lunedì 27 agosto 2018

MIX Newsletter / Agosto 2018 / Editoriale


LA CITTA’, LA MIA CASA

In agosto le città respirano, anche loro! Molte case di residenza abituale si svuotano almeno per alcuni giorni, perché “si va in ferie”.
Da quelle bellissime e comode fino ai tuguri (purtroppo esistono) gli abitanti che vi alloggiano le considerano il tetto protettivo, il luogo di tutte le esperienze esistenziali, serene o drammatiche: di felicità e di dolore.
Sulla casa, e sulle case, si può dire di tutto e la letteratura, non solo sociologica o architettonica, descrive modi di abitare che fanno sintesi di mondi, di contesti, di sentimenti. Tanti palazzi sono somme di case, che costituiscono il tessuto urbano. Dove ci sono abitazioni scorre la vita della città.
Ogni amministratore comunale avverte che la città non è solo territorio, ma “una casa comune in cui tutti gli elementi che la compongono sono organicamente collegati; come l'officina è un elemento organico della città, così lo è la Cattedrale, la scuola, l'ospedale. Tutto fa parte di questa casa comune. Vi è dunque una pasta unica, un lievito unico, una responsabilità unica che è collegata ai comuni doveri.” E ancora Giorgio La Pira, venerato sindaco di Firenze negli anni 50, esortava i cittadini della nuova città satellite dell’Isolotto “Amate questa città come parte integrante, per così dire, della vostra personalità. Voi siete piantati in essa e in essa saranno piantate le generazioni future che avranno in voi radice. È un patrimonio prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi migliorato ed accresciuto, alle generazioni che verranno”. “Ogni città - aggiunse –racchiude in sé una vocazione ed un mistero. Amatela dunque come si ama la casa comune destinata a voi e ai vostri figli”.
Una grande responsabilità, non solo per gli amministratori, perché la città è di tutti anche se non se ne è pienamente consapevoli.

È vero che anche le nostre case possono essere modeste e, per molte persone per le più diverse circostanze, non sono nè linde nè lussuose;
tuttavia è comune il sentimento di protezione che inducono. Chissà perché non dobbiamo coltivare lo stesso sentimento nei confronti della nostra città, che sia metropoli o borgo.

