lunedì 2 settembre 2013

De Gasperi e Dossetti. Due modelli di cattolicesimo politico per la democrazia italiana


(pubblicato su “Europa” il 21 agosto 2013)

A Pieve Tesino, paese natale di De Gasperi, domenica 18 agosto, Pierluigi Castagnetti ha tenuto la decima, magistrale, Lectio degasperiana, incentrata su due personalità che hanno fondato il nostro sistema costituzionale: De Gasperi e Dossetti.
Troppi giudizi approssimativi riguardano i loro rapporti: diversi per età, formazione culturale e per il destino che si sarebbero riservato, l'uno politico fino alla fine, e l'altro appagato, quando si è fatto sacerdote, risolvendo le inquietudini che lo avevano accompagnato durante la militanza.
Il metodo con cui si confrontavano, per raggiungere le soluzioni possibili, dovrebbe essere studiato e conosciuto dai politici attuali - soprattutto i più giovani - per registrare quanto, per servire il Paese, sia più importante "guardare alle prossime generazioni che alle prossime elezioni".
Castagnetti ha indagato i punti di maggiore dialettica: l'adesione al Patto Atlantico, il giudizio sulla crisi sociale, la concezione dell'economia.
Come è noto, De Gasperi non poté assicurare una presenza continuativa ai lavori dell'Assemblea Costituente a causa degli impegni di governo, ma Dossetti era comunque investito di piena rappresentanza della DC, e in autonomia; il risultato finale, però, soprattutto per quanto riguarda la prima parte della Costituzione, li trovò perfettamente convergenti. La loro radice spirituale non aveva avuto bisogno di verifiche.
Sui nodi politici, Dossetti si confrontava decisamente nelle sedi interne (direzione e consiglio nazionale della DC e nel gruppo parlamentare) ma in Aula non votava contro! Per lui il partito e gli eletti avevano la rappresentanza democratica sostanziale della sovranità popolare. Per De Gasperi la centralità si spostava sull'esecutivo; oggi, siamo ancora al medesimo dibattito.
Un elemento di grande rilievo, esemplare rispetto alle modalità con cui avviene il confronto ora, si ricava dalla corrispondenza fra i due. De Gasperi si rammaricava di non riuscire a comprendere fino in fondo "la molla" del sentire di Dossetti, il quale, a sua volta, anche contrastandolo, gli confessava "rispetto e riguardo". Una lezione di comportamento cui ispirarsi.
La lezione decisiva, che ci hanno lasciato, è la preparazione culturale, la formazione personale, la competenza e una decisa consapevole laicità, che teneva al riparo la Chiesa dalle scelte temporali della politica, ma che non li esimeva ma da una autentica testimonianza.
Alla costituente e nel confronto coi partiti portarono argomenti strutturati, una sistematicità metodologica e una grande chiarezza circa obiettivi finalità. Proprio come ora!
Con quale sistematicità sono state apportate le ormai 15 modificazioni alla nostra Carta Costituzionale? Anche Dossetti era dubbioso sulla seconda parte della Costituzione, ma aveva anche idee chiare su come migliorare una architettura tesa più a prevenire gli errori del recente passato, piuttosto che progettare un  moderno bilanciamento dei poteri.
Attuale è certamente lo sguardo europeo che caratterizzò entrambi e che Castagnetti ha lumeggiato, considerando il diverso approccio con cui affrontarono il complesso tema della alleanza atlantica. Dossetti avrebbe voluto un avvicinamento comunitario, attraverso una preparazione che coinvolgesse anche gli altri Stati europei, "per non essere sottomessi all'America". De Gasperi, avrebbe potuto convenirne, ma gli sembrava urgente e indispensabile mantenere l'Italia in una alleanza che non la isolasse. La Germania aveva il Partito comunista fuori dal Paese, in Italia era interno alle vicende nazionali.
Votarono insieme. Per De Gasperi, fino a pochi giorni prima della sua scomparsa, l'Europa unita non cessò di essere un obiettivo strategico, come per Dossetti, in funzione della pace. Morì col dolore della bocciatura della CED e oggi constatiamo quanto quel suo sogno fosse lungimirante. In tutte le crisi attuali, e in particolare quelle mediterranee, si sente la mancanza di più Europa, di quella Federazione che, da uomo di frontiera come Monnet, Shuman e Adenauer, aveva sognato e per la quale aveva speso la vita.
È il lascito per le nuove generazioni: costruire gli Stati Uniti d'Europa.

Mariapia Garavaglia

#DeGasperi #Dossetti #Castagnetti #PD

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