venerdì 26 settembre 2014

MIX Settembre 2014


CONCORDIA DISCORS

L'estate non è stata priva di argomenti. Anche per i media poco gossip e molti approfondimenti. L'Europa è stata protagonista per le nomine, il tormentone del conflitto rigore/flessibilità e, purtroppo, anche per le scelte (non fatte) in merito ai conflitti armati veri su cui l'occidente balbetta senza una strategia. Si sono cominciate le guerre e non si sono programmate le exit strategies. Si è pianto la morte di un'orsa, mentre non c’è aria di indignazione e dolore per le decine e decine di migranti naufraghi, di cristiani massacrati ovunque, tutti i giorni. Muore anche la nostra civiltà quando non mette in campo un vasto dibattito sui suoi valori fondanti, per reagire alla perversione di una violenza che tocca tutti i gangli della società sotto diverse forme: femminicidi, omicidi di minori in culla, annegamento di profughi, e si può continuare. 

Forse la politica ha moderato i toni, anche se all’antipolitica si stanno comunque offrendo molti argomenti. La vicenda delle nomine alla Corte Costituzionale e al CSM ha mostrato quanto la politica non sia ancora uscita dal suo vecchio guscio. 
Perfino io che non sono in Parlamento vengo rimproverata, perché ormai si fa di ogni erba un fascio. 

L'opinione pubblica -soprattutto quella sprovveduta di sofisticate analisi, ma che vota!- si accorge che i tempi della politica sono incompatibili con quelli della società, che è globale, anche per chi non se ne accorge. Il premier fa di tutto per ...correre. Cerca di stare dove la rappresentazione dell'Italia reale consente di lanciare segnali di fiducia. Ha aspettato a Genova l'arrivo della carcassa della Concordia: ha voluto sottolineare il risultato di un lavoro di squadra di professionisti e di tecnologia che il nostro Paese è in grado di mettere in campo. Non è andato a casa di Confindustria per l'Assemblea annuale, ma ha partecipato a quelle periferiche. Visita le fabbriche innovative, le scuole, anche quelle di difficile collocazione, ma simboliche. Ne spara tante -si direbbe- ma con l'intento di suscitare ottimismo nel Paese. Eppure anche gli 80 euro promessi ed effettivamente erogati non hanno attenuato una serpeggiante e diffusa sfiducia. C'è qualcosa di indefinibile che blocca il Paese e che richiede a ciascuno un esame di coscienza circa l'impegno a  favore della comunità. Non può essere che ci vogliano premi incentivanti per fare il proprio lavoro; non può essere che senza incentivi le aziende non investano. Manca il senso del dovere, del rispetto degli altri, della buona educazione. Si osservino i comportamenti in strada di automobilisti, pedoni, vigili... Cominci la politica! 

Coraggio! È la parola d’ordine della Carta che gli scouts hanno approvato, in agosto, a San Rossore. Questa Route ha dedicato approfondimenti e assunto impegni anche per il cimento dei giovani in politica. Era ora: altrimenti dove trovare nuove generazioni di politici cattolici? La Route del 1986 aveva escluso espressamente la partecipazione di politici e mi ero molto "offesa", perché venivo dall’Agesci (ero allora deputata). A San Rossore invece qualche politico c'è stato: è notoriamente scout Matteo Renzi.
A proposito, che provincialismo contestare la localizzazione della Route! Evidentemente i critici ambientalisti non conoscono la cultura e le consuetudini degli scouts, i quali lasciano gli spazi dedicati alle attività, in uno stato molto migliore di come mediamente li trovano. Coraggio anche in politica estera, che è fondamento e prosecuzione di quella interna. L'estate ci ha proposto, attraverso le immagini rilanciate dai media, ecatombi di migranti e di cristiani o, comunque, di minoranze in diverse parti del pianeta, e in particolare in regioni assai vicine all'Italia. Da De Gasperi a Moro ad Andreotti l'Italia ha saputo in passato essere un play maker di diplomazia nel mediterraneo e nel vicino oriente, da alleato leale ma autonomo, "consulente" ascoltato dai Potenti. 

Da qualche anno non è più così, ma urge riprendere il filo di una matassa intricatissima. La guerra di  George W. Bush ha favorito la ripresa di forze che affidano all'integralismo religioso la ridefinizione di una loro identità politica. La situazione è certamente difficilissima e complessa ma occorre spiegare alla opinione pubblica i passi necessari che  l'Italia farà insieme con gli alleati. Una politica attiva in questo campo serve anche ad individuare una strategia per le ondate di migranti rifugiati, che non divengano "merce" di propaganda politica contro ogni nostra appartenenza a consessi internazionali. Con Mogherini l'Italia ha ottenuto una posizione in Europa che può essere un blocco di partenza. Tuttavia non ci sarà una politica estera europea senza una difesa europea, senza fisco europeo e senza finanza europea. I Padri fondatori vollero l'Europa perché non si ripetessero le guerre del secolo scorso; oggi i nostri governanti guardino il paesaggio offerto dalla "terza guerra mondiale a pezzetti" e suscitino nelle nuove generazioni il desiderio degli Stati Uniti d’Europa per difendere una identità culturale di democrazia e tolleranza  e per rendere  più equilibrate le sfide mondiali, nei settori tattici e strategici. Il semestre europeo a guida italiana è avanzato ma lo spirito europeista non alita nel Paese. E' vero che le riforme interne hanno più presa, ma sarebbero anche facilitate da un qualche elemento coesivo. 

Mi duole veder il PD così esitante (eufemismo) non nell'assumere acriticamente i proclami del premier, ma almeno nell’esprimere un pò di entusiasmo. Si rimprovera al premier, per esempio, di aver presentato il piano delle infrastrutture con finanziamenti già da tempo deliberati. Allora perché non si sono spesi e le opere non realizzate? In altri settori si evocano decisioni precedenti a questo governo: perché non abbiamo spinto per vederne i risultati? Da quanti anni si agitano le riforme? Forse il centrosinistra ha preferito essere “schizzinoso” nel cercare le alleanze utili e possibili (contrariamente a quanto facevano DC, PCI, PRI…)? Renzi si è intestato il 40,8 e il PD non vuole mantenerlo? Il mondo corre, cambia velocemente: bisogna scrutare il futuro per accompagnare i fenomeni e non essere trascinati, senza aver scelto dove. È un passaggio stretto per tornare alla politica, sconfiggendo disfattismo e antipolitica. Renzi con le sue scelte -nel decidere dove andare e dove non andare, di ricevere o non ricevere delegazioni o sindacati- sta riportando al centro il primato  della politica. 
(m.g.)

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