mercoledì 18 gennaio 2017

MIX Newsletter / Gennaio 2017 / Editoriale

RIPARTENZE 

Abbiamo espresso e ricevuto moltissimi auguri per il nuovo anno. Ma negli stessi giorni abbiamo dovuto assistere a dolore e a paure in Italia e nel mondo.
Le immagini di Aleppo, città simbolo della nostra civiltà, irriconoscibile sotto cumuli di macerie, non ha mantenuto viva una  tale indignazione generale da attivare reazioni umanitarie. Una crisi di governo, tempestivamente conclusa anche per la attiva, prudente guida del Presidente della Repubblica, segnala sofferenza della politica e del Paese, nonostante la grande partecipazione democratica suscitata dal referendum; e poi terrorismo a Berlino; paura in tutto il mondo.
È inverno e il freddo morde ancora di più i nostri concittadini terremotati. 
È grande è il gelo delle acque del Mar Mediterraneo nelle quali nel 2016 si sono disperse 5000 persone. Erano partite dai loro luoghi d'origine con tante speranze: di loro i parenti lontani non conosceranno mai la sorte, né possono piangerle.
Ci sono fatti che dichiarano la verità di quanto vediamo e raccontiamo, eppure si parla e si scrive oggi di post-verità. Nell'universo non si spegne mai la domanda posta duemila anni fa da un dignitario romano: quid est veritas?
Verità con la minuscola si sono manifestate nel 2016 e il Presidente Mattarella nel suo messaggio di Capodanno le ha citate e documentate. Ha insistito, anzi, su alcune "verità": la mancanza di lavoro e di prospettive vitali per i giovani; l'Europa, realtà da ri-conoscere come grande opportunità; 120 vittime di femminicidio; il pericolo incombente del terrorismo; l'immigrazione che deve essere governata per dare sicurezza ai cittadini. Non si è sottratto a spiegare la soluzione della crisi di governo. Importante l'appello a rifiutare l'odio come strumento di lotta politica. La violenza verbale e l'odio non rimangono senza conseguenze, "quando vi penetrano, si propagano nella società intossicandola". Anzi: diventa virale un linguaggio sguaiato, non raramente scurrile, che infetta la lingua quotidiana, allontanando il buon esempio, il linguaggio onesto e rispettoso della dignità di tutti.
Il Capo dello Stato, accanto alle sofferenze, ha ricordato episodi che ci hanno rallegrato e commosso: Olimpiadi e Paralimpiadi; i Marò finalmente in Italia, ecc. Ha ricordato che il senso diffuso di comunità è la forza degli italiani, ma la comunità "va costruita, giorno per giorno, nella realtà".
Eppure c'è una grande discrepanza fra l'attitudine alla generosità e i comportamenti che, invece, sottolineano una grande preoccupazione per il "proprio orto". Non c'è dubbio che il paradosso del disimpegno alla partecipazione e la diffusione del populismo non sono derivati dal nulla. Sono fenomeni che si ripetono ciclicamente, ma sempre quando vengono meno valori di riferimento condivisi. La politica che non risolve i problemi quotidiani - anche quelli minuti, per molti sono grandi! - che si torce su se stessa con liturgie e indecisioni o addirittura con decisioni cui seguono attuazioni infinite (si ponga mente a opere incomplete dalle lungaggini e costi inaccettabili) non può riscuotere approvazione. Più evidente è il disimpegno degli elettori verso la politica 'spersonalizzata'. Gli eletti non sono considerati espressione del territorio, scelti direttamente dai cittadini, e, d’altra parte, una ulteriore incongruenza è la personalizzazione dei partiti che non sono più - né in realtà, né percepiti - come quegli strumenti di democrazia che formano e selezionano la classe dirigente e si fanno votare su programmi, con una precisa visione della società. È in gioco l'identità e l'appartenenza. Primarie e scouting, fuori dalla militanza,  non le favoriscono, né le rafforzano. 
