venerdì 10 maggio 2013

MIX Newsletter / Maggio 2013 / Donne nel mondo


Se non ora quando? … non ancora.

Il 2013 ha visto oltre 130 donne uccise da persone vicine (coniugi, congiunti, conoscenti); in questi ultimi giorni abbiamo registrato tre uccisioni ravvicinate. Ogni volta grande clamore e sdegno, molte proposte e pochi risultati. Il nuovo ministro per le Pari Opportunità Josefa Idem ha proposto una task force e un osservatorio permanente nazionale ed il ministro Cancellieri suggerisce opportune misure.
In parlamento, può essere recuperato il disegno di legge sul femminicidio, presentato nella scorsa legislatura.
Ora si deve agire: non è più tempo di sollecitare iniziative perché si sa benissimo cosa si dovrebbe fare, quindi si faccia. Il reato deve essere perseguito con rito immediato, con una pena commisurata al fatto che le vittime sono considerate “oggetto” di specifico disprezzo.
Le forze dell’ordine devono poter essere preparate a cogliere anche i minimi sintomi quando una donna (che già con difficoltà denuncia) dichiara di essere minacciata.
Il problema di fondo tocca decisamente l’educazione e la concezione che una società costruisce attorno alla dignità di ogni persona, e, in questo caso, soprattutto delle donne.
Nel mondo la condizione femminile, pur con le ovvie e spesso molto profonde diversità culturali, costituisce il crocevia sociale e giuridico per definire il grado di democrazia e di parità di diritti umani riconosciuti.
Sta diventando stucchevole insistere sulla rivendicazione "più donne al potere", perché si continua a guardare ai numeri invece che ai ruoli. Le quote rosa sono state definite perfino per legge: il 30% nei consigli delle società quotate; alternanza nelle liste elettorali, eppure, con le preferenze nei consigli regionali le donne sono ancora molto meno delle quote auspicate! Per non parlare di donne al Quirinale.
C'è voluto Papa Francesco per richiamare un dato di realtà: la donna è una protagonista -malgrado tutti e tutto - nella storia e nella società.
Ci fu un tempo del femminismo in cui in piazza Duomo, a Milano, le militanti bruciavano la sagoma di Paolo VI.
Ignoranza e anticlericalismo non consentivano di riconoscere che il più anticonformista riguardo alle donne fu il Signore. Oltre al privilegio unico nella storia riservato a sua mamma, della verginità (ma questo è un dogma solo per i credenti), gli altri atteggiamenti sono narrati con verità storica: il rapporto con la Samaritana, l'amicizia con Marta e Maria, la protezione offerta alla Maddalena, il rifiuto della lapidazione per la prostituta. Sono atteggiamenti ancora oggi, nel terzo millennio, scandalosi in certi territori del nostro pianeta.
Giovanni Paolo II a partire dal grande protagonismo delle donne non solo nel Nuovo Testamento, ma anche nell'Antico - Ruth, Ester, Giuditta, Sara - ha scritto un testo mai precedentemente pensato da un ecclesiastico sul "genio" femminile. Il protagonismo femminile è visto come tratto che produce fiducia nella società. È quello di cui oggi abbiamo bisogno e, nonostante le solenni affermazioni e le norme positive, non si coglie ancora la compiutezza di un percorso che non dovrebbe nemmeno più fare notizia. I segni dei tempi, nella Chiesa, rappresentano un argomento di grande riflessione e qualche volta anticipano grandi dibattiti civili (es. pace, sviluppo, immigrazione).
Quel Paolo VI, contestato, ebbe il coraggio, di inserire 23 uditrici (13 laiche e 10 suore) nel Concilio Vaticano II ed ha consegnato, alla fine, all’umanità, la Lettera alle Donne; Giovanni Paolo II è l’autore della bellissima Mulieris dignitatem; toccherà a Papa Francesco convocare un Sinodo mondiale sulla condizione della donna?
E’ un augurio e un sogno che coltivo, credo insieme a tante donne nel mondo. (m.g.)

www.mariapiagaravaglia.it

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