sabato 7 marzo 2015

MIX Newsletter / Marzo 2015


Vertigini

La visione dei telegiornali italiani ed esteri e la lettura dei giornali procurano quasi una vertigine. L’avanzata del terrorismo islamico, i giovani occidentali che si arruolano, la babele della politica interna, omicidi di giovani e bullismo di giovanissimi: si rischia di lasciarsi sopraffare dalla ineluttabilità invece di riflettere sulle cause di mondi tanto rovesciati e applicarsi a modificare le condizioni che ne sono la causa.  
Le piazze italiane antagoniste protestano e non propongono. Se Renzi “va a casa” gli Italiani che vantaggio ne trarrebbero? Urge spiegare all’elettorato le scelte politiche e dedicarsi ad un’opera di divulgazione che sia porta a porta e non solo di tink tank televisivi che, oltre ad aver perso audience, sono comprensibili da una modesta parte dell’elettorato. 
Se le ultime primarie indette dal PD hanno lasciato lo strascico di polemiche, che fanno quasi pensare che non ci sia un partito ma solo fazioni, giova a tutti -anche agli altri partiti che vogliono introdurle- rivedere quale debba essere il ruolo dei partiti secondo la Costituzione. Infatti, anche dove non ci sono stati ricorsi, le primarie hanno costruito delle mini correnti personali, da giocare ai congressi. Penso, invece, che sia necessario riprendere il più ampio dibattito all’interno delle forze politiche, perché gli elettori devono conoscere quale è la visione del futuro che viene loro prospettata e quale la strategia per raggiungere gli obiettivi annunciati. La “leopolda” dovrebbe essere un metodo -interno al partito- per far dibattere tanti tavoli tematici e costruire una proposta che viene poi presentata alla opinione pubblica, “arando” i territori con dibattiti e i incontri, circolo per circolo, associazione per associazione, ecc. 
Il governo Renzi ha compiuto solo un anno. Non c’è dubbio che non è mai accaduto che in così poco tempo un governo abbia aperto tanti fronti di riforme, che erano state annunciate da decenni (ricordiamo, per tutte, la “Grande Riforma” di Craxi).  Non mi nascondo nemmeno che ci sono anche molte resistenze attorno alle riforme che hanno già passato l’esame di almeno una delle due Camere, ma è vero che se non si comincia da qualche proposta, a suo tempo annunciata nelle primarie, il PD non finisce di consolidare la propria presenza nel Paese, come partito capace di rivolgersi ad una platea interclassista, riferimento del nuovo partito democratico. 
Non è stato, forse, il segretario fondatore del partito, Veltroni, a identificare il PD come a vocazione maggioritaria? È lo scopo che anche Luigi Sturzo affidava alla funzione dei partiti, affinché la democrazia consentisse l’alternanza -premio o castigo- da parte degli elettori. 
Per ora appaiono fuori dall’agenda politica alcuni grandi temi che riguardano il welfare. La scuola è stata aggredita, come pure il  lavoro. Le liberalizzazioni, le semplificazioni, soprattutto per quanto riguarda i servizi più diretti e vicini al cittadino, sono timide. 
Il sistema sanitario e quello assistenziale (lasciati troppo soli gli enti locali) non trovano riscontro in una alta proposta riformatrice del governo. Per quanto in particolare riguarda la sanità, urge capire come avverrà la riforma del Titolo V della Costituzione, per evitare che i cittadini siano di serie A, B o addirittura Z a seconda della Regione in cui vivono. 
Anche la politica estera deve assumere un ruolo speciale nel rapporto con l’elettorato. Certo che se l’ignoranza storica è quella che appare in molte occasioni di confronto pubblico, non può essere capita nemmeno la geopolitica. Diventano astrusi tutti gli argomenti sull’ondata di rifugiati politici o sulla situazione di gravi crisi che circondano il Mediterraneo. Attribuisco alla chiarezza delle parole della politica un grande compito educativo e, perfino, didattico. 
Alla paura, quando non disperazione, dei nostri concittadini deve offrirsi uno Stato che garantisca la giustizia sociale. Questa è: un fisco equo, rapporti con gli “sportelli” in modo tale che i cittadini si sentano serviti invece che… sopportati. Ci si aspetta che le istituzioni -in strutture e in personale- siano amiche dei cittadini, non cerchino di sorprenderli “in castagna” per far valere la faccia feroce dello Stato. 
Mi piace ricordare i volti  della Repubblica che il Presidente Mattarella ha evocato nel suo alto discorso di insediamento. Il cittadino incontra quei volti a scuola, all’ospedale, in municipio, ecc. 
Uno Stato solidale con i suoi cittadini renderebbe più difficile quella ribellione che aumenta nei sondaggi i consensi alla Lega più retriva, alla destra antistato, al movimento grillino, quando addirittura non crea condizioni per cui ci siano giovani che desiderano arruolarsi come foreign fighter.  
Anche queste notizie ci turbano ma devono, soprattutto, suscitare una riflessione sul perché, per esempio, quaranta ragazze australiane abbiano voluto arruolarsi nell’ISIS, la cui cultura è la negazione totale del valore individuale delle donne. Se i giovani in vari modi, arruolandosi al terrore o semplicemente disimpegnandosi a casa propria, sono alla ricerca di qualcosa che non trovano nella nostra società, non possiamo voltarci da un’altra parte. 
La società fatta da individui invidiosi, rancorosi e sospettosi di tutto ciò che è pubblico, deve essere guidata verso comportamenti solidali che costruiscono la comunità. Lo Stato solidale non è fondato sul buonismo o sul volontarismo, piuttosto su regole chiare, precise e fatte rispettare. Si comincia dalle piccole cose fino agli impegni di grande rilievo sociale: non sporcare le strade, rispettare le soste, i divieti, la velocità. Chiedere scusa e ringraziare: in una parola desiderare di vivere in un ambiente migliore e in continuo miglioramento. 
A Gangi, preziosa cittadina della Sicilia,  le strade sono pulitissime, il territorio è ridente e il comandante della caserma dei Carabinieri non ricorda quando ci fu l’ultima denuncia per furto. Credo che possiamo incontrare tanti di questi esempi in Italia, perché non in tutta l’Italia? 
Piace vedere negli interstizi fra i sanpietrini o fra le griglie sui marciapiedi una quantità ripugnante di cicche di sigaretta oppure di  cicche da masticare? 
Lo Stato cerbero e burocratico, che vuole sorprendere in difficoltà il cittadino, invece di assisterlo e accompagnarlo, se va bene suscita l’antipolitica, altrimenti fa scendere in piazza i forconi, non solo quelli materiali, ma anche quelli di intima ribellione. Le strade sono in modo intollerabile frequentate da mendicanti, rom, stranieri che rasentano lo stalking verso i cittadini. Cosa aspettare per pianificare una strategia di ordine nelle città? 
L’allarme di questi giorni ha fatto aumentare la presenza delle forze dell’ordine nelle città, tuttavia osserviamo molti addetti alla sicurezza, che fanno gruppo, in centro mentre le periferie sono pressoché sguarnite completamente di agenti. Vigili urbani, poliziotti, carabinieri, finanzieri rappresentano per i cittadini un messaggio di sicurezza. 
Se la spending review ha molto ridotto questi corpi, bisogna spiegare ai cittadini che potrebbero essere necessari più fondi (tasse) per potenziarli. Lo Stato amico spiega ai suoi cittadini come finalizzare le tasse e come tagliare gli sprechi. 
Mi sembra bello ricordare una frase pregnante di Sturzo: la buona politica è servire non servirsi. (m.g.)

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