martedì 26 febbraio 2013

MIX Newsletter / Elezioni 2013 (2)


TOCCA A NOI

E’ responsabilità di noi cittadini, in democrazia, sia il voto che il suo esito finale.
Non votare significa rinunciare alla propria dignità di cittadino ed essere parassita della comunità cui, comunque, dobbiamo il nostro status. Tuttavia la piazza del Duomo di Milano piena (ed anche altre piazze) invitano alla speranza, che deve sostanziarsi del nostro impegno ancora più sentito per gli ultimi giorni di campagna elettorale. 



Sul palco con Bersani, Ambrosoli, Tabacci e Vendola è apparso molto significativamente Romano Prodi. Il Paese gli deve due stagioni di governo, ancorchè brevi, legate al miglioramento del debito pubblico, alla coesione sociale e all’apprezzamento dell’Italia in campo internazionale. Con il governo Prodi lo spread era 34! Dobbiamo riprendere la strada perché -come ha ricordato Prodi- abbiamo imparato la lezione.
C’è bisogno di unità per governare il Paese in modo alternativo agli ultimi governi della destra, e per ottenere la stabilità, è indispensa- bile un voto che sia chiaramente decifrabile. Purtroppo il bipolari-smo si è appannato in questa campagna elettorale a causa di di- verse “salite” in politica di Monti, Grillo e Ingroia. Anche per questo motivo si è tornati a chiedere il voto utile. E’ stato detto -ed è ovvio- che in democrazia il voto è sempre utile, ma non ci nascondiamo il significato vero che, invece, riguarda la necessaria concentrazione in una coalizione che sia in grado lune- dì sera di offrire agli Italiani una prospettiva di governo sicura, per un quinquennio, altrimenti le riforme vengono invocate (dai populisti) ma rese impossibili nei fatti (a causa della dispersione dei voti). Il voto che il PD chiede è per il bene di un’Italia Giusta. Sul palco, a Milano, erano presenti i protagonisti di un modo diverso di concepi- re la politica. Esprimevano la necessità di ricordare a tutti che la politica è strumento ed è servizio. La si fa con passione, coerenza e competenza se si vuole bene all’Italia.
Marcora, Scalfaro, Ciampi, Prodi e Bersani sono dentro a quel corso di idee, ideali e passione, che mi hanno fatto voler bene all’Italia e intraprendere prima la militanza politica e poi assumere incarichi istituzionali. Stavo dicendo la professione politica. Infatti se corret- tamente interpretata la politica ha bisogno di professionismo e di professionisti, che non sono i tecnici prestati alla politica. Negli ultimi mesi il governo dei tecnici ha proposto una forma elitaria della politica. L’esperienza da cui provengo è popolare: il contrario esatto di populismo. Il popolarismo dei cattolici ed ora del PD interpreta il popolo, come comunità i cui problemi e le cui tensioni devono trovare sintesi nella politica e non alimentare l’antipolitica.
In Lazio la distruzione istituzionale, la corruzione e l’enorme debito della sanità dovrebbero ottenere da parte degli elettori un pesante giudizio. In Lombardia -chissà perché?- i disastri del centrodestra e la corruzione della Lega fanno invece temere per il risultato finale: chissà perché?
Per tutto l’elettorato nazionale la Lombardia deve rappresentare un’occasione di promozione di tutti i voti utili possibili: Milano è il cuore della Lombardia e la Lombardia il cuore dell’Europa! Pos- siamo rinunciare, noi tutti Italiani, ad avere una Regione che trasci- ni la rinascita interna ed internazionale?
C’è chi,opportunamente,ha suggerito il voto disgiunto in Lombardia. Non è la prima volta che accade, perché secondo gli Istituti di analisi politica, risulta che nelle ultime tornate elettorali una media del 7% di elettori ha votato in modo diverso tra Camera e Senato; in Lombardia invitiamo a disgiungere il voto fra nazionale e regionale. In questa campagna elettorale si sono rivelate importanti sia la Tv che la Rete ma sono tornati anche i comizi in piazza e il porta a porta; ciascuno di noi deve convincere un elettore alla volta perché voti.
Siamo consapevoli che nel Paese si vedono sofferenza, disagio e sfiducia, ma sappiano anche che gli Italiani in diverse circostanze, anche drammatiche,negli ultimi decenni hanno saputo risvegliare straordinarie capacità.
Il PD conta su questa Italia dei migliori non promettendo fantasiose restituzioni di tasse o eliminazione di alcune di esse, ma serietà e capacità di governo. Ricordiamo tutti le illusioni di cui sono state vit- time gli Italiani con le false promesse di Berlusconi e della Lega: con il loro fantasioso federalismo hanno contribuito ad un patto di stabilità che ha incatenato i comuni virtuosi e strangolato le piccole imprese. Ha distrutto la scuola pubblica e privata con i tagli lineari di Tremonti, è crollata l’occupazione...
Il PD taglierà il costo del lavoro per le imprese e i lavoratori; ridarà ai comuni le risorse per garantire ai cittadini una buona amministrazione. Per il PD sono priorità il lavoro e il futuro dei giovani con scuola di qualità e ingresso agevolato nel mondo del lavoro, perché possano costruirsi il futuro loro e del Paese.
L’Europa e la politica estera non saranno residuali perché gli Stati Uniti d’Europa e l’internazionalismo, che deve moderare la globalizzazione selvaggia, saranno le mete proposte ai cittadini, perchè non temano innovazione e modernizzazione del Paese e delle strutture, bensì le vedano come risorse di benessere, sia materiale che morale.
Il segretario del PD Pierluigi Bersani ha già dimostrato, da ministro, di essere un autentico riformatore, perciò Mario Monti non deve temere l’eventuale alleanza col PD, perché con SEL c’è anche Ta- bacci e nel cuore del PD c’è Renzi e tutti i riformisti che hanno so- stenuto lealmente il suo governo e che hanno partecipato ad arricchire l’Agenda Monti.

Sarebbe un gran peccato non votare e non partecipare ad una impresa così grande, che qualifica la nostra dignità e dà ragione dell’intelligenza. Ci fu un tempo in cui ferventi cristiani e ferventi democratici pregavano in occasione delle votazioni. Chissà se succede ancora. (m.g.)

www.mariapiagaravaglia.it

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