venerdì 14 febbraio 2014

Newsletter - MIX Febbraio 2014


?!?
E…"Adesso"? 

Nel pomeriggio di giovedì 13 ho ricevuto moltissimi sms e telefonate di amici che esprimevano sorpresa, perplessità, preoccupazione. Tutti sentimenti da attribuire al timore che Renzi possa sacrificarsi ed essere costretto a segnare il passo rispetto al movimento immesso nella società e nel dibattito politico con il congresso che lo ha eletto.
Ricordo benissimo quale fu lo stress della pressione esercitata in modo ossessivo perché Veltroni a suo tempo, -anche lui Sindaco in carica- dovette subire perché doveva salvare la Patria… Abbiamo perso Roma e anche l’Italia.
Ma oggi è davvero un altro tempo. Mandiamo il pensiero a tutto quanto è successo dal 2008 ad oggi: una crisi economico-finanziaria che ha modificato non solo il modo di vivere, ma anche il sentire dei cittadini Italiani; partiti terremotati e politica considerata incapace di risolvere i problemi; personalità venute meno all’arena politica, ecc.
Renzi, anche per i non democratici, ha suscitato non solo curiosità ma anche speranza. Questa è una virtù indispensabile per guardare al futuro con fiducia, nonostante l’orizzonte non sia ancora chiaro, perché la crescita è pallida, aumenta la disoccupazione, soprattutto giovanile, e si avvicinano scadenze elettorali importanti.
Purtroppo Renzi, contrariamente agli auspici, dovrà governare senza essere passato dal lavacro elettorale (probabilmente anche con la legge uscita dalla Corte Costituzionale avrebbe avuto successo). Con il nuovo governo deve dimostrare che la sua attitudine a risolvere i problemi, invece che a filosofare, consegue i risultati annunciati.
Le riforme interessano tutte le forze parlamentari e quindi avrà agio a mettere il parlamento di fronte alle sue responsabilità. Il Governo, invece, dovrà esprimere forte coesione politica. I tecnici sono ottimi consiglieri per i politici ma la loro funzione non coincide, necessariamente, con la competenza a utilizzare al meglio la macchina burocratica. Al Governo giovano persone che sanno fare sintesi fra società e parlamento. Non dovrà trascurare una priorità, che è davvero di tutti: delle forze produttive e dei singoli cittadini, che sono dei fattorini per la pubblica amministrazione. Via la burocrazia e basta Agenzie che sono già troppe e andrebbero abolite, perché tocca alla politica assumersi la responsabilità delle decisioni e agli organi esecutivi di attuarle: nei tempi e coi costi preventivati.
Serve anche che l’opinione pubblica, ma soprattutto i democratici, sostengano l’impresa di Renzi. Se la sua è una estrema ambizione di guidare l’Italia fuori dalla palude, sarebbe ora che anche gli Italiani siano ambiziosi del proprio Paese e, finalmente, non distruggano il giorno dopo ciò che il giorno prima hanno esaltato.

ITALICUM
Il “latinorum” è richiamato popolarmente come lessico misterioso usato per non farsi capire… è un fatto che per le leggi elettorali si scomodano da qualche tempo le desinenze del latino.
In verità i cittadini hanno capito fin troppo bene quanto si sia cincischiato nel dilatare i tempi di una riforma che, per non farla, è stata accusata di ogni nefandezza fino a farsela bocciare dalla Corte Costituzionale.
Chi oggi lamenta la fretta e la indisponibilità di Renzi a perdere anche questa occasione dovrebbe semplicemente fare mea culpa (ed è latino che capiscono tutti!)
Com’è che tutti coloro che hanno bene usufruito delle liste bloccate ora sono tutti convertiti alle preferenze?
Gli Italiani le hanno cancellate con un referendum e se non fossero continuamente sollecitati dai temporeggiatori con la litania dei parlamentari nominati, accetterebbero di buon grado una legge che, con collegi piccoli e candidati ben selezionati, che rispondono al territorio, che sono ben riconoscibili e “rintracciabili”, riporterebbero la responsabilità ai partiti come recita l’art. 49 della Costituzione strumento dei cittadini “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”: sono i partiti lo strumento, non la “liquidità” delle preferenze di lista o delle parlamentarie.
Con le preferenze (e le parlamentarie) sono i cittadini che scelgono anche con qualche cattiva ricaduta sui partiti, perché potrebbero sostenere interessi a prescindere dai programmi di partito; e costano! Se sono chiuse il rischio è di far prevalere blocchi interni organizzati; se sono aperte, aumentano la “liquidità” del Partito.

Torni la politica! 
(m.g.)

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