sabato 24 gennaio 2015

MIX Newsletter / Gennaio 2015 bis


DI PIU’ 

Amare di più, fare di più, ascoltare di più, studiare di più… L’Italia, il nostro Paese, la casa di tutti merita un sussulto di orgoglio da parte di ciascun cittadino: un po’ di amor proprio e di stima di quanto gli italiani hanno sempre saputo fare sarebbe anche amore per la Patria. 
Ci siamo lasciati con “je suis Charlie”, ma anche “io sono ebreo”, “io sono musulmano”, “io sono italiano”… Parigi ha risvegliato sentimenti forse da troppo tempo sopiti. Chi me lo fa fare? Non tocca a me! Chi deve, provveda! ecc. 
Ad un certo punto ci svegliamo e ci accorgiamo possono essere i vicini di casa i pericoli del nostro tempo. Come mai non ci eravamo accorti o non ci abbiamo pensato? Le immagini dei telegiornali che rimandano tragedie tremende vengono da lontano, Parigi invece è qui. 
Boko Aram, in Nigeria, massacra ogni giorno centinaia di vittime; non vorrei che fra qualche anno parleremo di genocidio perché abbiamo guardato altrove di fronte ai crimini contro l’umanità come già fatto per il Ruanda. Poi abbiamo istituito un Tribunale Internazionale ad hoc. Dopo!  
Non ci sarà mai una marcia mondiale contro le stragi dell’ISIS, dei Talebani, di Al Qaeda, dei Ceceni? 
Eppure, Henry Dunant ha fondato la Croce Rossa sul presupposto “tutti fratelli, tutti fratelli!” mentre osservava il campo di battaglia di Solferino. E Voltaire si chiedeva “mio fratello il turco? Mio fratello il cinese? L’ebreo? (…) Sì, senza dubbio”: era il messaggio del suo elogio della tolleranza, la quale è una virtù che può sostenere tutto tranne… l’intolleranza! 
I simboli che dividono le nazioni sono quegli stessi iscritti nell’emblema della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Associa 189 Stati -quasi tutti i paesi presenti all’Onu- e rappresenta un movimento unitario, umanitario, neutrale che nelle zone di guerra e di catastrofi ha come scopo identico e identitario il riconoscimento della comune umanità. 
Ho sperimentato io stessa, quando fui eletta Vice Presidente di tale Federazione, di poter unificare anche i diversi; ottenni il massimo possibile dei voti e quindi anche quelli di tutti i paesi arabi. I vertici di alcune società di Mezzaluna Rossa non mi stringevano la mano eppure avevano votato me -donna e cristiana- condividendo impegni e finalità, nel reciproco rispetto.
Rispetto e reciprocità è tempo che la comunità internazionale chieda anche all’Arabia Saudita e a tutti quegli alleati che, nel nome del petrolio, non possono non sottrarsi alle norme sulla inviolabilità dei diritti umani. Perché i nostri giovani si convertono al fanatismo oppure ad altre più pacifiche religioni, come ad esempio il buddismo? Quali esempi, valori, obiettivi li hanno coinvolti? Occorre analizzare per capire i motivi del loro malessere e colpire chi li arruola. Il conflitto di civiltà è in casa nostra, è al nostro interno. 
La secolarizzazione e la laicità sono state vissute contraddicendo la loro essenza. Relativismo, lassismo, indifferenza hanno reso ciascuno isola per se stesso, misura dell’oggi e del passato. Eccessiva la superficialità con cui si trascura la storia anche la più recente, indispensabile per formare capacità critica di giudizio e per operare le scelte, in libertà. Zaccagnini esortò i suoi democristiani: “se i comunisti lavorano, noi dobbiamo lavorare di più; se loro studiano, noi dobbiamo studiare di più!” Le sfide, tutte, si vincono così. Le notizie sulla corruzione hanno certamente acuito l’indignazione generale e di conseguenza un ulteriore disgusto per la politica. 
Tuttavia non si vive senza la politica, che è strumento di visione e di organizzazione della vita associata nell’oggi e per il futuro. Troppe  sono state le “sviste” accettate da ciascuno: pagamenti in nero (per non pagare l’Iva?); doppioni o moltiplicazioni di procedure in tutti gli uffici pubblici con grave disagio dei cittadini per accedere a servizi di diritto (sanità, Inps, invalidità, ecc.); pagamento di multe dai verbali incomprensibili (anche con la laurea); bandi di gara inutilmente pubblicati, revocati, denunciati, ecc.; infrastrutture dalla costruzione eterna e dalla lievitazione dei costi, base di corruzione: non si può contrattare lavori giorno e notte, giorni festivi compresi, con date di scadenza perentorie e penali per ogni ritardo?  
Anche per il terrorismo, per l’immigrazione, per l’occupazione abusiva delle case, come per i campi rom si chiedono nuove leggi: ci sono e basterebbe renderle effettive ed efficaci. Molti media raccontano di decreti attuativi di leggi già approvati che non vengono applicati. Tocca ai vertici dell’amministrazione tenere d’occhio le scadenze che sono un indispensabile e oggettivo diritto per i cittadini. 