Quando manca una visione, che fonda scelte di vita, queste diventano relative in base alla convenienza, alle temperie del momento, all'avidità di successo e di denaro. I molti cambi di casacca, in ogni ambito e in ogni tempo, sono condizionati da ispirazioni non certamente valoriali o di solida cultura e in tal modo si appalesa, in modo avvilente, la incompetenza che è spesso  terreno vergine per la  corruttela.
Abbiamo avuto bisogno della paura del terrorismo per dedicarci a misure più ragionate e condivise, anche a livello europeo, circa le modalità di accoglienza.
Da alcuni anni, in confronti a diversi livelli istituzionali, mi ero dedicata a suggerire misure che fossero utili a non suscitare le reazioni - che purtroppo si sono manifestate, addirittura interpretate da sindaci! - dei cittadini italiani. Il timore che "gli altri" rubini posti di lavoro agli Italiani, ottengano alloggi popolari al posto dei residenti, abbiano una diaria che supera il mensile di molti lavoratori, induce una cultura dell'esclusione, della xenofobia, che poi si stabilizza nella mente e nei costumi,  minando il senso di coesione e solidarietà sociale. Ogni decisione a favore dei profughi  e dei rifugiati deve essere connotata prioritariamente e preventivamente da principi umanitari. In caso contrario partecipiamo anche noi, Paesi sottoscrittori delle convenzioni internazionali, ai delitti umanitari, aggiungendo sfascio a sfasci, totale. Il compianto sociologo della liquidità sociale - Zygmut Baumann - l'ha descritta partendo dai fenomeni di individualismo opportunistico che in altre scienze si definirebbe relativismo. 
Tocca alla politica "tenere insieme" la società mentre di questi tempi pare che  concorra a  frammentarla. 
La fotografia ora è chiara.
Ricostruire la classe dirigente colta, competente, onesta (è un prerequisito che vale per ogni cittadino), esemplare è urgente bisogno di partiti non liquidi. Il 'cursus honorum' consente uno scouting che integra competenza, esperienza, generosità di impegno, perché la politica è anche questo. È un volontariato professionalizzato; chi crede che sia facile e può farla chiunque, riduce la rappresentanza allo spettacolo di cui siamo quotidianamente spettatori. Non sarà necessario (come amava fare un rimpianto Martinazzoli, come altri politici grandi intellettuali)  conoscere e citare magari Bonhoeffer e la sua 'Resistenza o resa', ma almeno conoscere la storia della nostra Repubblica, della nostra Europa, destreggiarsi fra le capitali del mondo, per capire un po’ di geopolitica, che renderebbe meno provinciale la politica e meno liquida la società. 
Continuiamo a citare i giovani, per l'assenza di  lavoro,  per la mancata selezione per merito: se non siamo in grado di preparare il futuro per i giovani, prepariamo almeno i giovani per il futuro (Roosevelt). Ci piace citare il 'new deal', oppure' I can' o I care'... rimbocchiamoci piuttosto le maniche e ripartiamo!  

Buon anno a tutti con questo augurio. 

MIX Newsletter / Gennaio 2017


Pensieri in viaggio / Gennaio 2017

5 minuti

I terremotati hanno chiesto 5 minuti di attenzione, per "mettervi nei panni loro". Il rischio è evidente: che senza gli occhi dei media, la loro condizione scompaia dai nostri radar politici e umanitari. Non è accettabile che le macerie dopo quasi 5 mesi non siano state rimosse. Ad oggi, dovrebbero essere stati individuati siti utili per collocarle.  Il commissario forse dovrebbe risiedere coi terremotati, in uno shelter-ufficio, per dare un grande segno di vicinanza delle istituzioni e per velocizzazione le procedure e le scelte. In attesa delle 'casette' tante roulotte, camper, shelter requisiti, affittati... La Rai raccoglie fondi per ricostruire le scuole (toccherebbe allo Stato e i fondi privati meglio utilizzati per altri interventi non istituzionali), mantenga alta l'attenzione e aiuti con suggerimenti e promozione di progetti.  I terremotati hanno il diritto di tornare nei loro luoghi e l'Italia ha il diritto e il dovere di contare sul turismo culturale e alimentare di quei magnifici insediamenti. La tutela ambientale è garantita dalla corretta antropizzazione.