lunedì 25 febbraio 2013

MIX Newsletter / Papa Benedetto XVI


GRAZIE PADRE SANTO

E' una vergogna. Le chiare e appropriate parole in latino (e tradotte con precisione in Italiano) sono state interpretate secondo la pessima abitudine della dietrologia.Soprattutto i non credenti e gli "avversari" si sono esercitati in ipotesi, tutte prive della sostanza trascendente: il Papa non è solo una autorità temporale, come capo dello Stato del Vaticano, ma è, soprattutto, una autorità spirituale e morale. È lo Spirito Santo che lo guida e che dispone le scelte secondo una logica che non è quella del mondo. Naturalmente è comprensibile la curiosità che suscita un evento inatteso, eccezionale e senza precedenti nella forma e modalità; dove abiterà, come vestirà, come dovrà essere chiamato. Quando i Papi furono due, nella storia, uno era l'antipapa.
La curiosità e i sentimenti, anche contraddittori, che si esprimono attorno a Benedetto, consentono di acquisire informazioni sul papato e sulla Chiesa, con qualche approfondimento in più, rispetto a quella specie di gossip che, il più delle volte, accompagna i fatti ecclesiali. Si è detto della “desacralizzazione” del Papa, ma la Sua dignità di Vicario di Cristo non prevede la adorazione (come fu degli idoli o degli imperatori divinizzati).
Non sarà più vescovo di Roma (e in quanto tale Papa), ma rimane Vescovo, cioè successore degli Apostoli (Cardinale è solo un Titolo non un Ministero).
Colto, mite, discreto, umile: così l’ho sentito descrivere, quando frequentavo la Val Pusteria in vacanza e ben prima che fosse eletto Papa, dai parrocchiani del Duomo di Bressanone e dai sacerdoti che lo incontravano quando trascorreva le vacanze nel seminario della città. Per gli amministratori di Roma, è più facile che per altri avere incontri col Papa e, infatti, i cittadini di Bressanone chiedevano a me, vicesindaco di Roma, di portare i loro saluti a Benedetto XVI. Nell’ultimo incontro della giunta Veltroni col Papa, per gli auguri del 2008, ho potuto recapitargli un calendario a nome di quei parrocchiani.
Trascurando gli aspetti esteriori, mi pare che il gesto del Santo Padre, con lo sconcerto, lo smarrimento, la nostalgia (è ancora tra noi e già ci manca), induce a riflessioni sul significato e sul messaggio che ne deriva. Ha rinunciato al "potere" con grande coraggio, avendo soppesato ogni conseguenza, dopo "aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza". Il papato è servizio alla Chiesa e alla umanità intera, e occorre essere "in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede".di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede". Grande umiltà! Gesù non è sceso dalla croce perché Lui è il Signore e il suo mandato era di morire in croce per la salvezza degli uomini. Il Papa, invece -ci ha ricordato col suo gesto Benedetto XVI- è un uomo, che può sentire venir meno le forze e non vuole indebolire il servizio. Si pensi alla fatica per i prossimi riti pasquali (giovedì santo, via crucis, venerdì santo, Pasqua); la Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile… Nel mondo globalizzato può il Papa rinunciare ai viaggi apostolici? Nel terzo millennio, il successore di Pietro non può sparire dalla vista e dal contatto diretto del mondo. Tra tutti i commenti, che mi hanno colpito nel merito, ho riflettuto sul senso dei limiti che induce l'età avanzata. Sia geriatri che alcune persone anziane hanno osservato che il Papa, con la rinuncia, avrebbe indebolito lo spirito di attività che si deve sempre sostenere nei vecchi.
Sono d'accordo che ci possa essere vitalità e grande prontezza intellettuale in molti grandi vecchi; osservo, però, che non devono sostenere il peso del governo della Chiesa!
E quanto pesi sono bastate le notizie dei media di questi ultimi otto anni a farlo capire. Ci si è anche sbizzarriti sui giudizi di provenienza profana, politica, circa conservatori e progressisti; su complotti e su cordate cardinalizie; si sono allargati i commenti su una Chiesa povera e missionaria e non ricca "come quella di Roma”. Su questi argomenti si potrebbe aprire un lungo dibattito; vero è che spesso si usano indifferentemente due termini che non coincidono affatto, trattandosi di istituzioni di natura diversa: il Vaticano, che è uno Stato e la Chiesa, mistero spirituale che è affidata agli uomini, con tutto quello che comporta quanto a debolezze ed a errori.
Perciò a questo grande Papa dobbiamo l'averci messo di fronte – tutti i credenti ed anche tutti gli uomini in buona fede- ad un evento che nella sua eccezionalità richiama all'atteggiamento fiducioso nella Provvidenza che conosce il numero dei nostri capelli, nutre i fiori dei campi e gli uccelli del cielo.
Benedetto abdica nell'Anno della Fede che Lui stesso ha voluto, ed è come se volesse lanciarci un ulteriore invito ad avere fede.
Ha riflettuto, ha pregato ed ha deciso. Ancora una volta fede e ragione non sono entrate in conflitto.
La sua preghiera è un servizio sostanziale alla Chiesa anche senza operosità. La sua non è una resa, semmai una sfida ad avere fede e a pregare. Ci mancherà la sua immagine ma non il suo alto Magistero, che non finisce.
Grazie, Padre Santo! (m.g.)

www.mariapiagaravaglia.it


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