lunedì 15 settembre 2014

AVVENIRE / 13 settembre 2014


SANITA': Padre Patriciello
Caro Direttore,
la lettera di Padre Patriciello, drammatica e nobilissima, pubblicata ieri su Avvenire, mi ha addolorato come cristiana, preoccupato come cittadina, scandalizzata come ex ministro della sanità.
Mi permetto di sottolineare alcuni aspetti nella prospettiva politica, perché in questo ambito sento una precisa responsabilità personale. 
Il primo riguarda il fatto che dopo tanti anni di impegno per una crescita seria e omogenea del nostro servizio sanitario nazionale dobbiamo purtroppo riconoscere che la regionalizzazione ha portato in alcune parti del paese ad un arretramento della qualità complessiva. E' un aspetto che sembra un tabù indiscutibile;  dobbiamo invece avere il coraggio di ridiscutere il significato civile di un'autonomia che non ha prodotto i risultati che ci attendevamo. Le liste d'attesa riportate da Patriciello sono assolutamente inaccettabili sul piano clinico per quella riferita gravità delle condizioni di salute. Non capisco perché non siano altrettanto  inaccettabili anche per chi governa la sanità a livello regionale. 
Un secondo aspetto riguarda una visione delle cure mediche come valore fondamentale per la crescita complessiva della comunità e non come atto tecnico separato. La medicina non è proprietà degli operatori sanitari e neppure dei programmatori, ma dell'intera comunità. Per troppo tempo su questo piano abbiamo rinunciato ad una guida forte della politica (quella vera e non quella dei faccendieri). in questa prospettiva mi auguro che la forza umana e politica di Renzi possa indurre a qualche drastico ripensamento.
Un terzo commento è di carattere organizzativo: perché a Napoli non vi sono sistemi strutturati per fissare gli appuntamenti? perché si dimettono dagli ospedali persone in gravi condizioni di salute, senza preoccuparsi che nel territorio possano trovare un'adeguata continuità assistenziale? non si possono addurre scuse di carattere economico, perché i finanziamenti sono assolutamente adeguati. A meno che non vi siano sprechi, ruberie, prevaricazioni... L'offrire l'intramoenia al posto di una prestazione pubblica è un reato...
Grazie per l'ospitalità, caro Direttore. Mi auguro che Padre Patriciello senta attorno a lui il calore di una solidarietà che non è solo verbale
Mariapia Garavaglia

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