domenica 9 luglio 2017

Mix Newsletter / Luglio 2017 / Editoriale


EMERGENZE

Emergenze: troppe!
La prima che viene in mente ai più è quella rappresentata dal fenomeno migratorio. È raccontata - male - dalle immagini che vediamo, non solo degli sbarchi ma dei molti uomini giovani, che, - distribuiti male a causa delle resistenze, nelle diverse località - suscitano reazioni che alimentano una cultura del rifiuto anche in chi non nutre alcuna inclinazione razzista. 
Urge - e siamo in ritardo- una strategia complessiva, perché ci troviamo di fronte ad una emergenza "strutturale". Fino a quando Europa e Usa non rimuovono le cause di conflitto; fino a quando deprediamo l'Africa delle materie prime che servono alle industrie tecnologiche del nord del mondo (Obama almeno aveva decretato la tracciabilità dei metalli "sporchi di sangue" e Trump, naturalmente, l'ha abrogato, come la sottoscrizione degli accordi di Parigi sul clima), non si fermeranno nemmeno le migrazioni economiche, quelle che Macron non vuole accettare. 
In realtà non solo in Europa bisogna pretendere misure di pianificazione, ma anche dall'ONU! 
Il ministro Minniti ha già dimostrato di avere una visione più precisa e determinata che in passato sul da farsi. Urge una programmazione dell'inserimento dei migranti aventi diritto, offrendo occasioni di apprendimento linguistico e lavorativo; controllare le Organizzazioni; distruggere gli scafi (c'è lavoro di rottamazione che produce reddito); respingere davvero fino all'accompagnamento a casa... 
La diaria data ai Comuni potrebbe servire per la retribuzione di 'lavori socialmente utili' (manca personale dappertutto!); requisire transitoriamente caserme ed edifici dismessi che siano degnamente abitabili e farli manutenere dagli ospiti, che imparino lavori di manovalanza…; "utilizzare" la Croce Rossa Internazionale in convenzione per campi nei luoghi di partenza. La Bossi-Fini rende illegali gli immigrati e le norme di Dublino ci costringono ad accoglierli sul nostro territorio (entrambe le normative appartengono alla stagione in cui al governo c’erano le attuali opposizioni). Forse si potrebbe legalizzare gli arrivi con permessi di soggiorno temporanei, utili agli immigrati per ottenere i passaporti da parte delle Ambasciate dei paesi di provenienza e lasciarli quindi liberi di spostarsi nel continente. 
Non sarebbe pensabile, che venga sospeso il trattato di Schengen! 
Più facile dire che fare, ma in ogni modo urge mobilitare la cooperazione internazionale. Il fenomeno è planetario! E a casa nostra, chiediamo a molti imprenditori come potrebbero continuare le produzioni negli alti forni, nelle concerie, senza gli immigrati. Come molti allevatori condurrebbero le loro stalle senza indiani e pachistani. Perché vediamo in pizzerie, ristoranti, bar, in gran parte camerieri immigrati: rubano il lavoro a chi? Per non parlare delle culle italiane vuote che economisti e demografi segnalano come una nuova emergenza, che l’immigrazione parzialmente riduce. 

Emergenza astensionismo elettorale
Se quasi la metà dell’elettorato rinuncia ad esercitare il diritto più prezioso di cittadinanza, ci troviamo di fronte ad una emergenza 'democratica'. L'elettore, secondo me, fa male a non esprimersi: rinuncia non solo a un diritto sostanziale ma a riconoscere la sua dignità come cittadino, come valore: riconoscersi valore personale. Invece è grave responsabilità della politica non essere attraente, non suscitare interesse e partecipazione. È grave responsabilità dei partiti non porsi la domanda radicale del perché tanta disillusione e indifferenza. L'astensione è il partito del maggior consenso: non sceglie nemmeno un voto di protesta. Bisogna analizzare i numeri, i dati anagrafici, la distribuzione territoriale. Sia i voti espressi che quelli assenti il 4 dicembre scorso insieme a quelli delle recenti amministrative sono molto eloquenti. 
Ai cittadini, per quanto importanti la legge elettorale e le riforme istituzionali, assai di più interessa essere ascoltati nei loro bisogni quotidiani: pensioni, tasse, lavoro, ecc. Se questi sono i sentimenti più popolani (anche popolari!) i politici hanno l'obbligo di ascoltare, di capire. Sta divenendo ancor più emergenziale - nel senso di urgente - smettere di parlare di formule di accorpamento, di alleanze, di grandi intese (e in ciò ha ragione Renzi) per far capire meglio - se c'è - la visione di società e quali provvedimenti programmare. I voti arriveranno sulle soluzioni ai problemi e solo dopo, in base alle compatibilità, se nessun partito ottiene la maggioranza, si formeranno le intese più o meno larghe e toccherà al Capo dello Stato incaricare il capo del governo che verrà. I tempi, i modi, la mentalità e i partiti sono cambiati, ma (en passant) ricordo che con leggi elettorali diverse la DC ebbe De Mita contemporaneamente presidente del consiglio e segretario nazionale del partito. Perse sui due fronti.  

Emergenza fiscale
È emergenza che dovrà finire! Troppa evasione ed elusione. Il fisco è un tema di giustizia sociale e perciò una priorità, perché lo Stato si manifesta ai cittadini coi servizi pagati con le tasse. Il massimo della iniquità consiste nell'accesso ai servizi in gratuità da parte degli evasori e nella limitazione per chi ne ha bisogno davvero! Emergenza Europa. È urgente predicare in lungo e in largo gli Stati Uniti d'Europa! Di volta in volta si auspica un ministro delle Finanze europeo, un Alto rappresentante per la politica estera c'è, una certa intesa per una difesa comune sembra prendere piede; ebbene, se ci fosse l'Europa unita e unica, non avremmo l'attuale situazione dei migranti e sarebbe forse diversa la situazione del Regno Unito rispetto al continente. 
Sembra che solo emergenze esterne, come il terrorismo, facciano stringere i ranghi; quanto meglio sarebbe un grande paese di oltre 550 milioni di abitanti: Il Pil superiore a quello americano, un welfare eccezionale, una identità culturale plurale che farebbe scuola al pianeta. 

Due giganti europei ci hanno lasciato: Simone Veil, dai campi di concentramento al Parlamento europeo come primo Presidente; e Helmut Kohl, dalla patria divisa dalla guerra alla unificazione della pace. Bisogna conoscerli e imparare dalla storia che entrambi hanno tracciato per noi. A Trento in occasione del Premio De Gasperi, certamente meritato da Kohl, il Cancelliere invitò a coltivare l'utopia: senza utopia  non si realizzano ne' i sogni ne' i programmi. Questa è la politica. Peccato che ai suoi funerali c'erano solo Prodi e Berlusconi. Era una guida per i giovani ed è un monumento da collocare nel Pantheon dei democratici europeisti. Macron c'era; ed aveva fatto una campagna elettorale vincente europeista, senza cedere minimamente al populismo e all'euroscetticismo. 
Questa è la politica bellezza! E' la bella politica. (m.g.)


IL MIO 5 PER MILLE:  
Alzheimer Ricerche Brescia Onlus 
C.F.: 98058810171

IL MIO  8  PER MILLE:
Chiesa Cattolica

IL MIO 2 PER MILLE: 

Partito Democratico Codice M20 

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