Osservando lo stato di salute dei nostri territori non possiamo non sentirci colpevoli, singolarmente e tutti insieme, per il disimpegno, l’indifferenza e il maltrattamento che dedichiamo. La città non si sporca da sola e costa molto pulirla. È un’affermazione di Lapalisse, eppure la maleducazione regna sovrana. Vediamo persone che gettano per terra mentre camminano, o dai finestrini, quando sono in auto, qualsiasi oggetto. Lo faremmo a casa nostra? La fatica di scaricare gli ingombranti sul ciglio delle strade sarebbe la stessa anche per raggiungere un’isola ecologica... è proprio la testa che manca! Mancano anche i controlli! Se fioccassero un po’ di multe salate (forse non basta uno per educarne tanti), i Comuni otterrebbero due vantaggi: economico ed ecologico.
Non mi nascondo che la prima responsabilità per la gestione ordinata della città è dei suoi amministratori. Questi devono amare la loro città, conoscerla in ogni meandro: la periferia è città come il centro storico. Si muovano per il territorio; verifichino quali sono le vicissitudini dei cittadini che affrontano quotidianamente il traffico. Conoscerebbero semafori collocati in modo sbagliato, le buche delle strade, gli alberi malati, i tombini ostruiti di tutto, le pedonalizzazioni che ‘uccidono’ la città perché rendono più difficile e lento il traffico, per cui si inquina anche di più e si consuma più energia.
Se il sindaco e tutti gli amministratori si immedesimassero nei propri concittadini non renderebbero impossibile utilizzare i mezzi di trasporto pubblico la cui velocità commerciale è uguale a quella pedonale, perché troppi pullman turistici e panoramici rovinano la città. Ci sono parcheggi di scambio fuori città. A Roma, per esempio, durante il giubileo 2000 i pullman non entravano in città: sarebbero stati uno sfacelo. Gli amministratori hanno un esempio da copiare. Vale anche il ricordo del Giubileo 2000 (sindaco Rutelli): agli amministratori non giunse un avviso di garanzia e furono molte le opere. 
Sarebbe stato così anche per le Olimpiadi a Roma. Sarebbero giunti finanziamenti utili al restayling della città. 
Inutile temere la corruzione se si è incorruttibili. 
In questo ambito sarebbe bello poter finalmente constatare che per le opere pubbliche le gare prevedano date e fondi certi, altrimenti non si avviino. Ai ritardi corrispondano pesanti penalità e si preveda di lavorare giorno e notte, per rispettare i tempi di consegna e risparmiare disagi ai cittadini utenti.
L’amministratore accorto sa stimolare anche i cittadini perché si approprino della loro città. Ci sono molti modi di coinvolgerli, stimolarli e ...gratificarli.
Innanzitutto il Comune non invada gli spazi propri dei privati in settori nei quali sono più esperti, competenti e tempestivi del pubblico: si interviene a posteriori se assumono comportamenti che danneggiano la comunità. Si scelgano invece servizi essenziali e prioritari che i cittadini constatano essere risposte alle loro necessità.
La cura del territorio, con la cultura ecologica acquisita oramai e con il senso dei diritti delle persone al rispetto della dignità, deve essere una vera priorità. Costruzioni come Corviale a Roma, le Case Bianche a Milano o le Vele a Napoli sono stati ‘esperimenti’ sulla pelle delle persone. Non si ‘mangia’ terreno (ma guardiamo lo spreco in certe rotonde, svincoli, ecc.) valorizzando le cubature esistenti, premiando sugli oneri di urbanizzazione.
Una tantum si verificano campagne di importanti associazioni o iniziative di singoli o gruppi di cittadini per pulire strade, spiagge, boschi, fiume e mari... in città di grande turismo fuori dei bar ci sono quantità inaccettabili di cicche per terra, oltre a carta, tovaglioli, gelati. Meglio non ricordare le deiezioni di cani...
Insomma con una serie di strumenti di sanzioni e di incentivi le amministrazioni comunali possono rendere stabili e strutturate iniziative di quel genere: pulire marciapiedi e tratti di strade conquistando, per esempio, sconti sulla tassa rifiuti e molte altre possibilità per educare e valorizzare il volontariato civico. Sarebbe utile obbligare a istallare, fuori dei locali dove la gente fuma, dei contenitori per i mozziconi di sigarette. Possiamo continuare a citare altri esempi per garantire sicurezza ai cittadini: migliore illuminazione e telecamere... bus di città con il bigliettaio che fa pagare il biglietto e controlla che non si vandalizzi il mezzo e non si borseggino i passeggeri... la tassa turistica dovrebbe essere destinata a queste scelte.
Sono d’accordo con la sindaco Raggi che chiede ai cittadini di farsi parte diligente segnalando gli scarichi abusivi; non è delazione ma “legittima difesa” della città e di se stessi come cittadini abitanti e contribuenti delle tasse locali.
Nessuno ha il diritto di distruggere le città, “di uccidere queste unità viventi” - veri microcosmi in cui si concentrano i valori essenziali della storia passata e veri centri da cui si irraggiano i valori per la stessa storia futura - che costituiscono il tessuto intero della società e della civiltà umana” (La Pira): questa eredità appartiene alle generazioni successive.
L’amministrazione locale è il vero tirocinio per fare politica, perché il suo compito è costruire il futuro, fondando la speranza che tutto è possibile se siamo in tanti a volerlo.
"Il nostro compito di guide delle città è pensare, è essenzialmente quello di meditare: se non meditiamo siamo soltanto dei direttori generali” ... (La Pira). (m.g.)

P.S.
Sono stata amministratrice di città e di piccoli comuni (con grande passione e soddisfazione).

lunedì 13 agosto 2018

Pensieri in viaggio / Agosto 2018


Prima i bambini

Le coppie siano come scelgano di essere, ma non si usino i bambini come oggetto del desiderio, come timbro di una vera famiglia. Prima anche la dignità della donna ‘affittata’ come incubatrice. Non si discutono i diritti civili degli adulti, ma è obbligo etico dello Stato tutelare la dignità dei minori. L’ideologia non può condizionare il futuro dei figli. Mai pensato alla condizione psichica dei figli quando dovranno confrontarsi coi pari; quando vorranno conoscere il genitore biologico; quando dovranno forse subire la diversità che ghettizza?

I figli non sono proprietà dei genitori. 

“I vostri figli non sono figli vostri... 
sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, 
perché la loro anima abita la casa dell'avvenire 
che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, 
ma non pretendere di renderli simili a voi, 
perché la vita non torna indietro, 
né può fermarsi a ieri.” 
(Kahlil Gibran)