’Unione “le radici greco-giudaico-cristiane” sarebbe stato un vincolo, oltre che culturale, anche giuridico per riconoscerci popolo, con una precisa identità. È apparso evidente, nelle maratone diurne e notturne, che a Bruxelles non c’erano rappresentanti che si sentissero partecipi di una comune identità. 
Da qui bisogna ripartire per non interrompere il cammino verso gli Stati Uniti d’Europa. La Comunità fu sognata e costituita con il preciso scopo di cementare la solidarietà tra popoli che si erano combattuti in guerre disastrose. La Grexit sarebbe la negazione totale di quel processo: ogni Paese in difficoltà potrebbe essere “cacciato” con il conseguente sgretolamento dell’Europa. Sventare questa ipotesi dovrebbe essere il fondamento di un rinnovato slancio per accelerare l’integrazione completa. 
Infatti, senza l’integrazione, il fiscal compact e la regola del 3% suonano solo come limiti alla sovranità nazionale. Il Paese europeo più forte - Germania, 80 milioni di abitanti o il secondo, per capacità manifatturiera, Italia, 60 milioni di abitanti - come si confronterebbero con l’America del Nord, la Cina, la Russia, ciascuno da solo? Bossi ricorda saggiamente a Salvini che l’euro serve all’economia italiana, alla quale garantisce un importante saldo nell’esportazione interna al nostro continente. Che sarebbe della “liretta” nel confronto con le potenti monete straniere? La personalità più europeista si sta rivelando Mario Draghi e questo deve far pensare. 
In ogni caso, in una società tanto complessa perché tanto globalizzata - malgrado tutti i suoi avversari - la solidarietà è un valore non solo virtuoso, ma tremendamente concreto e di peso economico. Due immagini hanno colpito l’opinione pubblica: Merkel con la palestinese e i cittadini di un paesino veneto contro un centinaio di immigrati. La prima si è parata dietro il rigore delle norme, i secondi accampando il diritto di “non far crescere i figli in un campo profughi” (!?); magari si aprirebbero la mente. 
È un fatto che l’immigrazione, fenomeno inarrestabile, ha bisogno di risposte organizzate, finanziate, finalizzate. Se Merkel invece di spiegare alla bambina palestinese perché sarebbe stata espulsa, avesse partecipato al tavolo europeo, a costruire un’azione comunitaria di cooperazione allo sviluppo e di peacekeeping nei paesi di origine della migrazione, quale grande risultato si sarebbe potuto ottenere in termini di sviluppo integrale ed economico! 
Si pensi a quanti rivoli (magari modesti come quelli italiani) di finanziamenti vanno a progetti di cooperazione che, messi insieme da una Europa unita, costituirebbero una massa ingentissima di risorse per promuovere istruzione e attività produttive, utili anche ai rapporti commerciali con in donatori. La lungimiranza è il dono degli statisti, basti ricordare Churchill e Kohl che non hanno temuto di perdere le elezioni per le difficili scelte imposte ai loro popoli. Senza solidarietà, anche interpersonale, la società si deteriora e non è una giustificazione la crisi economica, perché, al contrario, ci sono atti di generosità commoventi. Sugli scogli di Ventimiglia arrivano gli aiuti da parte dei cittadini, ma a Roma un quartiere si ribella ai rifugiati e i cittadini accettano di essere “aiutati” da CasaPound. Strumentalizzazione politica di un problema vero. 
Eppure il Vescovo di Roma, Papa Francesco, è ammirato quando propone una difficile solidarietà: peccato che non venga ascoltato. 
C’è responsabilità da parte di chi dovrebbe educare e dare l’esempio. Perfino i dipendenti pubblici, che sono garantiti del posto di lavoro, non rispettano i cittadini che hanno bisogno del loro servizio: i macchinisti a Roma attuano uno sciopero bianco perché non vogliono timbrare il badge!  I sindacati difendono i privilegi o si fanno carico dell’interesse generale? È stato bello vedere i milanesi il giorno dopo la manifestazione dei black bloc ripulire la propria città. Ma è stata una forma di protesta “al contrario”, invece di essere un atteggiamento interiorizzato che valga per ogni giorno: se non si sporcasse per strada con carte, cicche di sigaretta, cani… se non si parcheggiasse in qualsiasi modo… se non si fosse irrispettosi dei beni comuni che non sono di nessuno, ma di ciascuno e pagati con le tasse, la città sarebbe bella sempre! 
Se i media non propongono modelli di comportamenti esemplari; se presentano in ogni trasmissione televisiva tutte le vicende più  drammatiche e truculente; se la politica non è mai presentata come valore democratico; se non si insegna a distinguere criticamente il bene dal male; se il più forte usa il più debole come cosa; se la persona può essere venduta, affittata, violata; che mondo si vuol lasciare alle generazioni future, figli e nipoti? 
Serve perciò una rinascita morale, civile e culturale che sostenga la speranza di tutti e la costanza di coloro che, nonostante tutto,  si fidano dell’umanità. 
“Bella l’Italia!” 
È lo slogan che campeggiava all’assemblea nazionale del PD. Ne riparleremo ma è stata l’avvio di una fase 2.0. Senza pianificazione che dia l’idea di una visione, la politica si riduce a polemiche tra schieramenti. 
Ricorre proprio quest’anno il sessantesimo del “Piano Vanoni” che prefigurò il percorso di rinascita del Paese. Rese partecipi i cittadini con una concezione delle tasse secondo cui “il contribuente non è imputato: è il cittadino che deve compiere il suo dovere”. E così l’Italia fu ricostruita e divenne la “bella Italia”. (m.g.)

