mercoledì 23 luglio 2014

Mariapia Garavaglia

MIX Agosto 2014


E' ORA 


Non solo per il tempo atmosferico, ma nell’opinione pubblica, con cui si dialoga a vario titolo, si coglie una certa sospensione rispetto al momento di crisi economica, di cui non si percepisce l’uscita, ancorché lenta, e alla confusione delle situazioni politiche, dei singoli partiti e nelle stesse istituzioni.
Il pervicace attacco da varie parti, ma assai più gravemente da parte di qualche magistrato, al Capo dello Stato è la sintesi finale di quanta incultura istituzionale si sia impossessata della società.
Giorgio Napolitano è da rispettare non solo come persona, ma soprattutto, ed anzi in primis, perché è la più alta espressione della rappresentanza istituzionale: è l’unità del Paese. Riflettano i presidenzialisti: cosa sarebbe se il Presidente della Repubblica fosse una espressione delle parti in causa nella lotta partitica?
Anche il dibattito sul Senato ha reso espliciti dei messaggi contrari alla “nobiltà” del suo valore istituzionale. Benissimo, e credo universalmente condiviso, l’intento di superare, dopo decenni, il bicameralismo perfetto, tuttavia la riforma non deve essere impostata sul solo risparmio delle indennità. C’è modo e modo di spendere i soldi degli Italiani: un conto sono i costi della democrazia, che vanno difesi e spiegati; un altro lo spreco dei partiti e della propaganda. E in questo senso riflettano anche coloro che stanno dimostrando una grande avversione alla
immunità. Ci sarà un motivo se tutte le democrazie la prevedono; anche per l’immunità c’è modo e modo di realizzarla. Nella foga del dibattito ci si dimentica di quali possano essere le conseguenze ultime e gli eventuali pentimenti succedanei…
Queste sommarie riflessioni inducono a ripensare anche alla funzione dei partiti, al loro stato di salute attuale e, in particolare, anche al partito di Renzi, cui gli Italiani hanno guardato con attenzione, attribuendogli un consenso inaspettato, alle ultime elezioni europee. Matteo Renzi è emerso attraverso le primarie, utile strumento per ottenere quella svolta, anche generazionale, che ha suscitato speranze. Il seguito, tuttavvia, a partire dalle “parlamentarie” (una “rottamazione” criptica) ha reso evidente come in Parlamento siano state convogliate molte persone non selezionate da competenze ed esperienze maturate, attraverso la selezione dei partiti. Sono consapevole che ci possono essere due visioni ugualmente interessanti fra chi desidera un partito d’opinione, che segue il leader, e un partito con il leader che rafforza una organizzazione, anche periferica, che promuove e divulga idee, conoscenza dei programmi, approfondimenti delle iniziative legislative, ecc. So bene quanto sia utile e produttiva anche la rete dei socialnetwork, ma non possono sostituire la relazione umana, la conoscenza delle persone e la loro condotta.
Dietro e dentro la rete quale democrazia si può sostanziare? Del resto i socialnetwork sono nati per sfruttamento commerciale e di consumo dei dati personali, per cui non possono essere compatibili con la buona politica. Personalmente ritengo non irrilevante che anche la Costituzione si esprima chiaramente, affermando che “tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. La realtà dei fatti sta inducendo una specie di tregua nella richiesta di primarie, perché, per esempio, nel caso delle elezioni regionali in Piemonte, ci si è ben guardati dal far competere Chiamparino, in una primaria.
Competenza, consenso e leadership non avevano bisogno di confrontarsi, se non con il libero voto dei cittadini. Nelle primarie si esprimono, invece, per motivi non confessabili, anche voti estranei; dividono il partito e creano pseudocorrenti, personalistiche che non si riassorbono più. Oltre a non essere il risultato di scelte legate a competenza ed esperienza. Per il
Sindaco della Capitale, per esempio, sarebbe stato molto meglio l’impegno diretto del partito, invece delle primarie, per scegliere un candidato che fosse individuato espressamente per tale ruolo, e avesse la “tutela” compatta del partito. Qualunque sia la legge elettorale (sono comunque poche le persone che esprimono le preferenze) penso a qualità, moralità, valorizzazione dell’operato per il bene della collettività, per cui serve un immediato cambiamento di rotta di stampa e informazione per far emergere le persone migliori e il loro impegno per il Paese. Bisogna riportare i cittadini a votare, perché è pericoloso il calo di partecipazione.
Con queste premesse anche la strategia di politica estera, europea ed internazionale, secondo me, andrebbe inquadrata in una organicità indispensabile, perché all’opinione pubblica arrivino messaggi rassicuranti. Avevo molto condiviso l’impostazione di Matteo Renzi, che non voleva impegnarsi nei nomi delle persone prima di aver ottenuto e sottoscritto un patto sui contenuti programmatici della nuova Commissione e del
rinnovato Parlamento europei. Purtroppo dobbiamo registrare un rinvio, che coincide anche con la presidenza italiana del semestre e sembra quindi una diminuzione del nostro impegno di Paese.
Tuttavia continuo a pensare che si può far a meno di candidati specifici, purché ci sia una tensione complessiva su due teatri ugualmente importanti e preoccupanti: quello esterno, con venti di guerra, e quello interno, con la povertà assoluta che, come certifica l’ISTAT, galoppa a ritmi inimmaginabili. Sono due sfide sulle quali “coraggio e orgoglio” dell’Italia e del suo leader devono esprimersi, mettendo in campo, il massimo delle forze. E’ crudele, immorale e incomprensibile lo stallo dell’occidente rispetto alla tragedia che si aggrava di giorno in giorno in Medio Oriente.
Altrettanto incomprensibile come la UE non si faccia carico di una strategia rispetto ai profughi che arrivano stremati sulle coste italiane, e non si scandalizzi dei troppi morti sepolti nel mar Mediterraneo o accolti nel cimitero di Lampedusa. Come dice il sindaco, Pina Nicolini, Lampedusa non ha bisogno di ampliare il proprio cimitero né di ricevere telegrammi di condoglianze e di solidarietà.
Una politica complessiva di accoglienza, di assistenza e di integrazione renderebbe queste persone, che hanno il diritto di sottrarsi alla morte per fame o per violenza bellica, di partecipare allo sviluppo di tutti i nostri Paesi. Sono molto contenta che Matteo Renzi abbia incominciato una serie di visite in Africa. Nel tempo vi sono state poste solide basi di conoscenza per proficue collaborazioni (Romano Prodi); speriamo che Renzi le faccia crescere.
Il Corno d’Africa in particolare (Gibuti, Somalia, Etiopia ed Eritrea) vanterebbe un obbligo di credito. La cooperazione allo sviluppo è il nuovo modo di fare politica estera e di intrecciare relazioni che possano sostenere la pace.
E a proposito ancora di Africa, serve questa nuova politica estera, perché è intollerabile che l’Europa, culla del pluralismo religioso, frutto di radici giudaicocristiane, non intervenga, in nessuna sede, per far valere il diritto alla libertà religiosa, che, anche in Asia, registra inaccettabili persecuzioni. Sono troppi i cristiani martiri!
E’ tempo che si batta un colpo. E’ tempo di agire, perché non arrivi un tempo in cui piangere. (m.g.)