Le situazioni più drammatiche -non autosufficienza, gravi malattie rare e ingravescenti, incapienza totale, ecc.- come possono rendere il cittadino consapevole del suo diritto a votare? La spending review ha tagliato spesso servizi rivolti a queste necessità, mentre non si è indagato sulle innumerevoli attività consulenziali, progettuali di associazioni, società, centri di ricerca che ricevono rivoli di finanziamenti da parte di ministeri, i quali avrebbero essi stessi competenza e dipendenti dedicati ai medesimi argomenti. 
E che dire delle autorità e agenzie indipendenti che svolgono compiti propri delle istituzioni rappresentative? Tocca alla politica organizzare in maniera efficiente i servizi dovuti ai cittadini. Le istituzioni devono essere al servizio dei cittadini e non della burocrazia e devono assumersi la responsabilità per il giudizio finale che arriva attraverso le elezioni. 
Da troppo tempo la politica consente all’opinione pubblica di credere che siano i tecnici ad interpretare meglio i loro bisogni. I tecnici hanno l’insostituibile compito di mettere a disposizione scienza e coscienza per indicare mezzi e tempi per realizzare le finalità indicate dalla politica. 
Appare stucchevole che, anche per la scelta del Capo dello Stato, si possa pensare ad un tecnico pur di altissimo rango: tocca alla politica rappresentare l’unità nazionale di un popolo non ad una espressione settoriale delle attività sociali e di sviluppo economico. Altrettanto vale per la ridda di nomi coi quali si fa il gioco del totoquirinale. Sia pure per augurare un'alta magistratura non è bello né degno delle istituzioni dedicare la maggior parte dei commenti dei media alla questione del Colle. 
Le istituzioni meritano il più grande rispetto e la dedizione totale: vengono prima di qualsiasi, anche nobile, aspettativa. Per me vale anche per le regole di un partito che si è scelto. 
Temo che non cambierà idea Sergio Cofferati, ma guai se ogni volta che si è delusi, si getta la spugna. Chi ha ottenuto di più, deve restituire di più. Ho sperimentato anch'io la asimmetria (è un eufemismo) delle primarie, ma mai avrei ricorso e ora mi sono convinta anche che hanno fatto il loro tempo, tuttavia fino a quando vigono le regole che si sono accettate, occorre sottoporvisi. 
È stato fondato il PD per andare oltre la tradizionale sinistra: un partito nuovo e diverso per interpretare un mondo cambiato radicalmente e in continuo vorticoso superamento, impossibile da interpretare con le categorie sociologico politiche del XVIII secolo. 
A sinistra del PD ci sono degne formazioni di militanza per interpretare motivazioni che possono sembrare trascurate dalla nuova generazione dei tesserati ed elettori del PD. Non sembri iattanza ma mai una formazione dichiaratamente di sinistra ha raggiunto il 40% di consensi elettorali. Il governo Renzi non ha ancora compiuto un anno e ha smosso un universo amministrativo politico ingessato. 
Abbiamo la memoria corta ma anche Walter Veltroni avrebbe voluto e potuto attivare sulle riforme ampie convergenze. È stato sconfitto dalle leggi ad personam e dalla minoranza. Si inseguivano tecnici o tecnocrati per "risanare" l'Italia, attraverso i compiti a casa. 
La politica ha ripreso il campo, ancora un po’ guardinga, ma la strada intrapresa è quella giusta. Ci sono malumori sulle riforme avviate: legittimi, comprensibili ed anche condivisibili. Se il Parlamento non viene valorizzato e fatto conoscere all'opinione pubblica, non solo aumenterà l'astensionismo ma prevarranno il peggior populismo e qualunquismo. 
Servono le virtù civiche per il miglioramento qualitativo della società, col rigore dei comportamenti, etica del lavoro e della responsabilità. Perché indicare come esemplari  l’ordine e  il rigore dei tedeschi? Siamo bravi e capaci anche noi. Ci manca, forse, un po' di buona creanza nelle relazioni spicciole col prossimo e con il nostro territorio. 
In California se da un'auto viene sputata una cicca arriva una multa che non si dimentica ... Le nostre città non si sporcano da sole; se il nostro è il bel Paese non dovremmo anche amarlo in modo che continui ad esserlo? Sarebbe vantaggioso anche dal punto di vista economico. 
Quanto altro potremmo dire, ancora addolorati dal "mondo di mezzo"! Con buon senso, volontà politica e capacità manageriale potremmo perfino approfittare degli immigrati per migliorare la nostra società. 
Che delusione la cessione degli edifici pubblici dismessi: nell’attesa delle pratiche burocratiche finiscono per essere ruderi deserti, invece di occasioni di reddito e di recupero e decoro ambientale. Segnatamente, per necessità di questo tempo, si potrebbero requisire e affidare con compiti di recupero, pulizia, restauro agli immigrati i quali guadagnerebbero la loro diaria e imparerebbero un mestiere (e sarebbero meglio controllati!). 
In altri Stati l'immigrazione ha creato ricchezza; da noi suscita polemica politica, favorisce la speculazione dei corrotti e tratta in modo disumano persone che meritano di riscattare la loro dignità. 
Un ritornello molto noto ci ricorda “si può dare di più senza essere eroi”. Nessuno non è in grado di dare un po’ di più. (m.g.)

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