martedì 8 dicembre 2015

MIX Newsletter / Dicembre 2015 / Auguri


MIX Newsletter / Dicembre 2015 / Editoriale


SPERANZA 

11 settembre 2001, 13 novembre 2015: date che ricorderemo insieme a dove eravamo e cosa facevamo nel momento in cui ci ha raggiunti la break news. 
Ci sono state altre date scivolate via con la voce dei telecronisti e le pagine dei giornali... 
Il 12 aprile, in Kenya, 147 studenti cristiani hanno coperto coi loro corpi il pavimento di un campus universitario. Le date di Ankara, Beirut, ecc.? Parigi ha svegliato tutti quelli che prima non avevano capito. Senza finanziamenti e commercio criminale delle armi Daesh (non ISIS, per non chiamarlo Stato) non esisterebbe! 
Anche la forza dei media deve sottrarsi alla pur doverosa cronaca. Infatti il terrore ha bisogno per diffondersi della rappresentazione “mitica”. Nel raccontare le stragi e le carneficine, si rischia di fare il gioco dei carnefici.  
Oggi appare chiaro quanto manchi una Europa: una, unita, unitaria, gli Stati Uniti d'Europa. Emerge il danno procurato ai nostri popoli dagli euroscettici e dagli euroexit. 
Tutte le sfide mondiali - di difesa o di economia - si affrontano in grande e uniti: oltre cinquecentomilioni di cittadini, un unico esercito, una unica politica estera, una sola centrale di intelligence.  Non è uno scandalo che non siano state scambiate informazioni, e che tutte le Agenzie ora scovano tutto? Avevamo dei miti: Kgb, Cia, Mossad, Servizi di Sua Maestà ...invincibili, solo nelle storie tramandate? Anche noi europei stiamo sperimentando la disperazione di fronte a nemici - cui siamo impari per la nostra attitudine non violenta - che non temono di morire. 
Da quanti anni in Israele e Palestina tanti muoiono come a Parigi! 
Dobbiamo far innamorare le nuove generazioni del loro grande Paese, gli Stati Uniti d'Europa. Siamo in ritardo. 
Abbiamo perso anni e innocenza! Adesso si corre ai ripari, e nemmeno sufficienti. L'ordine costituito ha chiuso gli occhi sul formarsi di molte banlieu, dove ci sono migliaia di immigrati clandestini; ghetti creati da italiani che cedono in affitti esosi delle topaie, in senso stretto; comunità di diseredati che occupano abusivamente case di cittadini Italiani... Pensiamo di aver creato un ambiente che favorisca l'accoglienza o non piuttosto la reattività di cui si fa portavoce Salvini? Gli Italiani arrabbiati non li ha inventati il leader leghista. 
È la rabbia di parte di italiani che sentono lo Stato non garante dei loro diritti e tollerante con gli irregolari. I governanti indaghino lo stato d'animo dei propri cittadini per orientare una cultura degna del vivere in democrazia, cioè nel sistema che considera tutte le persone portatrici della stessa dignità, ma anche obbligate al reciproco rispetto delle regole. Anche alle regole che difendono la dignità della nostra 'nativa' identità culturale. Il rispetto delle diversità religiose ha significato rinunciare ai nostri simboli per rispetto di chi non applica la stessa reciproca regola? 
È mancata e continua a mancare reciprocità. Alle moschee e luoghi di culto vari, che noi siamo disposti a difendere, non corrisponde nessuna possibilità di costruire chiese in Paesi musulmani. 
Anche i non credenti studiano la Divina Commedia o i Promessi Sposi; la civiltà europea è fondata sull'arte pittorica, musicale, letteraria che, per gran parte, per secoli, è stata religiosamente ispirata. Inaccettabile annullare la visita al Cristo di Dali'. 
Vorrei capire se si continuerà a non allestire presepi e chiedere l'eliminazione dei crocifissi nelle aule scolastiche e nei luoghi pubblici per annullare la nostra 'nativa' identità, a meno che non sia un alibi per mascherare proprie scelte ideologiche! 
Senza pluralismo religioso non c’è società civile. E invece ci sono già manifestazioni “ideologiche”… E’ già stato ripetuto che fonte del rispetto reciproco è solo il riconoscimento dell’identità reciproca e non il suo annullamento.  
L’ignoranza provoca gravi danni perché non è in grado di riconoscere le differenze e di apprezzarle per costruire una comunità davvero interculturale, interreligiosa e perciò integrata!  Siamo in ritardo anche culturalmente per capire quanto accade intorno a noi, con l'angoscia che lo accompagna.  
Non sappiamo ragionare culturalmente come i terroristi e ai loro simboli cerchiamo di contrapporre i nostri: per esempio funerali di Stato non per combattenti ma per persone normali, ecc. 
La speranza di sconfiggere il terrore planetario si fonda sulla cooperazione politica internazionale, che faccia valere ovunque i diritti fondamentali delle persone; che controlli  la vendita di armi, il traffico di droghe (il nostro prelievo di 1000 euro in banca viene tracciato e non si tracciano gli strumenti di distruzione e morte?), la tratta delle persone - anche di  minori - per reclutarle ai fini più abbietti. 
Speranza. Per i credenti è una virtù teologale; per tutti, oltre ad "essere l'ultima a morire" è il sentimento che spinge ad andare avanti, anche nelle difficoltà, fiduciosi che qualcosa cambierà in meglio. Per la politica deve essere iniezione di fiducia, una 'visone' di società, perché il futuro garantisca a tutte le generazioni che i sogni si possono realizzare: che siano definitivamente affermati i diritti di libertà dai bisogni che umiliano la persona. 
Se c'è un tempo dell'anno in cui le persone, in occidente, sono più propense a riflettere sulle possibili buone azioni da mettere in campo, è il Natale. È una data che non coinvolge solo dal punto di vista spirituale, perché si tratta di una atmosfera che rallenta il lavoro, consente giornate di riposo, distribuisce gioia ai bambini che attendono doni. Lo scambio dei doni è simbolo di una nostalgia, di un rimpianto di relazioni positive. Ricordo del desiderio di bontà, di giustizia distribuita con equanimità: si riesce a far correre il pensiero a chi è deprivato anche delle minime soddisfazioni della vita. Alcuni auguri che riceviamo esortano a considerare il Natale non solo un giorno dell'anno. 
Viene alla mente che proprio prima di Natale, il Parlamento approva la legge di stabilità. Quella di quest'anno si dedica, per la prima volta, a combattere alcune sacche di povertà, in particolare a favore dei  minori.  
Abbiamo registrato i dati ISTAT che dovrebbero segnalare una ripresina. Questa va sostenuta anche con una vivacità della politica che per ora non viene avvertita dalla generalità della popolazione. Lo stesso ISTAT ha diffuso una recente ricerca dai risultati impressionanti: solo due persone su 10 si fidano degli altri. 
Come fare per non perdere la speranza che si possa essere diversi, vivere con  disposizione d'animo verso gli altri, rispettare se stessi, l'ambiente e le diversità? 
Le condizioni si creano a partire dal convincimento che solo con l’educazione, più precocemente possibile, si può formare il cittadino. 
Cittadino. Non un individuo qualsiasi.
Una persona consapevole della sua originalità, della sua inviolabile dignità, dei suoi diritti e doveri, per riconoscere a ciascun altro le stesse prerogative. 
Mi pare che troppi hanno voluto giustificare i propri figli che a scuola hanno infranto le regole.  Francamente ci si deve chiedere se la scuola debba essere il luogo dell'apprendimento e della conquista dell’autodisciplina, oppure dell’anarchia. L'autonomia scolastica riguarda l'organizzazione didattica non l’indisciplina degli studenti, anche maggiorenni. Con la scuola si instaura un ‘contratto’ per ottenere che, con lo studio, i giovani preparino la loro crescita umana e la carriera curriculare. Per tutto il tempo in cui gli studenti si trovano all'interno dell'istituto scolastico sono affidati a insegnanti e dirigenti scolastici. Le famiglie questo devono pretendere: insegnanti che sappiano insegnare e dirigenza che controlla e garantisce i risultati. Altro che contestare disciplina e presidi “sceriffi”! Se non si vuole la società babelica, che riscontriamo attorno a noi, è necessario che il sistema scolastico assolva il suo compito peculiare e non eludibile: preparare cittadini. I genitori che sono in grado collaborino, gli altri ringrazino! 
Anche chi non ha figli a scuola, e non li avrà, non è esonerato dal sostenere le finalità della scuola. E' un bene prezioso di tutti. La politica precede anche la scuola, perché tocca a lei concertare la società, un'orchestra che, senza guida, è perfettamente interpretata da Fellini in 'Prova  d’orchestra'.  
Speranza ha seminato, contro ogni prudenza, Papa Francesco con il suo viaggio in Africa. Speranza dovrebbe nascere dal summit di Parigi sul clima. Anche a questo incontro essenziale per il futuro dell’umanità, il Papa ‘partecipa’ con quel mirabile manifesto globale e profetico che è l’Enciclica Laudato Sì. Questi fatti avranno successo con l’adesione, non delegabile ad altri, della nostra individuale e precisa assunzione di responsabilità. Speriamo! Il venditore di almanacchi di Leopardi continua ad augurarci un domani migliore di oggi. Noi sappiamo che gli auguri si realizzano solo se sono i sogni che, coraggiosamente e tenacemente, vogliamo realizzare. (m.g.)