Pensieri in viaggio


Bella 1 

Milano, in Largo Richini c’è un signore che tutte le mattine pulisce davanti al suo palazzo, strada e marciapiede. Se ognuno facesse così, la città sarebbe bella e costerebbe meno la tassa dei rifiuti.
Roma, vicolo della Guardiola (viuzza che unisce Pantheon e Camera dei Deputati), tra i sampietrini c’è una raccolta impressionante di mozziconi di sigaretta e di altro. Davanti ai bar si ripete lo stesso spettacolo. E la città, bella di suo, è rovinata da chi non la ama e perdippiù è maleducato.

Bella 2
Roma, la città più bella del mondo, è massacrata di buche e di mancato decoro. Invece di allargare marciapiedi, installare i blocca traffico e sostituire l’asfalto con ulteriori sampietrini là dove non sono tradizionali, si può utilmente destinare le necessarie risorse per eliminare le buche e ornare la città.

Bella 3
Troppi pulman in città. Durante il Giubileo i pulman non massacravano Roma e non intasavano il traffico perché avevano l’obbligo di parcheggio fuori dal centro. E’ impensabile una capitale inondata da pulman aperti e scoperti da minivan. I romani e i turisti meritano una città più vivibile.
Secondo Andreotti Roma non fu vivibile solo per Remo, ma a quel tempo non c’era il traffico.

Regole 1
Sul volo Milano-Roma due passeggeri dai posti assegnati 20 e 19, si sono installati in prima classe nei posti 4D e 4C, incuranti degli inviti della Hostess, responsabile di cabina, ad occupare i loro posti. Un bel rispetto della professione della hostess, delle regole della compagnia aerea e di tutti gli altri passeggeri. Modello italiano?

