GRAZIE
La
scomparsa di Ettore Bernabei ha suscitato un consenso generale per
come ha esercitato le sue funzioni pubbliche. La sua esemplarità
dovrebbe ispirare gli attuali dirigenti delle nostre organizzazioni
sia pubbliche che private. Competenza e onestà valorizzano le
capacità di tutti e producono sviluppo per l'intero Paese. Bernabei
non dovette mai rinunciare ad affermarsi con le sue idee politiche e
la sua testimonianza cristiana e, in forza di queste virtù civili,
ha potuto garantire rispetto della pluralità culturale e politica.
Le infrastrutture - da quelle culturali a quelle economiche- che lo
hanno visto responsabile, hanno ricostruito l'Italia e, con la Rai,
anche un po' gli Italiani. Costruì autostrade, uffici postali,
ospedali, acquedotti: modernizzò l'Italia. Le regole non lo hanno
fermato "burocraticamente" perché le ha finalizzate al
bene comune. Non lo intimorirono coloro che cercavano in tutti i modi
di fermare la sua azione.
Occorrerebbe
che le giovani generazioni, che si dedicano all'impegno pubblico,
studiassero, almeno un pò, e cercassero di imitare, molto, tali
predecessori. Più etica e meno estetica, soleva dire. E la sua fede
lo rendeva fiducioso anche per l'avvenire del nostro Paese. Grazie a
"un italiano per bene" che Domenico Arcuri, parafrasando
Lincoln, ricorda così: "modellò uomini orgogliosi del posto in
cui vivono in modo tale che il proprio paese sia orgoglioso di
loro". (m.g.)
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