Ricordo / Agosto 2015


Piccolo Fratello
Tramite sua sorella e sua nipote, due straordinarie supporter politiche, ho avuto la fortuna di conoscere Fratel Arturo Paoli. Ci ha lasciato a 102 anni, più giovane di tutti quei giovani a cui si è dedicato fino agli ultimi giorni della sua vita. Figlio spirituale di Charles de Foucauld, conobbe il deserto, fu un grande evangelizzatore in America Latina, scrisse moltissimo. Si è dedicato alle situazioni più diverse (è decorato di medaglia d’oro al valore civile): gli sfollati da proteggre durante la guerra, il popolo delle favelas in Brasile, la protezione degli ebrei a rischio della propria vita. È stato dichiarato “Giusto tra le Nazioni”. Esempio da ricordare e imitare.    

Mauro Moroni
Ero sottosegretario  di Donat Cattin quando scoppiò l’epidemia HIV. Non mancarono polemiche di varia natura rispetto alle cure e ai giudizi espressi sui malati. Il professor Mauro Moroni, nella Commissione Nazionale AIDS, portò esperienza, prudenza e proposte che furono fondamentali per l’organizzazione dei servizi. Il Servizio sanitario nazionale gli deve moltissimo. E’ scomparso un grande medico, di straordinaria umanità e scienziato di valore. 

Pensieri in viaggio / Agosto 2015


Abbraccio
Commovente l’abbraccio del Presidente Mattarella a Manfredi Borsellino. Non è stato un semplice atto affettuoso verso il giovane Commissario, ma un vero incoraggiamento e risarcimento verso tutto il Paese. Non un semplice amico della famiglia Borsellino, ma il Capo dello Stato ha abbracciato tutte le vittime della mafia. Fuori da ogni protocollo presidenziale quell’abbraccio ha spazzato via ipocrisie e imposture.  
Monte Bianco 
50 anni fa l’Italia con la Francia concludeva un’opera straordinaria, in sei anni! Il traforo del Monte Bianco è lungo oltre 11 Km. Un altro esempio del saper fare bene degli Italiani.   
Buone notizie
Sul Tg2 delle 13 va in onda “tutto il bello che c’è”. È una rubrica dedicata a ciò che di positivo accade in Italia. Meno male! Si rischia, tuttavia,  di considerarla una nicchia di cose eccezionali, invece servirebbe che tutti i telegiornali smettessero di essere un bollettino di cronaca nera e che, al di là della politica, presentassero l’Italia vera che funziona.  
Iran
Dopo 35 anni torna nell’arena del dialogo. Obama ha un po’ sanato il suo Nobel ‘preventivo’. Il mondo è più sicuro perché i giovani Iraniani sono ben lontani dalle idee integraliste. Israele, se fosse in pericolo, avrebbe la solidarietà concreta della intera comunità occidentale.
Exit Ungheria
Non può stare in Europa chi costruisce muri! Non si sente la voce dell’Europa. 

MIX Newsletter / Agosto 2015

Mariapia Garavaglia