Regole 2
Parlare con le mani in tasca quando si fa un discorso; messaggiare invece di stare attenti in un’assemblea, o addirittura in chiesa; leggere il tablet mentre si è in compagnia; usare parole sconvenienti e un linguaggio da scaricatore di porto; tutto ciò non è bon ton nemmeno nell’era web…

martedì 8 luglio 2014

MIX Luglio 2014

Coraggio e Orgoglio


MIX Luglio 2014 / MILLE GIORNI


È tornato in auge il latino! 
Mattarellum, procellum, 
italicum, democratellum… 
Sta durando da troppo tempo la ricerca di una riforma elettorale che sia accettabile da due punti di vista: la certezza del vincitore delle elezioni e il rispetto delle scelte dirette dei cittadini senza subire le imposizioni dei partiti. È facile diminuire il valore di questo dibattito richiamando il fatto che sono “ben altri i problemi dei cittadini”. Il fatto è che le risposte efficaci, tempestive e chiare ai cittadini non si possono dare senza un governo investito di sufficiente consenso per portare a termine le riforme necessarie.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, attraverso un consenso pur indiretto, con le elezioni europee, ha ricevuto una forte chiamata da parte del Paese perché dia corso alle riforme annunciate. Il problema è nello stesso PD, oltre che in Parlamento, non c’è la stessa dichiarata volontà di rispondere agli elettori in modo coerente ai voti espressi. Qualcosa cambia perché perfino il Movimento 5 stelle si scongela… Il Paese, fino a prova contraria, vuol far crescere la speranza suscitata da Renzi. Il segretario del PD sta conducendo una sfida su due fronti, ugualmente importanti, perché interdipendenti: riformare l’organizzazione dello Stato e, insieme, far “cambiare verso” all’Europa. E mentre l’attenzione degli Italiani sui problemi di casa è molto acuta, il rischio è che, ad elezioni concluse, l’Europa torni lontana. Invece, c’è bisogno di una iniziativa dei e sui cittadini europei, oltre a far emergere un collegamento strutturato fra il Parlamento italiano e quello europeo, con i relativi organismi. Molte delle norme, che dovranno essere assunte nei prossimi anni, dipenderanno in gran parte da quanto sarà deliberato a Bruxelles, e quindi è il caso che se ne colga l’importanza di conoscerle all’origine.
Martedì 1 luglio si è avviato, anche formalmente, un impegno aggiuntivo per il nostro Paese: essere interamente immerso in un europeismo fattivo. Renzi, a Strasburgo -la patria di Schuman- ha voluto richiamare la responsabilità di essere eredi dei padri fondatori dell’Europa unita.
Troppi anni di politiche eccessivamente ristrette nei confini nazionali -con l’alibi della crisi- hanno affievolito il senso di appartenenza e, in tal modo, hanno acuito, al contrario, le rovinose conseguenze di essa. Infatti crescita non è una parola magica né solo uno slogan: è obiettivo di ogni governo spingerla, valorizzando la flessibilità, che significa che ogni cittadino deve sentirsi in gioco per sé e per lo sviluppo del Paese. L’eccesso di garantismo (eccesso) e di assistenzialismo ha bloccato il Paese; ha consentito la fuga di meritevoli e capaci verso l’estero in Paesi di cui non temono la flessibilità…
I nostri parlamentari, compresi gli oppositori, a Bruxelles dovrebbero sostenere Renzi, per attrarre con la nostra coesione anche gli altri non euroscettici, perché è con la forza dell’Europa -patria di oltre 500 milioni di cittadini- che si può competere col mondo. La Lega potrà calcolare quale export e import otterrebbe l’Italia senza l’Europa, sola contro i colossi degli altri continenti, per non parlare di quelli interni, prima fra tutti la Germania, senza pensare alla Russia? E gli Stati Uniti d’Europa potrebbero garantire seriamente le autonomie regionali: osservi i Cantoni svizzeri, i Lander tedeschi e perfino i cinquanta Stati Usa.
Senza sogni e utopie si mantiene il linguaggio terra terra (e anche volgare) senza dare dignità né alla politica né ai singoli cittadini.
Negli Stati Uniti d’Europa la migrazione non sarebbe più solo un problema, ma base di sviluppo: si pensi ai vantaggi economici portati dalle ondate di immigrazione (anche italiana) in nord e sud America, in Germania, nel Benelux.
Senza crescita non c’è nemmeno solidarietà intragenerazionale. E’ stato affascinante, da parte di Renzi rievocare, con i miti, la sorgente stessa della “europeità”.
Sappiamo cosa ha fatto Enea per portare con sé il padre Anchise, e come Ulisse sia stato aiutato dal figlio Telemaco per riconquistare Itaca. 
Gli eredi hanno responsabilità in proprio: non possono attribuirsi né le colpe né i meriti dei padri, hanno l’obbligo di continuare e migliorare. 
Per riprendere un altro mito, il PD non sia, ancora una volta come Crono che mangia i suoi figli…
Le risorse devono essere tutte messe in campo - competenze ed esperienze- perché come insegna la metafora di Ulisse e di Enea non è mai solo l’anagrafe a garantire i risultati. Si ricordi l’età di De Gasperi quanto si dedicò all’Italia.
Il semestre europeo a guida italiana dovrà dunque segnare un nuovo inizio, verso gli Stati Uniti d’Europa.
Gli Italiani hanno trovato motivo di riscossa votando in modo inequivocabile a favore del PD di Renzi e delle sue idee di Europa. “Coraggio e orgoglio” diventino comune sentire, per sostenere la fiducia che, come è noto, è fondamento anche della ripresa economica.

Eredi



MIX Luglio 2014 / NEW DEAL 4 EUROPE


I cittadini per un’altra europa
NEW DEAL 4 EUROPE 
PER UN PIANO EUROPEO
STRAORDINARIO 
PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE 
E L'OCCUPAZIONE

Chiediamo ai cittadini europei almeno un milione di firme in almeno sette paesi europei per chiedere alla Commissione Europea un provvedimento legislativo che realizzi un piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione, che metta fine alla crisi, cambi l’Europa, ci restituisca la speranza.
Se si perde questa sfida siamo perduti tutti. Senza gli Stati Uniti d’Europa, cioè senza un vero governo comune con responsabilità e doveri condivisi, non potremo parlare al mondo “con una sola voce”.


MIX Luglio 2014 / Pensieri in viaggio


Martiri 
I cristiani sono la comunità più perseguitata nel mondo. Non c’è paragone con le persecuzioni antiche. Grave il silenzio di tutte le istituzioni nazionali e internazionali trattandosi di un diritto inviolabile professare la propria fede.

Donne 1
Boko Haram ha rapito altre ragazzine. Ci siamo già abituati anche a questo? Non possiamo dimenticare Eyal, Naftali, Ghilad e con loro anche Hussein.
Tocca alle coraggiose mamme israeliane e palestinesi impedire vendette e pretendere che i figli nascano e vivano senza guerra.

Donne 2 
Renzi si è lasciato contestare sulle norme di parità di genere ed è passato ai fatti. Al 50% di donne al governo sono seguite tutte le capoliste europee, le dirigenti di enti e di grandi aziende.
Come ripete Papa Francesco i fatti contano di più delle idee.

MIX Luglio 2014 / CAMPAGNA PD


UNA CAMPAGNA MERITEVOLE 
E IMPORTANTE DEL PD: 
DISABILI E BUROCRAZIA, 
ECCO COSA SI PUO’ FARE SUBITO
"Il nostro paese è un generatore di frustrazioni per persone disabili e un moltiplicatore di disperazione per le famiglie. A cominciare dalla via crucis che porta al riconoscimento della condizione invalidante. 
Carte, verbali, iter stressanti, soprattutto per i minori disabili: 4, 5 visite tra Asl ed Inps per il rilascio della certificazione. Tempi biblici per l'attesa dei verbali e per la liquidazione dell'indennizzo economico. Revisioni ogni due anni o anche meno che costringono al ripetersi dell'intera procedura senza alcun motivo.
Basterebbe un solo certificato, in cui vengano immediatamente riconosciuti invalidità, sostegno scolastico, ausili, assistenza domiciliare, tagliando H ed esenzione sanitaria. Una visita integrata Asl/Inps, con un solo verbale, che segue le indicazioni rilasciate da una struttura pubblica sanitaria; organizzazione delle visite per minori disabili in luoghi altri e diversa dagli adulti. Si dimezzerebbe il numero di soggetti da sottoporre a visita o a revisione inutilmente.
Tuttavia molte cose possono essere fatte, già da ora, senza l'intervento del legislatore con semplici provvedimenti amministrativi, dai comuni, dall'Inps e dalle Asl.
È partita oggi una campagna targata PD in tutto il paese, gireremo ogni città, incontreremo le famiglie, gli assistenti sociali, gli insegnanti, il non profit. Raccoglieremo le denunce e le proposte. Promuoveremo naturalmente i servizi che funzionano, e li proporremo come modello per l'Italia. Mandate i vostri contributi, le vostre segnalazioni, le vostre esperienze a: